Il contabile, le anime in pena e la sinistra da rifondare

per Gian Franco Ferraris
Autore originale del testo: Alfredo Morganti

di Alfredo Morganti – 3 maggio 2018

L’avvenire del PD si sta giocando tutto sulle ‘conta’ tra dirigenti favorevoli a Renzi e dirigenti contrari. L’ex e tuttora segretario dice fiero: ho i numeri. Come dire ho la ‘forza’ per imporre la mia linea, prendetene atto, e non provate a spaccare il partito da posizioni di minoranza. Il ragionamento, sul piano ragionieristico, non fa una piega. Ma qui si fa politica, non si calcolano partite doppie. E dunque le ‘conte’ lasciano il tempo che trovano dinanzi al corso dei fatti. E i fatti sono lapidari: il PD di Renzi è al minimo storico; viene da due sconfitte marchiane, a tacere delle altre; non ha prospettive se non la corsa al centro alla conquista dell’area moderata berlusconiana. A questi ‘fatti’, opporre i propri ‘numeri’ in direzione o nei gruppi parlamentari è davvero risibile. È il riflesso sintetico di quel che vale davvero in termini di pensiero e cultura politica il PD, cioè quasi nulla. Ecco perché la minoranza dovrebbe avere più consapevolezza dei propri mezzi e fare leva sulla patente contraddizione che c’è tra i ‘numeri’ del mondo renziano e quelli rovesciati del mondo reale. Ma ci vorrebbe cuore per farlo, oltre che coraggio e determinazione. Ce l’ha la minoranza interna questo cuore? Ha capito che genere di partita sta giocando la sinistra oggi, nel nostro Paese? Oppure si limita al piccolo cabotaggio dopo aver mandato giù chissà quanti e quali rospi in questi anni? Lo stesso potrei dire per chi ha scelto, come me, altre strade rispetto al PD: ce l’abbiamo il coraggio di avanzare proposte, di indicare una strada, di spianare una via?

Appunto, che partita si sta giocando o si deve giocare? Io dico quella della rifondazione della sinistra, di una sinistra larga e differenziata che sia la casa di tutti, anche delle minoranze. ‘Rifondare’ non a partire da nulla, perché il nulla in questo mondo non esiste, e sul nulla non si ricostruisce nulla, appunto. ‘Rifondare’ per rimettere in corsa un mondo che vuole giustizia, diritti, uguaglianza e che oggi è quasi perduto, disorientato, transfuga sotto altri emblemi o rintanato in casa. Non contano i recinti attuali o certi confini scheletriti, conta invece un lavoro comune, teorico, pratico, organizzativo, persino sentimentale. Un lavoro che veda assieme i tanti pezzi che oggi annaspano nel vuoto di un’epoca senza politica, che si affida ai ‘numeri’ di Renzi invece che alla forza vera, quella che scaturisce dalle idee, dalle convinzioni, dalla lettura politica e sociale della fase che viviamo.

Di ragioni della sinistra ve ne sono molte in giro, a bizzeffe, tutto sta ad andarle a scovare, liberandoci da una zavorra di appartenenze che potrebbero nuocere alla ricerca e al processo unitario. Bisogna chiamare a raccolta un’area più vasta del nostro striminzito cortile, per quanto lo si voglia ben curato o ben recintato contro eventuali incursori. Ci sono tante anime perse in giro, di cultura più riformista o più radicale, anime cattoliche, laiche, socialiste. Anime in pena, alla ricerca di un mondo dove tornare a confrontarsi, spiegare, capire, ascoltare. Un mondo dove fare comunità. Anime trasversali, pronte a confrontarsi con l’altro, non solo ad affermare una propria inconcussa identità. Non so cosa possa dire ciò praticamente. Ma so che abbiamo dei doveri e delle responsabilità verso chi subisce ingiustizie, chi è sfruttato, chi vive profonde disuguaglianze. Attorno a questa stella polare va ricalibrata la rotta. Il resto sono chiacchiere, oppure ‘numeri’ da esibire come farebbe un contabile dell’ombra di se stesso, animato però da sfrenate ambizioni.

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