Autore originale del testo: Federico Leo Renzi
IL SUPER GREEN PASS E ALTRE PROVE DI AUTORITARISMO MINORE
Il super green pass è stato approvato. Come sintetizzano all’unisono le principali testate, d’ora in poi i non vaccinati potranno solamente andare a lavorare e poi tornarsene a casa.
In poche parole la pena che il nostro codice chiama arresti domiciliari, comminata per aver rifiutato un atto che -formalmente- è facoltativo.
Tolto questo piccolo particolare (del resto ormai la costituzione è carta straccia) ciò che ci interessa è notare la perfetta fusione fra scienza medica e bisogni del capitale: i non vaccinati sono bombe virali ovunque tranne che sul luogo di lavoro, poiché notoriamente quando fai fatturare i padroni il covid non si permette di attaccare né te né chi ti sta accanto.
Altra cosa interessante è che la validità del green pass cambia da 12 a 9 mesi: nonostante la copertura vaccinale cali in maniera sensibile (almeno secondo la Scienza) dal quinto mese dalla seconda dose, la stessa Scienza ha deciso che siccome vaccinare l’intera popolazione due volte l’anno costa troppo alle casse dello stato, dal punto di vista biologico la protezione cala dopo 5 mesi, ma dal punto di vista legale miracolosamente rimane inalterata per 9. Questo fra l’altro dimostra come un semplice decreto legge possa cambiare da un giorno all’altro la validità, la natura e i “privilegi” dati dal green pass: si può estenderlo o ridurlo, potenziarlo o bypassarlo (si guardi il capitolo alberghi) a piacimento dell’esecutivo.
Altra cosa interessante è ciò che non c’è nel nuovo decreto, né nella legge di bilancio in discussione: soldi per misure di prevenzione come il potenziamento dei trasporti pubblici, il potenziamento della sanità territoriale, per ridurre il numero di alunni per classe. In compenso c’è l’obbligo della mascherina anche all’aperto dalla zona gialla in sù, poiché tale obbligo cade sulle tasche dei cittadini e non dello stato e quindi guarda caso la scienza e lo stato nei cittadini che camminano (da soli o in coppia) per strada individua una pericolosissima fonte di contagio.
Ci sono altre contraddizione evidenti, ma crediamo queste siano le maggiori, quelle che lasciano intravedere qual è l’idea che ha l’esecutivo per il futuro del contrasto della pandemia e della gestione dello stato italiano:
– l’uso sistemico del ricatto economico per costringere i cittadini a fare ciò che lo stato vuole senza che se ne assuma minimamente la responsabilità politica e finanziaria.
– Il disprezzo per la costituzione e la democrazia, visti come inutili intralci agli interessi del capitale e al potere dell’esecutivo di plasmare come ritiene più conveniente la vita di 60 milioni di individui con un decreto legge.
– La fusione perfetta fra Scienza medica (vaccini, misure di contenimento, ecc) e Scienza economica, cioè fra ciò che la scienza sostiene sia l’unica strada possibile per risolvere il problema pandemia e gli interessi del grande capitale, che nemmeno di fronte ad un disastro sanitario globale tollera di veder diminuire fatturati e dividendi, pagare tasse, rallentare la produzione, spendere per mettere in sicurezza i lavoratori.
– Il rifiuto ideologico, assoluto, sacrale di aumentare la spesa pubblica per il welfare. Meglio mettere agli arresti domiciliari i propri cittadini piuttosto che spendere anche un solo euro in più in servizi pubblici. In questo la Scienza medica spalleggia perfettamente la Scienza economica: tutti i rimedi che propone sono a bassissimo costo (il vaccino) o a costo nullo (l’obbligo mascherine all’aperto), ogni rimedio implichi costi per le casse dello stato viene eliminato persino dall’orizzonte del dicibile.
Il super green pass non è quindi un semplice prodotto del Draghistan, ma è l’essenza del Draghistan stesso: autoritarismo neoliberale che trae la sua linfa ideologica dal matrimonio fra Scienza medica e Scienza economica.