Il fragile accordo di Minsk

per Gabriella
Autore originale del testo: Jacques Sapir
Fonte: Russeurope
Url fonte: http://vocidallestero.it/2015/02/12/sapir-laccordo-a-donbass/

Sul suo blog Russeurope, il prof. Sapir commenta l’accordo faticosamente raggiunto a Minsk tra la Russia, l’Ucraina e gli esponenti europei (quelli che contano, ovviamente): è una vittoria per gli insorti, e per la Russia, e anche se resta il dubbio se si riuscirà a far rispettare il cessate il fuoco, intanto è importante che questo accordo sia stato raggiunto. 

 di Jacques Sapir, 12 febbraio 2015

L’incontro di Minsk si è dunque chiuso con un accordo, certamente fragile, ma che  per la prima volta apre ad una prospettiva di speranza per le popolazioni del Donbass. Questo accordo dovrebbe tradursi in un cessate il fuoco a partire dalla mezzanotte di domenica 15 febbraio. È chiaro che si rischiano importanti combattimenti prima di quella data. Tuttavia, le condizioni politiche segnano una significativa vittoria per gli insorti, e anche – in un modo più sottile – per la Russia.

I termini dell’accordo

L’accordo prevede il ritiro delle armi pesanti in un raggio che va dai 50 ai 150 chilometri a seconda della gittata e del tipo di armi, a partire dall’attuale linea di fuoco delle truppe di Kiev e dalla linea del cessate il fuoco del 19 settembre 2014 per gli insorti. Questo riguarda SOLO le armi pesanti. Ciò significa che la linea di separazione effettiva sarà dunque proprio la linea di fuoco attuale. Questa è una vittoria per gli insorti. Organizzando una riduzione dei lanciarazzi multipli e dell’artiglieria, questo accordo impedirà alle  forze ucraine di bombardare le zone insorte, garantendo il ritorno alla pace delle popolazioni del Donetsk, di Lugansk, e delle zone circostanti. Questo costituisce una seconda vittoria per gli insorti. Sarà fatto entro 14 giorni dal cessate il fuoco, sotto la supervisione dell’OSCE (Organizzazione per la Sicurezza e la Cooperazione in Europa).

Per tutti i crimini e delitti commessi in relazione a questa situazione è stata prevista un’ampia amnistia, e tutti i prigionieri dovranno essere scambiati (punti 5 e 6 dell’accordo). Le forze straniere e i mercenari dovranno lasciare il paese ed essere disarmati sotto il controllo dell’OSCE (punto 10).

Mappa (in Russo) del territorio di Novorossiya, la zona controllata dagli insorti:

accordoDonbass1

Sono state previste delle elezioni “in accordo con la legge ucraina” nelle regioni ribelli, ma il parlamento ucraino (la Rada) deve votare, entro trenta giorni dall’attuazione dell’accordo, un testo sullo statuto speciale di tali regioni. L’esatta natura di questo statuto non è specificata. È tuttavia chiaro che stiamo andando verso un regime di maggiore autonomia. È stato precisato che entro la fine del 2015 dovrà essere introdotta in Ucraina una nuova Costituzione , che dovrà incorporare il principio del decentramento come un elemento chiave (articoli 9 e 11). Le discussioni si dovranno svolgere assieme ai rappresentanti degli insorti. La “Nota 1″ allegata al documento in particolare prevede:

– Diritti linguistici.
– Diritto degli enti locali di nominare i propri procuratori.
– Diritto del governo centrale di disporre specifici accordi con le regioni sul loro sviluppo socio-culturale ed economico.
– Riconoscimento da parte del governo centrale della cooperazione transfrontaliera tra queste regioni e la Russia.
– Istituzione in queste regioni di una milizia dipendente dalle autorità locali.
– L’autorità dei funzionari eletti localmente non potrà essere rimessa in discussione dal parlamento ucraino.

Una volta concluse le elezioni e votata la nuova Costituzione (punto 11), l’autorità del governo verrà ristabilita fino ai confini con la Russia. Questo punto potrebbe però portare a gravi conflitti con le autorità degli insorti.

Nel complesso l’accordo concede molto agli insorti, pur mantenendo la parvenza di un’autorità ucraina sull’insieme del territorio. Presumibilmente, se applicato e rispettato, il risultato dell’accordo sarà la creazione di una regione autonoma con delle proprie forze di polizia, proprie forze armate, e relazioni speciali con la Russia. Sarebbe una condizione simile a quella della regione autonoma del Kurdistan all’interno dell Iraq.

I vantaggi della Russia

La Russia ha ottenuto che l’Ucraina non entri nella NATO, né nell’Unione Europea. Inoltre, nel testo preliminare dell’accordo ha ottenuto che:

accordoDonbass2

Si sostengno, inoltre, dei colloqui trilaterali tra UE, Ucraina e Russia, al fine di trovare soluzioni concrete ai problemi sollevati dalla Russia sull’attuazione dell’Accordo Completo e Approfondito di Libero Scambio tra l’Ucraina e l’UE.
I leader si impegnano ad attenersi alla prospettiva di uno spazio umanitario ed economico comune dall’Atlantico al Pacifico, fondato sul pieno rispetto del diritto internazionale e dei principi dell’OSCE.

Questo punto è importante. Significa infatti tenere in conto le obiezioni della Russia sull’accordo di libero scambio tra Ucraina e UE, e mettere fine alle pretese degli Stati Uniti di “isolare la Russia”. La Francia e la Germania s’impegnano a ricostruire le infrastrutture dei sistemi di pagamento, e l’Ucraina s’impegna a riprendere i pagamenti delle prestazioni sociali che sono state sospese per i residenti di Donbass. Questa è senza dubbio una vittoria per la Russia.

Testo completo del preambolo dell’accordo:

accordoDobass3

La questione che resta in sospeso è quindi di sapere se l’accordo sarà effettivamente applicato e rispettato. Ciò dipende in gran parte dall’atteggiamento che sarà assunto dagli Stati Uniti. Il fatto che questi ultimi non siano tra le parti coinvolte nell’accordo mette in dubbio laloro  volontà di realizzare una vera pace duratura in Ucraina. Questo accordo è certamente imperfetto. È anche decisamente fragile su certi punti, e – a tale riguardo – l’assenza di osservatori imparziali del cessate il fuoco (a parte l’OSCE), è una fonte di incertezza.

Tuttavia l’accordo esiste, e questo è l’essenziale.

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2 commenti

Araldo 13 Febbraio 2015 - 17:53

Un resoconto utile e molto accurato.
Essendo un capitolo molto difficile da affrontare, non ho scritto molto sulla questione Ucraina, anche se da subito si capivano le intenzioni repressive se non proprio di sterminio di Kiev e dei nazifascisti perpetrato contro le popolazione russofone e la voglia dell’entrata nella Nato spinta dagli USA.
Questo è un passo avanti che però non da garanzie che Kiev non entri nella Nato (un documento in questi casi si strappa appena ve n’è la possibilità, che viene creata ad arte). Rimane purtroppo una regione a rischio, l’UE con Hollande e Merkel portavoce degli USA mentre l’Italia con la Mogherini (brava ma giovane e messa in quel ruolo dal megalomane di Rignano per solo puntiglio) non conta come sempre nulla.

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