Il bastone e la carota

per Gian Franco Ferraris
Autore originale del testo: Lucia del Grosso
Fonte: Lucia del Grosso
Url fonte: http://www.luciadelgrosso.it/?p=1361

di Lucia del Grosso, 7 giugno 2015

Che Renzi archivi le ultime elezioni regionali come una vittoria 5 a 2 non mi stupisce, anzi lo trovo comprensibile. Da quando in qua un partito non cerca di sfruttare tutti gli elementi per potersi intestare una vittoria elettorale? Aspettarsi poi un atto di realismo da Renzi, che è in campagna elettorale H24, è francamente chiedergli troppo.

Complici anche i sistemi elettorali regionali: si possono perdere anche milioni di voti, ma con un voto in più dell’avversario, anche se quest’ultimo aumenta i consensi, fa piazzare la bandierina.

E sicuramente questa sarebbe stata la lettura dei dati elettorali di Renzi se godesse di una maggioranza ampia al Senato in grado di consentirgli di portare a termine le riforme non ancora completate: ho piazzato la bandierina, la cartina dell’Italia è un monocolore PD (e infatti i suoi battaglioni 2.0 si sono dannati a spammarla per tutto l’orbe web).

Ma siccome così non è allora è “addolorato” per l’astensione.

Ora si tratta di vedere come mostrerà questo avvilimento alla direzione di lunedì.

Siccome non potrà usare per ricondurre all’ordine la minoranza solo il bastone, strumento che gli è più congeniale, unirà anche la carota. Il bastone è l’argomento Pastorino e in generale la slealtà (senti chi parla) della sinistra PD, la carota è qualche concessione sul percorso delle riforme.

Tutta roba già vista: siamo sempre nei confini della tattica, terreno su cui dimostra una certa duttilità, di strategia non se ne parla nemmeno, l’opposizione interna PD non ci sperasse. E anche come tattica il bastone rende tutto molto sgradevole.

Se Renzi alzasse un po’ lo sguardo alla strategia, di fronte a questo risultato elettorale, al di là della propaganda del 5 a 2, dovrebbe almeno chiedere a se stesso, almeno davanti allo specchio se non in direzione: “Ma che boiata sto facendo?”

Perché se l’obiettivo è il Partito della Nazione, con una percentuale intorno al 25%, che poi, considerato il 50% di astensione, si riduce ad un 12-13% di consensi reali, di questo passo Renzi arriva al massimo al Partito del Rione.

Analogo insuccesso lo si riscontra nella sua “narrazione” tutta incentrata sulla speranza e sul futuro. Mi pare che i dati elettorali non suffraghino tanto entusiasmo. Ricordo una direzione in cui Renzi propinò un pippone sulla comunicazione che, se è ben congegnata, riesce a piegare la realtà. Scomodò pure il macabro esempio di marketing delle teste tagliate dell’ISIS. Delle due l’una: o la comunicazione di Renzi è un fallimento colossale o la realtà si conferma più dura delle chiacchiere.

Ma anche qui i tentativi di riflessione promossi dalla minoranza rimbalzeranno contro un muro di gomma: Renzi ha già consegnato a Repubblica la sua raffinata analisi, la “Buona scuola” non è stata comunicata bene, mica è una porcheria.

Ora, di fronte a questo desolante quadro di bastone, misera carotina ammuffita, tatticismi e nessun intendimento di trattare temi di respiro strategico, come pensa la minoranza di portare il PD ad affrontare le grandi questioni che sfidano la sinistra? Come pensa di indurre il PD a rivedere la sua strategia europea? Come pensa di invertire la sudditanza culturale della sinistra al pensiero ordoliberista che dura da almeno due decenni? Come pensa di intraprendere l’immane ma urgente sforzo di rifondare una dialettica destra-sinistra rompendo il monismo culturale imperante?

Tutto dipende dagli obiettivi che si pone la minoranza PD: se il tiro è quello di fermare l’arroganza di Renzi e strappare qualche aggiustamento andrà alla direzione di lunedì con la speranza di schivare qualche bastonata e accontentandosi della carota.

Ma se la volontà è quella di riconciliarsi con il suo popolo e assumersi la responsabilità di guidarlo con un progetto coerente verso un’altra idea di Italia e di mondo il PD non è il luogo da cui ripartire. E’ una “bolla” (cit.) che scoppierà presto travolgendo Partito della Nazione, “narrazione” e tutte le stravaganze di cui vive. Anche la sinistra PD: non hanno ancora inventato le esplosioni intelligenti.

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