Il conglomerato di centrosinistra

per Gian Franco Ferraris
Autore originale del testo: Alfredo Morganti

di Alfredo Morganti – 8 ottobre 2017

È partito il conglomerato elettorale. È pronta la sovrapposizione tra Partito della Repubblica e Partito Renziano della Nazione. Non è una sovrapposizione perfetta, ma quasi. Renzi ha detto che a sinistra la coalizione è aperta a chi ci vuol stare: pensa a Pisapia, ma lo hanno obbligato ad ‘aprire’ anche a Bersani e D’Alema (e mai ‘apertura’ è stata più falsa e strumentale di questa). Intorno a lui c’è un Direttorio, adesso, benedetto da Scalfari, una ‘corte di dignitari’ come l’ha definita lui stesso. I compagni più ottimisti mi dicono che non c’è problema, tanto Renzi ha già perso, facile prevederlo aggiungono. La strada sarebbe spianata, insomma, nonostante il rassemblement che si sta preparando in area compresa tra il centro e la sinistra ulivista e riformista.

Io sono meno convinto. Non della crisi di Renzi (il Direttorio nasce propria dalla sua palese attuale debolezza) ma della debolezza generale dell’intero conglomerato, almeno sul piano mediale, che poi è molto in campagna elettorale. Io credo che sia la prima volta che il gruppo Stampa-Repubblica scenda in campo così pesantemente. Ha sempre condizionato o tentato di condizionare le scelte politiche, non ha mai agito da mero gruppo editoriale, ma stavolta la sovrapposizione con lo schieramento renziano, allo stato attuale, è davvero inquietante. E potrebbe costituire una bocca da fuoco non male. Tenendo conto che la sinistra, in questa fase, non ha organi di stampa e nemmeno santi in paradiso, il confronto diventa preoccupante, anche in vista del Rosatellum, che agevola i propositi renziano-repubblicano. Non voglio essere pessimista, ma invitare all’attenzione verso ciò che accade a centrosinistra sì.

Va benissimo la fase costituente, l’assemblea di novembre, e pure la prospettiva di una nuova sinistra larga e plurale (e di un partito nuovo). Ma attenzione, perché il processo unitario (e prima ancora la scissione) non nascono nel vuoto, ma in una fase che ci vede al centro del tentativo di isolarci, di mostrarci frammentati, rancorosi, anacronistici, per spingerci di fatto in un angolo. In termini propositivi, dunque, facciamo quel che si deve fare (idee forza, programmi, attenzione ai soggetti sociali più disagiati, unità, evitando politicismi), ma in termini oppositivi non caliamo l’attenzione verso il renzismo che si riorganizza in forme nuove. Avrà pure già perso, come dicono in molti, ma in campo si gioca contro i ‘competitor’, non in proprio. Non fosse altro perché dietro loro hanno un impero editoriale, mica le discussioni sui social.

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1 commento

Mario Tomasucci 8 Ottobre 2017 - 12:10

Fino ad ora, Repubblica, l’Espresso, Huffington post sono stati giornali che vi hanno sostenuto senza riserva ne pudore, senza parlare del Fatto Quotidiano e della 7. Non fate le vittime, abbiate un minimo di onestà, anche perchè queste sono cose che tutti vedono.

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