di Luigi Altea 30 giugno 2019
Erode è sempre stabile e tronfio sul suo trono di morte.
Bambini maltrattati, umiliati, violentati, scambiati, venduti, uccisi.
Mercimonio di bambini comprati per ricavarne “pezzi di ricambio”.
Bambini brutalmente destinati a divertire gli adulti.
Vite violate, sfruttate, negate.
Forse quanto avviene oggi, puntualmente registrato dalle cronache quotidiane, succedeva anche quando non esistevano le telecamere, e le capacità d’indagine erano assai ridotte.
Certo è che ogni giorno l’uomo pare compiacersi nel mostrarci la parte peggiore di sé.
Sono notizie, però, che non provocano orrore, non fanno scattare una reazione, e scivolano via come fossero insignificanti…
Non accendono dibattiti, non alimentano maratone televisive, non mobilitano le penne illuminate degli editorialisti.
Perfino i familiari delle piccole vittime appaiono spesso fatalisticamente rassegnati e muti.
Gli stessi ministri “competenti” non sembrano particolarmente interessati a questo scandalo atroce e continuo.
Prima ci sono i confini da difendere, i tweet da scrivere, le navi da affondare, i selfie da scattare, le minacce da urlare.
Quanto lavoro ci sarebbe da fare a tutela della sicurezza dei cittadini più indifesi!
Se il ministro facesse a tempo pieno il Ministro dell’Interno, non avrebbe il tempo di fare il Matteo Salvini.
Eppure, una società che non sa tenere in braccio i suoi bambini, che non conosce la premurosa tenerezza di proteggere la fragilità dei più deboli, è una società destinata al degrado e allo sfacelo.
Bisognerà una buona volta farla esplodere per poi ricostruirla.
Il ponte Morandi può servire da metafora…