Il soprassalto della tecnica e l’informazione borghese che le alliscia il pelo

per Gian Franco Ferraris
Autore originale del testo: Alfredo Morganti
Il soprassalto della tecnica e l’informazione borghese che le alliscia il pelo. Una brutta commedia davvero.
Tra le non tantissime novità del governo Draghi, ve ne sono due rilevanti. La prima. La stampa e i talk show sono entrati nella maggioranza dopo aver presidiato per mesi e mesi, come scudieri, l’opposizione. Dalla critica corrosiva e spessissimo artefatta, adesso siamo all’apologia, agli zuccherini, al Draghi di qua Draghi di là. Volevano l’Unto del Signore, e a sentir loro l’hanno avuto. Certo non c’è da fidarsi di chi, sospinto dai suoi padroni, mette i piedi nel piatto e appoggia le manovre politiche di Palazzo pur di arraffare risorse pubbliche. Poi dicono i partiti! Ripeto: dell’informazione non mi fido più, sono parti in causa della guerra politica, sono emissari di editori impuri, sono ormai impiegati al soldo.
La seconda novità riguarda il compito assegnato alla tecnica. Pare che spetti a loro riscrivere il Ricovery (che dovrebbe essere presentato entro aprile: ma come, non eravano fuori tempo massimo già ad ottobre scorso?). E pensare che l’omino Renzi si oppose alla task force immaginata da Conte per la gestione operativa del Recovery, perché toglieva spazio alla politica! Davvero pazzesco! Stavolta non abbiamo il classico governo tecnico, già indigeribile di per sé. No. Stavolta abbiamo i tecnici in cabina di regia, e i politici a tenere bordone sulle “emergenze”, così le chiamano a Repubblica, definendo emergenze: il lavoro, la difesa, gli esteri, gli interni, le attività produttive e agricole, la cultura, ossia tutto ciò che pertiene in generale e propriamente al governo di un Paese. Una cosa ritenuta poco significativa evidentemente, rispetto al fatto che un manipolo di “cervelloni” ben distanti dai cittadini decidano come spendere (e in che misura) i nostri soldi, quelli che i contribuenti (dipendenti e pensionati, i “privilegiati” del Paese) pagheranno a suon di tasse nei prossimi decenni, mentre gi altri continueranno ad avere indisturbati sedi legali all’estero.
Il rapporto tra tecnica e politica è il tema dei temi di questo governo. Qui l’asse della maggioranza Conte deve tenere gli occhi ben aperti, intervenire, e se servisse aprire solidi confronti e perché no bracci di ferro. Ha la maggioranza alla Camera, e non è poco. “Metodo Renzi”, appunto. La politica non può fare da ancella alla tecnica, anche perché i tecnici ci mettono poco ad atteggiarsi da politici e a spadroneggiare sotto la tutela dell’informazione borghese. La sinistra nel fuoco di questa battaglia, il cui fronte è dentro l’esecutivo e agita il governo Draghi, può ritrovare se stessa, può esigere che la bilancia pesi adeguatamente sul pubblico, piuttosto che scivolare come un fiume in piena verso le imprese private abbacinate dalla montagna di soldi europei messi sul piatto. Ci aspettano mesi terribili, dove la destra, il nord leghista, l’informazione, la tecnica vorranno saldare il conto con la politica e con la novità della maggioranza Conte. O di qui o di là, non è tempo di palleggiamenti teorici né di salotti. Sarà una lunga guerra di posizione che sfocerà, alla fine, in un guerra di movimento elettorale mai vista. Furibonda, incendiaria. Bando alle ciance quindi.
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