DAGOREPORT – 2 agosto 2018
In un clima da caduta dell’impero del Biscione, Ieri Salvini si è precipitato alle otto del mattino al San Raffaele al capezzale di un Berlusconi che mensilmente si fa ricoverare per ossigenarsi il sangue di lunga vita, manco fosse Keith Richards.
‘’Cosa ti ho fatto per non votare un collaboratore de “Il Giornale”, come Marcello Foa?’’, ha esordito il leader della Lega. L’opera di seduzione è continuata così: ‘’Ti do la mia parola d’onore che tutte le prossime nomine Rai le condividerò con te. Tu hai altri interessi rispetto ai Tg: chi dirige i palinsesti, i direttori di Rete, eccetera. C’è spazio per tutti”, ha cercato di tranquillizzarlo il marpione.
Gran finale: “Sicuramente ho sbagliato a non avvisarti su Foa. Ma possiamo iniziare un nuovo percorso insieme. Io, tu lo sai, non posso restare a lungo con i 5Stelle: abbiamo delle discrepanze politiche che non è possibile conciliare. Silvio, ci presenteremo insieme alle elezioni europee e tu sarai di nuovo candidato…”
Ma la cosa più importante che Salvini ha detto al Banana ricoverato è questa: “Finché tu ti occuperai di politica non prenderò nessuno dei tuoi”.
GIANNI LETTA SILVIO BERLUSCONI
L’ex Cavaliere era quasi caduto nella trappola tesa da Salvini, e quasi quasi avrebbe detto sì alla nomina di Foa. Ma, per la prima volta dalla sua discesa in politica, Berlusconi non aveva fatto i conti con gli esponenti di spicco di Forza Italia che si sono rivoltati contro come un sol uomo.
Da Fedele Confalonieri (fino a ieri con simpatie leghiste) al quirinalizio Gianni Letta (il più arcigno antisalviniano), dal vicepresidente di FI Antonio Tajani a Maurizio Gasparri, tutti vedono in Salvini un concorrente spietato e cinico. Che qualcuno dei più stretti collaboratori di Silvio, lo chiama “Cavallo Pazzo”.
SILVIO BERLUSCONI ANTONIO TAJANI
Se, da una parte, Salvini l’ha subita come la prima sonora sconfitta, dall’altra, il no di FI è per lui una sfida che potrebbe svincolarlo per sempre dal centrodestra. Malgrado il parere contraro dei governatori leghisti (Zaia, Fontana, Fedriga), Salvini non ha nessun timore di perdere le amministrazioni regionali perché è sicuro che molti di FI non seguirebbero le indicazioni dell’ex reuccio di Arcore.