da megachip.globalist.it 07 luglio 2014
Tel Aviv e la sua immunità sotto l’ombrello del cosiddetto ‘processo di pace’. L’elenco 2014 dei palestinesi uccisi da Israele
da We are all on the Freedom Flotilla 2 – News.
I nostri giornalisti si occupano, raramente, di Palestina, anche in quest’anno che l’ONU ha dedicato al sostegno al Popolo palestinese, e, altrettanto raramente, lo fanno in modo obiettivo.
Poi, d’improvviso, un avvenimento, non diverso dai tantissimi altri che sconvolgono la vita quotidiana dei Palestinesi, sale alla ribalta e bisogna parlarne, per giorni. E come se ne parla? Chi fornisce i dati, i particolari? Chi decide quando è il momento di parlare di Palestina?
Viene da chiederselo, ascoltando i tg e leggendo i giornali. Qualcuno ha chiesto conto al Governo israeliano delle prove che dice di avere sulla responsabilità di Hamas, per esempio? E perché presentare la reazione israeliana come se fosse una cosa ovvia e legale? Qualcuno ha letto la Convenzione di Ginevra? Qualcuno ha chiesto conto al Governo israleiano di queste violazioni? Perché chiedersi “a chi giova bloccare il processo di pace” e rispondere “agli estremisti”? È il Governo israeliano, di ieri e di oggi, che non vuole la Pace!
E viene da commentare: così si fa il gioco del più forte.
Come dice Ilan Pappe, lo storico israeliano,
“Se la comunità internazionale continua a garantire a Israele l’immunità sotto l’ombrello del cosiddetto “processo di pace”, questo ciclo di violenza non smetterà.”
e, parlando della resistenza palestinese, violenta e non violenta,
“continuerà finché il mondo non costringerà Israele a cambiare la propria strategia politica.”
Magari le preghiere congiunte di Papa Francesco e dei Presidenti Abbas e Peres fossero andate in questa direzione!
Pappe suggerisce, anche, a cosa porterà il ritrovamento dei corpi dei tre giovani coloni: indebolire Hamas e accelerare l’annessione dell’Area C. Sarebbe stata raggiunta, comunque, ma in modo più lento. L’accordo tra Hamas e Fatah ha dato una forte spinta a questo progetto.
A questo punto, possiamo, anche, prendere in considerazione la disamina che Karin Brothers, giornalista freelance, fa dell’accaduto: reteitalianaism.it.
Non c’è traccia, nei reportage nostrani, degli almeno 7 Palestinesi uccisi, dopo il ritrovamento dei cadaveri dei tre coloni né delle centinaia di arresti, tra i quali 600 membri di Hamas, parlamentari compresi. Gli ultimi arresti, ieri, hanno colpito 11 bambini del campo di Shu’fat (foto di Jamil Al Mashani QUI), né delle tantissime abitazioni palestinesi distrutte.
Ieri, 6 luglio, sono morti due lavoratori palestinesi, investiti da un’auto di coloni, a Haifa. Si chiamavano Anwar Sati, 55 anni, e Zahi Abu Hamed, 44 anni
Per quanto riguarda i morti nei bombardamenti sulla Striscia di Gaza (a proposito: perché vengono sempre presentati come “risposta al lancio di razzi dalla Striscia su Israele”?), non c’è bisogno di “dare i numeri” (4, 5, 6); sono 9, una cifra giunta, subito, appena i corpi sono arrivati in ospedale. E non sono tutti miliziani di Hamas, come riportato. Tra di loro, per esempio, c’è un giovane calciatore, il cui unico sogno era giocare a calcio, nella Nazionale palestinese
Sempre restando nella Striscia, è notizia di oggi che il Governo israeliano ha ridotto, ancora una volta, il limite nautico, entro il quale i pescatori possono spingersi, portandolo da 6 (che è già molto meno di quanto stabilito dagli accordi di Oslo) a 3, minacciando di sparare contro le imbarcazioni che violeranno tale limite.
Mancano all’appello dei nostri media, anche gli Israeliani contrari alla politica e ai metodi del loro Governo. Membri di Nautrei Karta, per esempio, si sono recati a casa di Mohamed Abu Khudeir, il giovane palestinese rapito e ucciso, a presentare le loro condoglianze (video: QUI) o lo scrittore Miko Peled, arrestato nel corso della manifestazione settimanale di Bi’lin, perché mostrava le foto di Mohamed (foto: QUI)
Neanche il ferimento del corrispondente della CNN, Ben Wedeman, colpito da un proiettile israeliano, rivestito di gomma, ha trovato spazio, almeno per solidarietà di categoria. Nellla video-intervista, Wedeman mostra il proiettile, uguale a quelli che i soldati israeliani sparano contro i civili palestinesi, tutti i giorni, durante i raid notturni o alle manifestazioni pacifiche di protesta:
QUI.
Infine, qualche volta, si potrebbe dire che non tutti gli Stati vogliono rendersi complici di Israele. La scorsa settimana, i delegati di Israele sono stati espulsi dal vertice dell’Unione Africana. Le motivazioni? Le leggi che disciplinano l’UA sono ostili ai Paesi coloniali e, in più, le condizioni di vita della comunità africana che vive in Israele sono state più volte denunciate dalle associazioni di difesa dei diritti umani (vedi QUI)
Non è poco.
Elenco dei 35 Palestinesi uccisi da Israele, dall’inizio del 2014, fino a giugno.
Gennaio:
1. Mohammad Adnan Abu Khater, 18 anni, ucciso da proiettili israeliani, a Gaza
2. Mohammad al-‘Ejla, 32 anni, assassinato da un missile israeliano, a Gaza
3. Ahmad Za’anin, 21 anni, assassinato da un missile israeliano, a Gaza
4. Mohammad Za’anin, 23 anni, assassinato da un missile israeliano, a Gaza
5. Bilal Oweida, 20 anni, ucciso da fuoco israeliano, a Gaza
6. Mohammad Mubarak, 20 anni, ucciso da fuoco israeliano, a Ramallah
Febbraio:
1. Mo’taz Washha, 25 anni, ucciso da fuoco israeliano, a Ramallah
2. Ibrahim Mansour, 26 anni, ucciso da proiettili israeliano, a Gaza
Marzo:
1. Amna Qdeih, 57 anni, ucciso da fuoco israeliano, a Khuza’a, vicino Khan Younis, Gaza sud
2. Mos’ab az-Za’anin, 21 anni, assassinato da un missile israeliano, a Beit Hanoun, Gaza nord
3. Sharif Nasser, 31 anni, assassinato da un missile israeliano, a Beit Hanoun, Gaza nord
4. Raed Z’etar, 37 anni, avvocato, ucciso dai soldati israeliani, ad al-Karama Crossing, tra la Giodania e la Cisgiordania
5. Saje Darwish, 18 anni, ucciso dal fuoco dell’Esercito, vicino Ramallah
6. Ismael Abu Jouda, 23 anni, assassinato da un missile israeliano, nel sud della Striscia di Gaza
7. Shaher Abu Shanab, 24 anni, assassinato da un missile israeliano, nel sud della Striscia di Gaza
8. Abdu-Shafy Moammar, 33 anni, assassinato da un missile israeliano, nel sud della Striscia di Gaza
9. Yousef Shawamra, ucciso da proiettili israeliani, a Al Khalil
10. Hamza Abu al-Haija, 21 anni, assassinato dal fuoco dell’Esercito, a Jenin
11. Mahmoud Abu Zeina, 21 anni, assassinato dal fuoco dell’Esercito, a Jenin
12. Yazan Jabbareen, 23 anni, assassinato dal fuoco dell’Esercito, a Jenin
Maggio:
1. Nadim Nuwwara, 17 anni, ucciso dal fuoco dell’Esercito, vicino Ramallah
2. Mohammad Abu Thaher, 20 anni, ucciso dal fuoco dell’Esercito, vicino Ramallah
Giugno:
1. ‘Ala Mohammad Odah, 30 anni, ucciso dal fuoco dell’Esercito, al blocco stradale di Za’tara, vicino Nablus
2. Emad Salem, 52 anni, pescatore, ucciso dal fuoco della Marina israeliana, nelle acque di Gaza
3. Mohammad Ahmad al-‘Aawoor, 30 anni, assassinato da un missile israeliano, nel nord della Striscia di Gaza
4. Ali Abdul-Latif al-‘Aawoor, 7, anni, ucciso dallo stesso missile che ha ucciso suo zio, Mohammad
5. Arafat Sabbarin, 23 anni, ucciso da proiettili israeliani, nel campo rifugiati di al-Jalazoun refugee camp, Ramallah
6. Jihad Mohammad Doudin, 13 anni, ucciso dal fuoco israeliano, a Al Khalil
7. Sakher Abu Mohsen, 16 anni, ucciso da una mina israeliana, nella Valle del Giordano
8. Ahmad Sa’id Abu Shannon, 30 anni, ucciso dal fuoco dell’Esercito, a Nablus
9. Mahmoud Ismael Tarifi, 30 anni, ucciso dal fuoco dell’Esercito, a Ramallah
10. Mohammad Aslan, 24 anni, ucciso dal fuoco dell’Esercito, a Ramallah
11. Osama al-Hassoumi, 29 anni, assassinato da un missile israeliano, a Gaza
12. Mohammad al-Faseeh, 24 anni, assassinato da un missile israleiano, a Gaza
13. Mohammad Zayed Obeid, 26 anni, assassinato da un bombardamento israeliano, a Gaza.
(fonte: Women for Palestine)