Il maldestro tentativo del Pd di addossare tutte le colpe a Conte

per Gian Franco Ferraris
Autore originale del testo: Fausto Anderlini
Il maldestro tentativo del Pd di addossare tutte le colpe a Conte
Il Malleus maleficarum anti-Conte e altri spropositi
Non c’è peggiore argomentazione a difesa di una linea politica che re-inventare avversari di comodo rimestando in modo malizioso e recriminatorio nel passato. Uno stile che si ritrova in molti dei sostenitori della lista Democratici e Progressisti dopo essere stato largamente sperimentato dai media di regime. Triturando Conte e il M5S, ad esempio, in una sorta di malleus maleficarum, volto a ingigantirne la negatività dandogli la colpa della rottura del campo largo.
In una odierna intervista il compagno Scotto (uso apposta la severa terminologia dei tempi classici) ritorna addirittura al famoso non expedit lanciato dai grillini contro Bersani nell’incontro in streaming del 2013. Immediato notare che son passati due lustri e che allora di Conte non si aveva neanche contezza. E che quella presunta ‘umiliazione’ è stata usata da Renzi come argomento principe per diffamare Bersani. L’esempio è comunque buono per ricordare alcuni fatti. Il tentativo di Bersani di dare un governo di sinistra al paese non fu solo osteggiato dai grillini ma anche dalla scelta di Napolitano di limitare Bersani a un incarico meramente esplorativo.
Molte erano le forze che congiurarono contro Bersani e le intemerate di Grillo non furono neanche le più insidiose. Lo si vide bene negli eventi che portarono alle dimissioni di Bersani dalla segreteria: non solo Renzi, la congiura dei 101, ma anche alleati infidi come la vendoliana Sel (della quale Scotto era allora deputato) che pure Bersani aveva generosamente corrisposto con l’elezione alla presidenza della Camera della Boldrini. Per non parlare della campagna ‘Occupy Pd’ e del bombing contro la candidatura Marini lanciata da quei civatiani, già alleati di Renzi, fra i quali militava anche Elly Schlein allora in procinto di essere eletta col Pd nel parlamento europeo…..
Troviamo dunque in quel frangente diversi fra gli attori attuali che si ritrovano coi Democratici e Progressisti e dintorni, persino Di Maio, e che possono vantare di avere avuto con Bersani un rapporto quantomeno problematico. Ma non Conte. Che non c’era.
Ma dettagli a parte è la lettura del M5S che è sbagliata in punto di analisi. Si sostiene che Conte avrebbe interrotto con le sue scelte il processo di maturazione ed istituzionalizzazione del M5S e starebbe riportando i grillini al punto di partenza, in una indefinita nebulosa anti-sistema. Guarda caso è la tesi cara a Di Maio, il ministro sicario. Invece quel che sta avvenendo è qualcosa di profondamente diverso. Si può avanzare una lettura in tre fasi.
Nella prima il M5S si presenta come un movimento ubiquo che da sfogo a una vasta insofferenza verso le conseguenze prodotte dal governo Monti e che intercetta anche molti umori di destra. Con ciò depistandoli (Grillo ha giustamente dichiarato che se non ci fosse stato il Movimento l’Italia sarebbe finita nelle mani di ‘Alba dorata’.
Nella seconda, con la gestione di governo, il Movimento si istituzionalizza e perde gran parte dell’appeal esercitato sull’elettorato di destra o meramente qualunquista.
Nella terza, quella attuale, assistiamo al tentativo di Conte di dare al Movimento un solido carattere sociale, democratico ed ecologista. Non tanto l’istituzionalizzazione (già avvenuta e con gravi strascichi) ma una ridefinizione dei fini, cioè del telos valoriale e programmatico. Il partito che va configurandosi è radicale negli indirizzi, ma tutt’altro che anti o extra sistema. Per quanto di orientamento pacifista non chiede l’uscita dalla Nato e dal punto di vista istituzionale rivendica la centralità del parlamento e le finalità della Costituzione repubblicana. Anche antropologicamente, specie alcuni dei leader, tende a un aspetto che per molti versi richiama un moderato socialismo delle origini. Non solo l’avvocato Conte….si pensi a Patuanelli, ingegnere calmo, preparato e determinato nelle convinzioni. Mi sembra di vedere una reincarnazione di Quirico Filopanti, il socialista filantropo che progettò la ferrovia Veneta…..francamente a vederli come estremisti che ne vuole…
La verità è che il M5S sta facendo, e a un ritmo crescente, molti più passi verso una sinistra dai toni ‘bersaniani’ di quanti ne abbia fatti il Pd nell’emanciparsi dal renzismo. Così è se vi pare.
Per quanto mi riguarda io sono stato fedelmente bersaniano sin dall’atto della sua elezione a segretario. E qui la chiudo,
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