Sabato nella Chiesa Monumentale di Baceno si è tenuto il concerto Leçons de Ténèbres di François Couperin a cura della Cappella musicale del Sacro Monte Calvario di Domodossola. Una magnifica serata. Conoscevo le musiche, ma sono stato rapito dalle due voci femminili di Federica Napolitani e Candice Carmalt, letteralmente trasportato. L’ascolto musicale è una esperienza unica che non posso paragonare a nessun’altra. È quel momento di intimo rifugio, l’affiorare dei ricordi, il volo dell’immaginazione, la sensazione di elevarsi. #
Ero trasportato in un altro spazio dove scorreva un tempo diverso con leggi proprie. Sono stati momenti in cui non più tiranneggiavano le leggi abituali della materia, perché mi sono trovato alla soglia di altri mondi. Mi rapiva quel rallentare fino al silenzio, mi scuoteva quell’accelerare improvviso, mi confortava quella circolarità della ripetizione del tema.
È stata dunque una esperienza facilitata dai suoni e dalle voci, ma a ben vedere non è stata una esperienza sensoriale. I toni udibili erano solo i viatici dell’esperienza che ribadisco si è svolta al di là della soglia del sensibile. È stato l’inaudibile reso udibile. Con l’udito certamente ascoltavo le voci nel loro dispiegarsi, ma quelle due voci erano una reale esperienza immaginativa che mi ha portato all’altro lato. Nei passaggi dove il tono si eleva, chi ascolta ha l’immaginazione di ascendere portato verso l’alto e di perdere contatto con la gravità.
Posso testimoniare di aver presenziato qualcosa che è in divenire, che raggiungerà soltanto nel futuro la sua perfezione. La laringe umana è un organo destinato ad essere nel futuro qualcosa di ben diverso da ciò che è oggi. La soprano e la mezzo soprano esprimevano le loro individualità complete, manifestavano il loro proprio essere attraverso quello che oggi è soltanto in germe e si svilupperà con pienezza nel futuro: la laringe. Essa, come detto, ha ben più alte potenzialità.
Per un organo che raggiunge un alto grado perfezione, come constatato al concerto, ce n’è un altro che in compenso è in via di decadenza, l’apparato uditivo. Oggi l’apparato uditivo non è altro che l’ombra di quello che fu nella nostra storia evolutiva. Un tempo attraverso l’udito penetravano i movimenti dell’Universo intero, la parola divina, il Logos. Così come le cantanti costringevano l’aria in date forme capaci di commuovere e suscitare immaginazioni, così la parola divina produceva forme, creava delle forme.
- # A dire il vero, ho dovuto faticare per abbandonarmi all’ascolto, dato che i banchi della Chiesa, vetusti e sobri, furono concepiti per indurre la persona a rimanere il più possibile in ginocchio, tale l’inclinazione in avanti del banco e l’esiguo schienale.