di Luigi Altea 30 novembre 2018
Volevano tutti Macron.
Anche molti italiani desideravano avere un Macron.
Giornalisti, sedicenti filosofi, intellettuali della solita compagnia di giro, per mesi e mesi, non hanno fatto altro che ripetere che ci voleva un Macron italiano.
I cosiddetti leader del PD annunciavano di voler fare come Macron.
In tanti si sono comportati come dei rozzi semplificatori, convinti di supplire alle proprie deficienze copiando dall’orto del vicino.
Volevano copiare Macron, ma non si erano accorti che Macron aveva copiato loro…
Se ne sono accorti, invece, i francesi.
Una legge Fornero alla francese, uno Jobs act alla transalpina, l’aumento subdolo delle tasse, l’abolizione dell’intermediazione, accompagnata dal manifesto disprezzo per i partiti tradizionali, per i sindacati, per le associazioni, per i sindaci…
I francesi non hanno gradito, e anziché abbandonarsi al meccanismo della lagna, e dedicarsi alla petulante recriminazione, o scatenarsi nella pugnacità lamentevole dei rassegnati, hanno scatenato l’inferno, senza intermediari e senza corpi intermedi, direttamente contro Macron…
E non è finita!
Non stupisce che chi ha malamente perso, subisca il fascino di chi ha trionfato.
Mi ha sorpreso, invece, che al trionfalismo dei vincitori si sia associato Silvio Berlusconi.
Fino a che punto intende rassomigliare al giovane presidente francese?
Con quella composizione tricologica che gli avvolge la calotta cranica, quei due occhi piccoli e la mascella severa, sotto quella scenografia vagamente pelosa che gli conferisce un aspetto giovanile, e un’espressione inutilmente sensuale, Berlusconi già così può considerarsi un sosia del presidente che, sfidando il ridicolo, si era autodefinito Jupiter…
Improvvisamente, però, nessuno parla più di Macron, nessuno lo indica a modello cui ispirarsi.
Ben presto i francesi si sono accorti che persone che sembravano originali e gentili, sono invece avide, volgari e pacchiane.
I leader politici italiani, invece, hanno avuto bisogno del responso spietato dei sondaggi, per rendersi conto dell’insostenibile inadeguatezza delle loro brillanti intuizioni, e cercare alla svelta punti di riferimento meno ingombranti e più promettenti.
E’ una storia che si ripete…
Vi ricordate?
Facciamo come Zapatero, come Blair, come Tsipras, come Obama, come Macron, appunto…
Quando finirà questo riciclaggio culturale, questo miserabile accattonaggio d’idee, questa insopportabile nevrosi imitativa?
A sinistra continuano a parlarsi addosso e a cercare modelli rigorosamente stranieri…
Eppure abbiamo anche noi molto d’invidiabile, di amabile, di estroso, di sempre nuovo, e di geniale.
Eppure abbiamo anche noi, abbiamo solo noi, Antonio Gramsci!
Ecco un riferimento affidabile cui ispirarsi, per capire come gli uomini potranno evitare la fine del mondo, e come potranno arrivare alla fine del mese.