PD – l’Io diviso

per mafalda conti
Autore originale del testo: Marta d'Agostino Tortorella

Marta D’Agostino Tortorella – 10 ottobre 2014

Può esistere un partito senza iscritti, ma molti elettori? Un partito dal sapore misto, un po’ liberista (molto), un po’ a sinistra (poco). Un partito che ha perso la sua vocazione per una società più equa e solidale, a favore dei diritti (quelli il partito li aveva promessi, ma sembra essersene dimenticato e lascia fare ad Alfano). Esiste una base che ha ancora voglia di proporre e di contare, utilizzando gli strumenti di uno Statuto che forse andrebbe rivisto, visto la pletorica formazione degli organismi dirigenti (penso alla Direzione e all’Assemblea nazionale). Perché non consultarli mai questi superstiti iscritti, chi stringendo i denti vuole ancora credere a un moderno partito di centro-sinistra, al progetto che aveva affascinato tutti?

Ora dalla solitudine di chi si fregia felice del bellissimo termine “compagno/a), dall’angoscia nel vedere un partito mutare forma e sostanza, nasce dalle stanze dei circoli uno spirito critico ma costruttivo. Il partito ci ha deluso, ma noi siamo il partito. Il partito è nostro, dobbiamo fare uno sforzo di analisi politica e fare di noi stessi la nostra stella polare.

Sarà la base decimata del Pd la sua salvezza? Ai posteri l’ardua sentenza.

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