IL MISTERO DELLE DUE ANNUNCIAZIONI
La Natività è ormai vicina e ci riporta alla semplicità degli affetti e al ritrovarsi in famiglia. Pure, dovrebbe divenire motivo di comprensione dei grandi misteri che racchiude. Non si può arrivare alla comprensione in una volta sola, perché un fatto così grande come quello della Palestina richiese una complessità di circostanze e la convergenza di due correnti spirituali, ciascuna con la sua particolare missione. Queste due correnti spirituali non si potevano fondere così senz’altro, ma la loro unione doveva venir preparata gradualmente. Ne vediamo il primo riflesso nel Vangelo di Luca. Questo è un testo edificante per chi si avvicini col cuore semplice. È fonte di consolazione interiore per chi è oppresso dal dolore, perché ci parla di consolazione, del benefattore, del salvatore degli afflitti. Si legge all’inizio che ai pastori commossi apparve l’Angelo annunziando la nascita del Redentore, e poi si associarono a lui una moltitudine di schiere celesti. Cosa venne annunciato? “Le Entità divine si manifestano dall’alto, affinché regni la pace sulla Terra tra gli uomini di buona volontà”. Ciò che appare in quella immagine è appunto una delle grandi correnti spirituali che si è andata elevando sempre più e che ora appare dalle altezze spirituali. È il buddismo che si è diffuso alcuni secoli prima della comparsa di Cristo. Riapparve la grande religione che aveva commosso i cuori della India, la religione dell’amore e della compassione. La figura spirituale che appare ai pastori e di cui ci parla Luca è l’essere che per millenni aveva portato agli altri il suo messaggio d’amore e compassione, e che ora si librava nelle altezze spirituali. La dottrina che il Budda diede al mondo è quella della compassione e dell’amore, e gli individui possono svilupparla per forza propria se eliminano dal loro animo passioni ed egoismi. Era la dottrina dell’interiorità dell’anima, la quale agendo su di sé può divenire sempre migliore; l’essere umano veniva considerato come un essere a sé, a prescindere dalla sua origine cosmica. L’insegnamento di Budda, se inteso correttamente, diffonde un intimo calore nell’anima umana ed appare impregnato di sentimento quando ci si presenta ringiovanito nel Vangelo di Luca.
Compito ben diverso aveva avuto l’individualità ch’era stata incarnata nello Zarathustra dell’antico popolo persiano. Egli parlava del Dio esteriore e cercava di comprendere e penetrare spiritualmente il mondo. Insegnava che ciò che è nell’individuo di interiore fu prima organizzato dalle forze spirituali, e ad ogni interiorità corrisponde una esteriorità. Zarathustra aveva dunque il compito di insegnare ciò che è esteriore e ci circonda, e accennava alla spiritualità che è nel Cosmo. E in aggiunta, fu compito di Zarathustra coltivare nel mondo l’abilità e la forza, suscitare forza, abilità e sicurezza per l’azione esteriore, insegnare all’individuo che non si è sicuri solo nell’interiorità, ma si vive in un mondo dove non si è soli. Ci troviamo in un mondo pervaso di spirito e facciamo parte di esso, siamo nati dallo spirito, tale l’insegnamento di Zarathustra. Due suoi discepoli rincarnarono poi come Ermete in Egitto e Mosè nella antica civiltà ebraica, e poi nel maestro di Pitagora. Tutto quanto fu in grado di insegnare era rivolto al mondo e mirava a portare ordine e armonia. I discepoli di Zarathustra furono chiamati Magi ed anche Re, individui che sanno l’arte dell’organizzazione sociale. Per un discepolo, c’era un profondo attaccamento al maestro, vedevano in lui un riflesso del Sole stesso. Ai Magi non poteva restare celata l’avvicinarsi della sua corrente spirituale a Betlemme. L’oro, l’incenso e la mirra erano simboli della saggezza: l’oro simbolo del pensiero, l’incenso simbolo del sentimento della devozione e la mirra simbolo della forza di volontà. In tal modo, presentandosi a Betlemme, sapevano che la corrente ricompariva fra la gente ed così espressero la loro affinità spirituale mediante i tre doni.
Queste due correnti spirituali le vediamo riflesse nelle due distinte Annunciazioni, una a Maria, l’altra a Giuseppe, riportate rispettivamente nel Vangelo di Luca e nel Vangelo di Matteo. Se confrontiamo i due Vangeli di Luca e Matteo, vi troveremo la nascita di Gesù preannunziata in modo molto diverso: secondo Matteo viene annunziata a Giuseppe, secondo Luca viene annunziata a Maria. Ora, i Vangeli furono scritti da individualità capaci di intendere gli eventi con una visione spirituale profonda e propria, e in base al grado della conoscenza soprasensibile da essi raggiunto si presentavano i misteri connessi con la vita di Gesù.
Le due correnti suddette alla nascita confluirono e si unirono. Possiamo ora provare a capire le diverse apparizioni. Quanto in noi si connette con la volontà e la forza viene trasmesso dall’elemento paterno. Quanto invece si connette con l’interiorità e l’anima viene trasmesso dall’elemento materno. Si può trovare questa verità spesso confermata nel mondo. La statura, figura esteriore, l’atteggiamento della vita che si deve al carattere dell’Io deriva dall’elemento paterno. Il carattere sentimentale e la purezza del sentire deriva dall’elemento materno. Gesù dovette ereditare dall’elemento paterno la forza, essendo la sua missione portare nel mondo le forze divine. Nel Vangelo di Matteo si dice che dal mondo spirituale una speciale individualità sta per nascere e viene annunciato al padre, a Giuseppe. Le qualità interiori che derivano dalla madre invece riflettono l’amore e la compassione, sono l’altra corrente spirituale che si unisce e che viene annunciata a Maria come detto nel Vangelo di Luca.
Profondo mistero!
FILOTEO NICOLINI
Immagine: Georges De La Tour, L’apparizione dell’angelo a San Giuseppe.