da www.listatsipras.eu di Alfredo Somoza maggio 2014
Il Fondo Monetario Internazionale nacque dagli Accordi di Bretton Woods del 1944, che misero in piedi l’architettura finanziaria internazionale del secondo dopoguerra. Da allora, ha sempre avuto poche e chiare idee in materia di disciplina fiscale e monetaria. Secondo gli esperti dell’FMI l’unico indicatore che permette di riconoscere un’economia sana è il pareggio di bilancio. Non è compito loro sapere a quale prezzo lo si ottenga, quali siano i margini perché gli Stati possano intervenire nelle fasi espansive o recessive, quali siano i costi sociali e umani delle ristrutturazioni del debito.
La ricetta classica dell’FMI, ogniqualvolta questo organismo è intervenuto, si è basata sul cosiddetto “taglio dei rami secchi”: che si è immancabilmente tradotto nel taglio lineare delle spese per istruzione, pensioni, sanità, ammortizzatori sociali.
L’FMI fa parte della troika che sta “assistendo” la Grecia, insieme alla BCE e all’Unione Europea. Il suo ruolo accanto alle altre due istituzioni dovrebbe essere modesto, eppure il Fondo Monetario è riuscito a far pesare la sua presenza, provocando polemiche e sostenendo, almeno finora, la “linea dura” adottata dalla Germania.
La situazione della Grecia è praticamente unica nella storia economica moderna. Un Paese che tecnicamente è in default, ma che non riesce a negoziare il suo debito perché i negoziatori sono i suoi stessi creditori. E non può nemmeno svalutare la propria moneta per recuperare competitività. Per quanto ancora si possa fare, il debito greco è destinato a crescere esponenzialmente per via degli interessi spropositati che Atene è obbligata a pagare senza che nel frattempo si registri alcun segnale di crescita economica.
In questa cornice di decrescita infelice, Atene è riuscita a stabilizzare i conti nel 2013 grazie al turismo e all’austerità forzata, ma non può uscire dalla morsa della sua crisi senza ulteriori tagli ai suoi debiti. Ma ai barbieri che esercitano a Berlino questo dato interessa poco, perché la loro priorità è la tutela delle banche straniere e non la salute della Grecia. Il loro modello professionale non è il Figaro rossiniano ma Sweeney Todd, il diabolico barbiere di Tim Burton.
Una misura concreta per rendere più democratica e trasparente la gestione della crisi greca, è la riformulazione dei componenti della Troika che escluda il FMI per fare posto a una rappresentanza del Parlamento europeo. Perché il FMI non ha nulla a che fare con i “conti” di un paese dell’area euro, perché almeno un membro della troika deve avere una legittimità democratica, perché la crisi della Grecia ha una dimensione politica che attende risposte.