Il futuro non è il capolinea….

per Gian Franco Ferraris
Autore originale del testo: Angelica Lubrano

di Angelica Lubrano – 16 giugno 2013

Ognuno ha un’idea di futuro come traguardo unico ed assoluto, di natura sociale, economica, religiosa, culturale, etnica e insulta e aggredisce chi non la pensa come lui. Io rispetto le idee diverse, purchè queste siano oneste  e rispettose delle regole. E’ manifestazione di relativismo? Bene. Il relativismo è una conquista dello spirito, una delle più alte, perché considera idee  valori e verità legate ai tempi e alle esperienze dei soggetti. Inutile richiamare comportamenti ritenuti delitti e puniti come reati solo pochi decenni fa, o poche migliaia di Km più a sud o più a Est nel globo terrestre.

Per molti anni della mia prima giovinezza ho ritenuto l’abolizione della proprietà privata dei mezzi di produzione e il conflitto di classe stelle polari delle mie scelte politiche.Poi a una lettura più attenta di Marx ed Engels ho rielaborato il mio pensiero perchè ho capito che il problema di tanti marxisti d’antan è che hanno abbandonato il Marx sociologo, economista e filosofo del materialismo storico, per sposarne la parte più lontana dal suo pensiero migliore: il Marx profeta, quello che dopo aver individuato gli strumenti più efficaci di lettura della storia poi si abbandona come tutti i visionari (in senso buono, lo sono anch’io …..) all’idea di un capolinea, di una tappa finale nella storia: la dittatura del proletariato e la società senza classi. E’ così difficile capire che se tutta la storia dell’umanità dalle origini a oggi si è sviluppata per tesi antitesi e sintesi (classe dominante, classe antagonista sintesi che dà luogo a una nuova classe dominante) per quale ragione metafisica dovrebbe di colpo cambiare il processo storico?

Come tutti i maggiorenni oggi, nati nel ‘900, ho ancora  in mente un pianeta diviso fra due mondi contrapposti in una crudele guerra fredda, che spesso prendeva fuoco e mieteva vittime in guerre locali.

Da una parte l’idea di una uguaglianza formale,  perseguita a costo della libertà individuale, e dall’altra l’idea di una libertà  senza giustizia, che spesso trascolorava nell’arbitrio dei  pochi contro i tanti disperati ed emarginati.

Il compito delle future generazioni sarà contribuire a  realizzare l’auspicio di una società in cui il valore della libertà non sia mai disgiunto dalla uguaglianza delle opportunità per tutti (Pertini)

Questa, oggi , la mia idea di società ideale: LIBERA INIZIATIVA PRIVATA IN ECONOMIA E UNO STATO FORTE, ONESTO E AUTOREVOLE CON FUNZIONI DI CONTROLLO E DI RIDISTRIBUZIONE DEL REDDITO SOTTO FORMA DI WELFARE.

Io riconosco cittadinanza anche ad altre idee di società, alle decrescite felici, o all’abolizione della proprietà privata dei  mezzi di produzione,  così come alla concorrenza leale in un’economia liberista.

Vorrei una società in cui le diverse istanze possano essere sperimentate, relativamente, attraverso cooperative o comunità agro-pastorali o produzioni competitive. Insomma una società in cui nessuna delle opzioni diventi una dittatura imposta a chi non la condivide.

 Chiedo troppo?

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