Fonte: Comunicato stampa
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di Vincenzo Musacchio – 2 giugno 2018
Oggi il mio 2 giugno sarà finalizzato ad una ricostruzione delle coscienze civili e politiche, in un momento come l’odierno, segnato da una forte sfiducia nelle istituzioni democratiche e nei confronti dell’esercizio della sua più alta manifestazione: il libero pensiero. La Repubblica non è un pensiero ma una azione innovativa e rivoluzionaria dove politica e morale devono andare di pari passo. A mio giudizio oggi siamo agli albori di una nuova “resistenza” che dovrà essere vigile sulle derive fasciste e xenofobe. Occorrerà riaprire il dibattito tra le forze progressiste, liberali e democratiche puntando sulla centralità del Parlamento di questi tempi sempre più sminuito. Occorrerà rimettere al centro del dibattito la persona umana nella sua concezione di universalità. Questo 2 giugno evidenzia ancora una volta un momento di grave crisi politica, morale e istituzionale.
Erano anni che l’anniversario non veniva strumentalizzato da una o più forze politiche per chiamare a raccolta i propri militanti in piazza: il Movimento 5 Stelle in modo eclatante e al tempo stesso strumentale (come riflesso della crisi di governo e delle prerogative costituzionali a tale scopo esercitate dal presidente Sergio Mattarella), la Lega nel vivo di una permanente mobilitazione (non senza dissimulare recenti dinieghi e prese di distanza). Ora c’è il Governo e sembra tutto cancellato e resettato!
A me pare che l’odierna politica sia talmente priva di valori che sovrappone i colori di parte a quelli del patriottismo repubblicano incentrato sul ruolo del Parlamento. Dobbiamo ripartire dalla storia di quel 2 giugno 1946, alba della democrazia italiana nel vivo della ricostruita Europa del dopoguerra. La legittimazione popolare della nostra Repubblica avvenne con una straordinaria partecipazione di donne e uomini ad una campagna elettorale “viva” che contribuì ad affermare idee, valori e regole di una comunità politica in grado di gestire e neutralizzare persino i conflitti più disgreganti. Mi auguro che il nuovo Governo parta da tali punti fermi anche se nel mio intimo credo che non accadrà.
(Vincenzo Musacchio, giurista).