di Luigi Altea 21 gennaio 2019
Oggi Il rapporto Oxfam ha confermato impietosamente che i ricchi sono sempre più ricchi, e che i poveri sono sempre più poveri.
Forse è per questo che dopo centocinquanta anni dal Manifesto di Carlo Marx, un altro Carlo ha deciso di lanciare il suo manifesto.
Uno spettro si aggirava allora in Europa: il comunismo.
Un fantasma si aggira oggi in Italia: il calendismo.
Proletari di tutto il mondo unitevi, incitava Marx.
Pariolini d’Italia seguitemi, esorta Calenda.
Carlo Marx, col suo Manifesto, invitò i comunisti a manifestare apertamente e a far conoscere al mondo le loro idee, i loro ideali.
Fu una dichiarazione di guerra al capitalismo.
Carlo Calenda, col suo Manifesto, incita renziani e limitrofi a seguirlo.
E’ l’annuncio di una lista per una dura resistenza al sovranismo.
La vita di Calenda è stata una vita di resistenza fin da bambino.
Tutti ricordano quanto faticò Luigi Comencini, per convincerlo ad accettare il ruolo di Enrico Bottini, il protagonista di Cuore, nella miniserie televisiva.
Nonno, perché hai dato proprio a me il ruolo del protagonista? Perché proprio io devo fare la parte del bambino agiato e borghese? Io voglio essere Antonio Rabucco, il figlio del muratore, piagnucolava il piccolo Carlo.
Riuscirono a vincere le sue resistenze solo con la minaccia di mandarlo a letto dopo cena, senza il dolce.
Nessuno ha dimenticato gli sforzi di Luca Cordero di Montezemolo per portarlo, quasi di peso, alla Ferrari prima, e in Confindustria dopo.
Renzi, Letta e Gentiloni chiesero l’intervento diretto del Presidente della Repubblica, per fiaccare le sue resistenze, ed indurlo ad entrare nei loro governi.
Al Manifesto, Carlo Marx fece seguire i quattro volumi del Capitale.
Al suo manifesto, Carlo Calenda farà seguire i nomi dei capilista e l’elenco dei candidati.