Ma davvero qualcuno si aspettava che gli 80 euro al mese potessero mettere una pezza al Paese? L’hanno messa sulle elezioni europee, hanno fatto più guappo Renzi, più semplice il messale del premier: “Corpus Mattei” “Et cum 40% tuo”. Hanno reso felice Re Giorgio che può regnare tranquillo e preparare la successione con Amato. Non è dispiaciuto nemmeno a Berlusconi che vi ha visto molto giustamente una garanzia per i codicilli del patto del Nazareno. Ma a tutti gli effetti, fossero anche stati 2000 euro ,non potevano avere alcun effetto sull’economia italiana, semplicemente perché sono nient’altro che una partita di giro: ti do dei soldi e me li ripiglio con altre tasse compresi gli interessi.
Dal momento che non abbiamo alcuna autonomia né monetaria, né di bilancio quei soldi in più non sono denari nuovi che entrano nel circolo economico: sono sottratti da qualche altra parte e in primis dalle tasche di chi li ha incassati, tanto per far capire che non siamo di fronte al tentativo di redistribuire quello che c’è, ma a un semplice palcebo pre elettorale. Infatti tutti i discorsi e le aspettative senza senso propalate negli ultimi due mesi sono finiti in acido con un nuovo brusco calo delle vendite e delle aspettative. Lo stesso premier, affetto da una sindrome di Tourette della banalità, ammette che le aspettative di crescita del Pil allo 0,8% sono ormai tramontate, (anche ammesso che avessero una qualche consistenza) ma poi sostiene che non fa nulla, tanto “che la crescita sia 0,4 o 0,8 o 1,5% non cambia niente dal punto di vista della vita quotidiana delle persone».
Meraviglioso, ma allora perché bisognerebbe inseguire la crescita? Perché in nome del totem bisognerebbe distruggere welfare e diritti del lavoro, oltretutto con la prova provata che si tratta di una strada controproducente e radicalmente erronea? Non c’è risposta, non ci può essere: Renzi è un tubolario vivente che affastella frasi fatte o appositamente costruite a seconda dell’occasione delle quali tuttavia non sembra cogliere il significato, il contesto, la concordanza. Da governo del giorno per giorno siamo passati a quello del twitter per twitter. Ed è così che il premier riesce a sembrare – grazie alla rappresentazione mediatica – brillante ed onesto, ma mai contemporaneamente, avendo il guizzo nella malafede e l’ottusità nella franchezza.
Tutto riesce alla perfezione visto gli italiani si sono ritirati sull’aventino del malpancismo e della rassegnazione. Tanto che persino l’”indisposto” Napolitano riesce a parere un presidente e non un opportunista in finta pelle democratica, chiamato all’alto incarico solo grazie a questa spiccata qualità. In tarda età, certo, quella che gli permette di avere una grande nostalgia verso la legge Acerbo di cui l’Italicum ripercorre le piste e le intenzioni. Ed è cos che ci ritroveremo con un tubolario in mano, anzi in qualche altra parte.
1 commento
Oggi ho incontrato un amico ex socialista ex verde con cui ho dibattuto sulla politica nazionale. Egli ha candidamente ammesso di aver votato per Renzi e alle mie obbiezioni mi ha chiesto se Berlusconi e Grillo sono meglio. Io ho risposto di no e lui si è fatto più ringalluzzito, mi ha chiesto se era meglio Vendola io ho risposto no ma… il problema è che la rsposta è si ho no, il ma… non vale. La narrazione di Vendola era interessante un tempo come la narrazione di Renzi. Vendola lo vedo ancora in chiaroscuro Renzi lo vedo ignorante e prepotente. Credo che speri nelle elezioni alla veloce: già adesso chi ha avuto gli 80 euro se li è visti sottrare dal fisco e fra qualche mese ci sarà la manovra correttiva. I fiorentini hanno un detto: <> perché di solito l’esattore delle tasse granducale era originario di Pisa. Siamo sicuri che fra un po’ non diranno lo stesso di Renzi?