Il Grande Vuoto del governo Meloni

per Gian Franco Ferraris
Autore originale del testo: Marco Travaglio
Fonte: Il Fatto Quotidiano

Il Grande Vuoto

È vuoto il bilancio del governo Meloni alla vigilia del suo secondo compleanno: nulla di significativo che la gente possa ricordare per averle migliorato la vita.

Sono vuote le casse dello Stato tra un condono (anzi, venti) e una retromarcia sulla tassa agli extraprofitti, mentre l’economia sommersa più quella illegale crescono più del Pil e superano i 200 miliardi (nel 2022, figurarsi oggi).

È vuota la manovra finanziaria più miserevole e truffalda del nuovo millennio, che non mette nuove tasse perché aumenta quelle vecchie e riporta la spesa sanitaria ai livelli miserevoli del 2007.

È vuota la piazza palermitana di Salvini e dei suoi camerieri (fra cui alcuni cosiddetti ministri) per delibare la psico-arringa della Bongiorno e protestare contro i “giudici comunisti” nella beata indifferenza della città, ma pure del resto del mondo.

È vuoto il mitologico Centro italiano di trattenimento per migranti in Albania, mezzo ancora da fare, che dovrebbe contenerne 800, ma finora ne ha visti 16, traghettati a costi esorbitanti su una nave italiana prima di scoprire che due non possono stare lì perché minorenni, due non possono stare lì perché vulnerabili e gli altri 12 non possono stare lì perché provenienti da Paesi non sicuri (Egitto e Bangladesh), quindi tornano tutti in Italia, sempre a spese nostre. E magari qualche medico, qualche infermiere e qualche malato si domanderà perché questi geni abbiano buttato 800 milioni per la tragicomica campagna d’Albania: la stessa cifra dell’aumento del Fondo sanitario per il 2025, che avrebbe potuto essere il doppio.

È vuoto lo share del programma su Rai2 dell’ex Iena Nino Monteleone, il noto sfollagente che doveva sbaragliare la fantomatica egemonia culturale della sinistra per la modica cifra di 350mila e rotti euro l’anno solo per lui: s’intitola L’altra Italia perché si rivolge a quella dove il segnale non prende o, se prende, si guarda altro. Infatti la prima puntata l’ha vista l’1,8% dei telespettatori (gli amici e i famigliari), la seconda l’1,5% (hanno smesso anche gli amici), la terza lo 0,99 con picchi dello 0,70 (hanno smesso pure i famigliari). Risultati ben al di sotto del monoscopio e anche della media-zapping – che garantisce comunque ai primi sei canali del telecomando un comodo 2% – spiegabili soltanto con la distruzione generalizzata del secondo pulsante per evitare brutti incontri.

Sono vuote le bocche e le zucche dei ministri e dei sottosegretari, che passano il tempo fra cazzate (quando si capisce ciò che dicono) e supercazzole (quando, per fortuna, non si capisce).

È tutto un grande buco col vuoto intorno. Aspetta soltanto che qualcuno lo riempia.

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