Fonte: facebook
di Alfredo Morganti – 14 gennaio 2015
Pare che il 19 dicembre scorso Renzi e Berlusconi si siano visti fuori da occhi indiscreti, lontano da Roma. E lì, in quel frangente, il primo abbia proposto una quaterna di nomi all’altro per il Quirinale. Si sono fatti due conti e, al netto dei franchi tiratori, degli oppositori interni, e dei fittiani, ne avrebbero dedotto che un loro candidato scelto così nascostamente ce la avrebbe potuta fare. Alla faccia di Parlamento, grandi elettori, dibattito nazionale, opinione pubblica, i due vorrebbero dimostrare che, da un qualsiasi salotto carbonaro lontano dalla Capitale, si potrebbe tranquillamente scegliere il nuovo Presidente senza passare per faticose e maledetta intermediazioni politiche. Vorrebbero, i due, inaugurare un nuovo metodo, “una nuova stagione” (do you remember?) della politica, quella in cui il Presidente non è eletto direttamente dal popolo e nemmeno dal Parlamento, ma da due ‘pattisti’, che scelgono il nome e, contando sulla fedeltà dei nominati, eleggono il Capo dello Stato che preferiscono. Non basta. Perché, per dimostrare la loro impunità e per dare un “segnale” alle forze politiche, spifferano pure la notizia a Francesco Bei di Repubblica che ce la riferisce oggi.
Io dico che forse non hanno fatto bene i conti, che forse non è tutto smart quello che luccica. Ma intanto il fatto è qui, davanti (si fa per dire) ai nostri occhi. Il primo Presidente pret-a-porter della storia repubblicana potrebbe insediarsi tra breve al Quirinale. E lì accovacciarsi all’ombra del duo, oppure, non è detto, ridurli a essere la sua ombra, visto che il nuovo Presidente non avrebbe mandato né popolare diretto né parlamentare di fatto. Un uomo libero di fare e disfare, in sostanza, frutto del parto di due apprendisti stregoni incapaci di gestire le loro azioni e che, magari, tra uno o due anni potrebbero aver persino mollato la politica o essere stati messi da parte. Lasciando libera la propria creatura fuori di ogni recinto politico o di mandato. Capite il tema? Non vi sembra che disfarsi del Parlamento sia oggi il pericolo più grosso?