Fonte: facebook
di Alfredo Morganti
La primogenita Marina, Gianni Letta e Fedele Confalonieri lo pregano [Berlusconi] di non mandare a monte il patto del Nazareno, rammentando al Fondatore gli interessi di Mediaset, e tutti i rischi di una riforma del sistema radiotelevisivo portata avanti da un governo ostile”. Così Tommaso Ciricaco, oggi, su Repubblica. Che riporta anche un virgolettato di Verdini: “Possiamo anche far saltare tutto, così al Quirinale ci ritroviamo Prodi. Poi però non venite a lamentarvi con me!”. Si riferisce all’eventualità tragica (per loro) che il nuovo Presidente possa nascere fuori dall’accordo tra Renzi e Berlusconi. Due citazioni che confermano, parola per parola, il contenuto del mio post di ieri, “Il sottotesto del Patto”. Ossia che l’accordo tra i due abbia un profilo implicito, ma in realtà molto evidente, e quasi esistenziale per Berlusconi: consentirgli di lasciare la politica ‘dolcemente’, con la garanzia che la sua vita imprenditoriale sia salva anche per il futuro, in virtù di un sereno transito delle proprietà ai figli.
In questa ricerca di sicurezza rientra la necessità di condizionare l’elezione del nuovo Presidente, di sceglierlo assieme, di garantirsi che non sia un nemico, uno come Prodi per dire. Questo perché, in una Repubblica quasi Presidenziale come l’Italia, il vertice delle Istituzioni assume il carattere di una boa attorno a cui ruota tutto. Una sponda fenomenale per ogni svolta politica, compresa la gestione della cucina quotidiana. Il Patto non può fallire, dunque, e gli ultimatum sembrano più pen-ultimatum che altro. Verdini ha ragione da vendere, e Fitto proprio non capisce che è in gioco ben più che il suicidio politico di Forza Italia. È in gioco il futuro politico e personale di attori rilevantissimi della scena politica italiana, è in gioco la loro marginalità oppure la loro preponderanza. È in gioco la continuità politica, la conservazione degli assetti, un equilibrio ventennale. Non si molla un osso così, nemmeno per sbaglio. C’è un pezzo grande della nostra classe dirigente che sta attendendo con ansia l’esito di queste schermaglie.
D’Alema ieri a ‘Otto e mezzo’, secondo Corriere.it, ha spiegato che Berlusconi è innamorato di Renzi e che lo ha scelto come erede. Ne parlavamo ieri, appunto, anche di questo.