Il muro di Berlino, un altro mito della guerra fredda

per mafalda conti
Autore originale del testo: William Blum
Fonte: comedonchisciotte
Url fonte: http://www.comedonchisciotte.org/site/modules.php?name=News&file=article&sid=14169

di William Blum

counterpunch.org –  22 ottobre  2014

Il 9 Novembre segna il 25esimo anniversario della caduta del muro di Berlino. Lo stravagante trambusto e’ cominciato da mesi a Berlino. Da parte degli USA possiamo aspettarci tutti i cliché da Guerra Fredda circa la lotta del Mondo Libero contro la Tirannia Comunista che verranno tirati in ballo insieme alla solita favola del come il muro sia venuto in essere: Nel 1961, i comunisti di Berlino Est costruirono un muro per impedire ai loro cittadini oppressi di scappare a Berlino Ovest e alla libertà. Perché? Perché ai comunisti non piace che la gente sia libera e impari la “verità”. Che altro tipo di ragione poteva esserci?

Prima di tutto, prima della costruzione del muro nel 1961, migliaia di tedeschi dell’est si recavano a ovest per lavoro ogni giorno e poi rientravano in casa alla sera. Molti altri andavano avanti e indietro per fare delle compere o per altre ragioni. Per cui chiaramente non erano trattenuti ad est contro la propria volontà. Ma allora perché e’ stato costruito il muro? C’erano due ragioni principali:

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1) L’occidente stava molestando la Germania Est con una vigorosa campagna di reclutamento di professionisti e di lavoratori specializzati che si erano formati a spese del governo comunista. Questo alla fine ha provocato una seria crisi lavorativa e produttiva nell’est. Come indicazione di questo, il New York Times segnalava nel 1963: “Berlino Ovest ha sofferto economicamente dalla costruzione del muro con la perdita di circa 60.000 lavoratori specializzati che ogni giorno si recavano dalle loro case di Berlino Est ai loro posti di lavoro di Berlino Ovest.”

Bisogna notare che nel 1999, USA Today scriveva: “Quando e’ caduto il muro di Berlino [1989], i tedeschi dell’est s’immaginavano una vita di libertà ove i beni di consumo erano in abbondanza e i tempi di difficoltà passati per sempre. Dieci anni più tardi, un rimarcabile 51% afferma che erano più felici con il comunismo.” E sondaggi precedenti indicavano una percentuale di persone che esprimevano un tale sentimento ancora più alta, perché in questi dieci anni molti di coloro che si ricordavano in un modo più chiaro la vita nella Germania dell’Est erano morti. Anche se, dieci anni ancora più tardi, nel 2009, il Washington Post affermava: “Gli occidentali [di Berlino] dicono che non ne possono più della tendenza dei loro omologhi orientali di essere fissati con la nostalgia dei tempi comunisti.”

E’ stato nel periodo dopo la riunificazione che e’ nato un nuovo proverbio russo ed europeo orientale: “Tutto quello che i comunisti hanno detto sul comunismo e’ una bugia, ma tutto quello che hanno detto sul capitalismo si e’ rivelato vero.”

Si deve anche notare che la divisione della Germania in due stati nel 1949 – dando inizio a 40 anni di Guerra Fredda – e’ stata una decisione americana e non sovietica.

2) Durante gli anni ’50, gli americani promotori della guerra fredda nella Germania Occidentale hanno dato il via ad una cruda campagna di sabotaggio e di sovversione contro la Germania Orientale con l’obbiettivo di scompaginare l’assetto economico ed amministrativo del paese. La CIA ed altri servizi USA di intelligence e militari avevano reclutato, equipaggiato, addestrato e finanziato gruppi di attivisti tedeschi ed individui, dell’ovest e dell’est, per compiere azioni nello spettro tra la delinquenza giovanile fino al terrorismo. Qualsiasi cosa che rendesse la vita difficile per il popolo della Germania Orientale e indebolisse il suo supporto al governo. Qualsiasi cosa facesse sembrare i “commies” come dei cattivi.

E’ stato un progetto notevole. Gli Stati Uniti e i loro agenti usarono degli esplosivi, incendi dolosi, cortocircuiti ed altri metodi per danneggiare centrali elettriche, cantieri navali, canali, banchine, edifici pubblici, distributori di benzina, trasporti pubblici, ponti etc. Deragliarono dei treni commerciali provocando il ferimento grave di lavoratori. Incendiarono 12 autovetture sopra un treno commerciale e  distrussero i tubi ad aria compressa (i freni) di altri. Usarono degli acidi per danneggiare macchinari vitali di stabilimenti industriali. Misero della sabbia nelle turbine di un stabilimento portandolo all’arresto. Applicarono il fuoco ad una fabbrica per la produzione di mattonelle. Promossero dei rallentamenti nella produzione industriale. Uccisero 7.000 mucche in una cooperativa agricola avvelenandole. Aggiunsero dei detersivi nel latte in polvere destinato alle scuole della Germania Orientale. Venero trovati in possesso al tempo del loro arresto, di una grande quantità del veleno cantharidin con il quale progettavano di produrre delle sigarette per uccidere personaggi di primo piano della Germania Orientale. Causarono l’esplosione di bombe maleodoranti per interrompere incontri politici. Cercarono di sabotare il Festival Internazionale della Gioventù a Berlino Est mandando degli inviti contraffatti, promesse fasulle di vitto e alloggio gratis, notizie false di cancellazioni, etc. Effettuarono attacchi contro i partecipanti con degli esplosivi, bombe incendiarie e materiale per la foratura dei pneumatici. Falsificarono e distribuirono larghe quantità di biglietti per le razioni di cibo per causare confusione, carenze e risentimento. Mandarono delle false notifiche di imposte come anche altre direttive e documenti governativi per favorire la disorganizzazione e l’inefficienza nell’industria e nelle organizzazioni sindacali… Tutto questo e molto altro ancora.

Il centro Woodrow Wilson International Center for Scholars, a Washington, DC, di fede conservatrice e promotore della guerra fredda, in un suo Progetto di Lavoro, il Cold War International History Project Working Papers (#58, p.9) enuncia: “La frontiera aperta a Berlino aveva esposto la GDR [Germania Est] allo spionaggio massivo e alla sovversione e, come mostrano i due documenti nell’appendice, la sua chiusura ha dato allo stato comunista maggiore sicurezza.”

Durante gli anni ’50, la Germania Orientale e l’Unione Sovietica hanno ripetutamente sporto dei reclami agli ex alleati dei Sovietici in Occidente e alle Nazioni Unite riguardo specifiche attività di sabotaggio e di spionaggio chiedendo la chiusura degli uffici nella Germania Occidentale che ritenevano responsabili, e per i quali avevano fornito nomi e indirizzi. I loro reclami sono caduti nel vuoto. Inevitabilmente la Germania Orientale ha cominciato a restringere l’ingresso nel paese dall’ovest, cosa che eventualmente portò al famigerato muro. Ad ogni modo, anche dopo la sua costruzione c’era stato un regolare, benché limitato, movimento legale di immigrazione dall’est verso l’ovest. Nel 1984, per esempio, la Germania Orientale permise a 40.000 persone di partire. Nel 1985, giornali della Germania Orientale hanno asserito che più di 20.000 ex cittadini che si erano stabiliti nell’Ovest volevano rimpatriare dopo essere stati disillusi dal sistema capitalistico. Il governo della Germania Occidentale dichiarò che 14.300 tedeschi dell’est erano tornati indietro durante i 10 anni precedenti.

Non dimentichiamo inoltre che mentre la Germania Orientale si era completamente denazificata, nella Germania Occidentale, per più di un decennio dopo la guerra, le più alte cariche governative nei rami dell’esecutivo, legislativo e giuridico contenevano numerosi ex ed “ex” nazisti.

Infine, va ricordato, che l’Europa Orientale divenne comunista perché Hitler, con l’approvazione dell’Occidente, l’ha usata come corridoio per raggiungere l’Unione Sovietica e spazzare via il Bolscevismo per sempre, e che i russi nelle due Guerre Mondiali persero circa 40 milioni di persone avendo l’Occidente usato questo corridoio per invadere la Russia. Non dovrebbe quindi destare sorpresa il fatto che l’Unione Sovietica volesse chiudere questo corridoio.

Per un’addizionale e molto interessante veduta dell’anniversario del Muro di Berlino, si può leggere l’articolo “Humpty Dumpty and the Fall of Berlin’s Wall” di Victor Grossman. Grossman (cognome originario Steve Wechsler) era fuggito dal US Army in Germania sotto la pressione delle minacce dell’era McCarthy e poi e’ diventato un giornalista nella Repubblica Democratica Tedesca (Orientale). Vive ancora a Berlino e manda con le sue mail il suo “Berlin Bulletin” sugli sviluppi tedeschi su base irregolare. Si può abbonare a wechsler_grossman@yahoo.de. La sua autobiografia: “Crossing the River: a Memoir of the American Left, the Cold War and Life in East Germany” (NdT – Attraversando il Fiume: un Memoriale sulla Sinistra Americana, la Guerra Fredda e la Vita nella Germania Orientale) e’ stato pubblicato da University of Massachusetts Press. Sostiene di essere l’unica persona al mondo con dei diplomi sia da Harvard University e da Karl Marx University in Leipzig.

Fonte: www.counterpunch.org

Link: http://www.counterpunch.org/2014/10/22/the-berlin-wall-another-cold-war-myth/

 

Scelto e tradotto per www.comedonchisciotte.org da GEORGIOS

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