Alex Saab (Alex Nain Saab Moràn, uomo d’ affari colombiano di origini libanesi), è un diplomatico e un imprenditore che, secondo pubblici ministeri statunitensi, sarebbe stato un importante canale di “corruzione” da parte della cerchia ristretta del tanto detestato (dal governo USA) Nicolás Maduro. L’ imprenditore arabo-colombiano è apparso, per la prima volta, alla Corte Federale di Miami, questo 18 ottobre 2021, dopo un’estradizione che, nel fine settimana, ha ulteriormente teso le relazioni tra gli Stati Uniti e il governo socialista del Venezuela. Ma cosa avrebbe fatto, di così grave, l’ imprenditore, da suscitare le attenzioni dell’ FBI e operazioni di spionaggio internazionale? Nulla di strano o, per lo meno, nulla di tanto diverso dalle operazioni che compiono abitualmente diversi imprenditori (soprattutto statunitensi), in diversi angoli del pianeta. In sintesi, il grave “peccato” commesso da Saab sarebbe soltanto uno: quello di aver esportato prodotti (alimentari, tecnologici, sanitari, etc.), per un valore di 135 milioni di dollari, tra Colombia e Venezuela. Nulla di strano, se non fosse che il Venezuela è un paese sotto-embargo (ennesimo embargo genocida e unilaterale, imposto dagli USA), classificato come “stato canaglia” (da USA e suoi accoliti) e, quindi, sottoposto a rigidi controlli di cambi che l’imprenditore avrebbe sistematicamente “raggirato” (secondo le accuse statunitensi: “riciclando” denaro), favorendo in vari modi il Venezuela. Non dimentichiamo che il Venezuela è sottoposto, da circa 3 anni (anche più di 3 anni, in realtà si tratta di circa 5 anni: precedentemente il Venezuela ha subito diverse sanzioni economiche e commerciali, che poi sono diventate “totali”), ad un embargo totale, non molto diverso dall’ embargo imposto unilateralmente a Cuba. Si tratta di una sorta di “bloqueo”: significa che il Venezuela non può commerciare liberamente, che tutte le proprietà del Venezuela, negli USA, sono state “bloccate” e che sono vietate tutte le transazioni economiche tra il Venezuela e altri paesi del blocco NATO. L’ obbiettivo degli USA è quello di strozzare e soffocare l’economia del paese, creare malcontento tra le masse e generare proteste, per imporre un regime liberista e favorevole agli interessi economici USA. Perciò, il vero “peccato originale” di Saab sarebbe quello di aver raggirato l’embargo USA, per permettere al Venezuela di commerciare e “respirare” economicamente. L’estradizione di Saab negli Stati Uniti, da Capo Verde, dove è stato arrestato 16 mesi fa, è già rimbalzata in lungo e in largo in tutte le testate, a livello mondiale. Solo poche ore dopo che Saab è stato posto su un aereo del Dipartimento di Giustizia USA, questo sabato 16 ottobre 2021, il governo di Maduro ha sospeso i negoziati con l’opposizione del Venezuela, sostenuta dagli Stati Uniti. Ha anche fatto arrestare sei dirigenti petroliferi statunitensi che accusa di corruzione. Il governo Maduro ha dichiarato Saab un inviato diplomatico e non ha risparmiato sforzi per liberare l’uomo d’affari. Lunedì 19 ottobre 2021, Maduro è stato raggiunto da diplomatici russi, e l’ Ambasciatore della Federazione Russa, a Caracas, ha twittato la sua “protesta più energica e categorica contro il rapimento” di Saab. Saab, è un uomo di 49 anni, ha alzato le sopracciglia folte, ma è rimasto in gran parte silenzioso quando il giudice John O’Sullivan, attraverso un interprete, lo ha informato che era accusato di otto reati di riciclaggio di denaro. Il giudice ha fissato un’altra udienza tra due settimane in cui Saab avrà l’opportunità di presentare un’istanza. Saab, è stato incriminato, nel 2019, con l’accusa di riciclaggio di denaro e con l’accusa di aver corrotto funzionari venezuelani e falsificato documenti di importazione, per intascare più di 350 milioni di dollari da un progetto di edilizia abitativa a basso reddito. Lo stesso giorno della sua incriminazione, è stato sanzionato dall’amministrazione Trump con l’accusa di aver utilizzato una rete di società fittizie in tutto il mondo – Turchia, Hong Kong, Messico ed Emirati Arabi Uniti – per nascondere profitti imprevisti da contratti alimentari sopravvalutati. “Saab è un caso illustrativo dell’immenso livello di corruzione, in Venezuela, e delle conseguenze per la regione”, ha affermato Diego Area, esperto dell’America Latina presso il Consiglio Atlantico a Washington. Michael Penfold, un analista politico venezuelano, ha affermato che è probabile che l’estradizione di Saab congeli tutti i tentativi di colmare la profonda sfiducia tra il governo Maduro e i suoi oppositori. Le due parti si incontrano, da questo agosto, nel tentativo di affrontare insieme la crisi umanitaria in corso nel paese, che ha portato più di 5 milioni di persone a emigrare, negli ultimi anni, e spianare la strada a un’apertura “democratica” a partire dalle elezioni regionali del prossimo mese. L’amministrazione Biden, che ha cercato di minimizzare l’impatto politico dell’estradizione di Saab, è la chiave del successo di questi colloqui. Dopo anni di repressione dei suoi oppositori, il governo venezuelano, affamato di denaro, stava valutando di concedere più “libertà” in cambio di un alleggerimento delle sanzioni messe in atto all’amministrazione Trump, che era determinata a cacciare Maduro. L’estradizione di Saab “riavvia il cattivo sangue tra Venezuela e Stati Uniti”, ha detto Penfold, un analista del Wilson Center di Washington. “Stiamo tornando alla vecchia dinamica di reciproca recriminazione che le trattative avevano iniziato ad alleggerire, ma con la differenza che ora queste accuse fanno parte di quella dinamica”. Il Dipartimento di Stato degli Stati Uniti ha criticato Maduro per essersi ritirato dai negoziati, affermando che le forze dell’ordine negli Stati Uniti sono indipendenti dalla politica e che le accuse contro Saab sarebbero antecedenti ai colloqui. La Norvegia, che stava sponsorizzando i colloqui nascenti, ha esortato alla moderazione, dopo che il governo di Maduro ha detto che non si recherà a Città del Messico per il prossimo round di colloqui, che avrebbe dovuto svolgersi questa settimana. “Continueremo a lavorare affinché le parti, il prima possibile, continuino il loro importante sforzo al tavolo dei negoziati, per una soluzione politica inclusiva a beneficio del popolo venezuelano”, ha affermato il ministero degli Esteri norvegese, in una nota. Camilla Fabri, la moglie dell’uomo d’affari arabo-colombiano, Alex Saab, che è stato estradato negli Stati Uniti, ha partecipato a una manifestazione per chiedere il rilascio di suo marito, a Caracas, in Venezuela, questa domenica 17 ottobre 2021. Saab era uno stretto alleato del presidente del Venezuela Nicolas Maduro che, secondo i pubblici ministeri degli Stati Uniti, potrebbe essere la prova più significativo della corruzione nel paese sudamericano. Nella storica Plaza Bolivar di Caracas, la moglie di Saab, un’ex modella italiana, ha guidato la piccola manifestazione che protestava contro quello che vedono come il “rapimento” di Saab. “Non ho intenzione di mentire per favorire gli Stati Uniti”, ha affermato una nervosa Camilla Fabri. “Non ho commesso alcun crimine, né negli Stati Uniti, né in nessun altro paese”. Ore dopo, lo stesso Maduro è entrato nella mischia, dicendo che gli Stati Uniti – non il suo governo – hanno sferrato un “colpo mortale” allo sforzo di dialogo e alle elezioni governative del prossimo mese, contrapponendo un’opposizione amaramente divisa contro una lista di candidati pro-Maduro sostenuti dal governo centrale. Ha anche affermato, che durante gli interrogatori, a Capo Verde, hanno usato scosse elettriche per torturare Saab ed estorcere una falsa confessione che alla fine non è mai arrivata. “Volevano costringerlo a diventare un mostro, un falso accusatore contro il Venezuela, contro di me e contro la rivoluzione bolivariana, cosa che non ha mai permesso”, ha detto Maduro alla TV di stato. Le manovre extragiudiziali sono state particolarmente preoccupanti per le famiglie di nove americani incarcerati a Caracas. Durante il fine settimana, hanno pubblicato una lettera aperta, invitando la Casa Bianca a rimanere impegnata con il Venezuela. “Sig. Presidente, siamo frustrati dalla mancanza di azione da parte della sua amministrazione”; “Le persone incaricate di proteggere e restituire gli americani detenuti ingiustamente, non hanno nemmeno fatto il primo passo fondamentale di impegnarsi direttamente con i venezuelani che stanno trattenendo i nostri cari”.
Gli scrittori dell’Associated Press Matthew Lee a Washington, Regina Garcia-Cano a Città del Messico e Jorge Rueda a Caracas, Venezuela, hanno contribuito a questo rapporto.
Io ne propongo alcuni “stralci” (tradotti da me).
Chiavi per comprendere il rapimento del diplomatico Alex Saab
Dopo aver appreso della tortura a cui è stato sottoposto Alex Saab, centinaia di venezuelani si sono radunati a Caracas per chiederne il rilascio.
Tra il 28 aprile e il 31 maggio, secondo l’ONG Temblores, sono stati segnalati 3.789 casi di violenza della polizia contro i manifestanti dello sciopero nazionale. Ritenete che il governo colombiano abbia adottato misure per evitare che questi eventi continuino a verificarsi?
Sono trascorsi cinque anni dall’omicidio di Berta Cáceres, attivista sociale e difensore dei popoli indigeni in Honduras. Ritenete che sia stata fatta giustizia, nel caso in cui sia necessario conoscere chi sono gli autori intellettuali del delitto?
Le autorità costituzionali del Venezuela hanno annunciato che ricorreranno a tutti gli organismi internazionali per il rilascio del loro diplomatico. Il diplomatico venezuelano Alex Saab, detenuto illegalmente a Capo Verde, è stato trasferito sabato scorso negli Stati Uniti (USA). L’evento interventista ha generato una grave violazione del diritto internazionale e mette in pericolo la continuità del processo di dialogo, nel Paese sudamericano, tra i Governo e opposizione. La cattura arbitraria di Saab è avvenuta a Capo Verde, il 12 giugno 2020, quando l’aereo su cui era stata mobilitata ha fatto scalo in quel Paese africano per fare rifornimento e continuare la sua missione umanitaria in Iran. Nonostante avesse tutti gli accreditamenti, come diplomatico venezuelano, davanti ai popoli africani, in base alla Convenzione di Vienna, alla Convenzione di Ginevra e alle Nazioni Unite, Alex Saab è stato arrestato e portato in una cella dove sono stati violati i suoi diritti. Dal suo arresto, a Saab è stato negato il giusto processo, sia alle autorità costituzionali del Venezuela che alla sua famiglia e al team di avvocati, gli è stato impedito di entrare a Capo Verde per effettuare la rispettiva difesa. In un primo momento, il governo di Capo Verde ha mostrato la volontà di trasferire Saab negli Stati Uniti, per eseguire il secondo rapimento contro il diplomatico.
Tortura e intimidazione
Il diplomatico venezuelano è stato fondamentale nel portare cibo e medicine, da vari paesi, a Caracas raggirando il blocco economico, blocco finanziario e commerciale illegale, che la Casa Bianca ha imposto al Paese sudamericano per più di cinque anni. Lo stesso presidente Nicolás Maduro ha denunciato che la cattura illegale di Saab è dovuta a un attacco statunitense contro il Local Supply and Production Committee (CLAP), creato a causa del blocco illegale che impedisce a Caracas di importare materie prime per lo sviluppo del Venezuela.
Durante il suo discorso dopo aver confermato il trasferimento di Saab a Miami, il presidente venezuelano ha rivelato che il diplomatico è stato sottoposto a tortura dalle autorità capoverdiane, prima di essere portato negli Stati Uniti, “lo hanno portato in una prigione malsana e lo hanno messo al buio, in un buco pieno di escrementi (…) Membri del governo degli Stati Uniti lo hanno torturato per giorni con colpi, gli hanno rotto tre denti, lo hanno torturato con l’elettricità per diversi giorni”, ha spiegato. Da parte sua, la moglie di Saab, Camila Fabri, ha sottolineato che la persecuzione contro il diplomatico è dovuta al suo lavoro per alleviare il blocco subito dal Venezuela, da parte degli Stati Uniti, “continuiamo con coraggio e lottiamo per i popoli dignitosi del mondo, per il Venezuela e il governo legittimo di Nicolás Maduro. La verità prevarrà. Grazie a te “, ha affermato. Dopo aver appreso delle torture a cui è stato sottoposto Alex Saab, centinaia di venezuelani si sono radunati a Caracas per chiedere il suo rilascio, nonché giustizia contro le pratiche messe in atto da Capo Verde e dal governo degli Stati Uniti. Oltre a servire, come inviato speciale del Venezuela, presso i popoli dell’Africa, Saab ha anche fatto parte della delegazione del governo al Tavolo di dialogo tenutosi in Messico, con l’opposizione del Paese. Vale la pena ricordare che, al di là dei discorsi politici, organi legali e diplomatici come la Corte della Comunità Economica dello Stato dell’Africa Occidentale hanno emesso una sentenza che chiede l’immediato rilascio di Saab; Mentre il Comitato per i diritti umani delle Nazioni Unite ha emesso un’istruzione, l’8 giugno 2021, chiedendo la sospensione dell’estradizione del diplomatico venezuelano negli Stati Uniti.