Iene, sciacalli, condor e lacchè: LORO 3

per LEONARDO MASONE
Autore originale del testo: Leonardo Masone

di Leonardo Masone – 4 maggio 2018

“Tra un mese tra un anno, scordato mi avrai, Governo che fuggi, da me tornerai…”. Tutti contro la stabilità austera dei governi europei, salvo poi rivelarsi favorevoli ad essa, certi che d’incanto la soluzione arriverà. Forse come una manna dal cielo, magari come una mannaia. Ai postumi (della sbronza post-voto) l’ardua sentenza. Mannaia, però, quanto tempo ci impiegano: “ho vinto io”; “no io”; “no io, No tu”. Più grande io; no, più grande tu. Arroccato nel deserto della propria fortezza, forse più di tutti ce l’ha, ancora una volta, il nano, di cui la vicinanza tra il cuore e altri organi non appare più un problema. Chiedo venia per le venalità involontarie.

Taluni hanno pensato che con i nuovi effluvi del Quarto Potere ci fosse una strada sempre spianata, il vento in poppa perenne e la popolarità altissima costante. Ma il conto del mainstream arriva inesorabile, anche se dietro hai gli eredi della Casaleggio (che detta così pare una ditta di autobus Gran Turismo).

Sono serviti al sistema-circo per una lotta intestina al Potere? E ora ne saranno inghiottiti? Poco alla volta, con tanto di rutto libero e risatina finale. Salvo qualche rigurgito parassitario che farà riabilitare il riverbero del Vaffa-Day, gli animali più feroci divoreranno quelli più deboli: non serve riabilitare Darwin, basta osservare a fondo i degni discepoli di Borghezio e Calderoli che per qualche senile (de mente) sono ancora da considerare “affidabili”. Come un’onorata famiglia. Fidatevi dei loro latrati, ora. Se poi abbiamo un viaggio gratis a Visengrad in compagnia della nera francesina poco importa ai penta-corteggiatori, ma nemmeno ai raffinati sciatti del partito di Renzi.

Rispetto ai sani principi qualcuno si inizia a sfilare con la scusa del buon governo necessario: Machiavelli, Leviatano o Guerre stellari, la giustifica si troverà. Altri seguiranno.

Non importa dei diamanti in Tanzania o dei 48 milioni da restituire, non importa nemmeno del Job act o della convivenza con i deluchini vari. Fidi scudieri della responsabilità. Acqua passata solo se a far goal è bomber Di Maio. Rombo di Tonno.

E allora giù a rimangiarsi il passato: via i post contro i democratici, Fake o non; via la morale dell’espulsione; via il vincolo del secondo mandato e via pure i vaffa. Tutti i sacrosanti urlatori seriali si defilano in un responsabile religioso silenzio. A corrente alterna, però. Un giorno sì, l’altro no; un’ora sì, un’altra no. Mi viene in mente la scena conclusiva del celebre “Quel treno per Yuma”, quando, a poco a poco, si defilano tutti, sceriffi, federali e fidi difensori della legge. Resta solo il «contandinotto» che vuole dimostrare al figlio di avere uno scopo nella vita: ad aiutarlo sarà il fuorilegge Ben Wade. Per i ruoli fate un po’ voi, oppure aspettate con pazienza.

Le coniugazioni? Astrali o politiche? Beh, quelle attengono al libero arbitrio e senza nemmeno troppi limiti alla provvidenza: libere e artistiche.

Raccapriccia lo sciacallaggio a cui si assiste nei confronti del nuovo presidente della Camera e dell’amica della compagna. Va di moda azzannare quella carica dello Stato. Per diletto, probabilmente.

Siamo ufficialmente alla pre-politica: ai nani, alle ballerine, ai fenomeni da baraccone si sono associati cannibali, Iene e analfabeti funzionali della terza R manco tanto belli, ma appariscenti.

Ecco, le Iene, e chi le ha sempre considerate un gran programma di libero approfondimento: fumo pallido, come quando nel camino c’è la legna verde. Svanito il fumo resta la voragine che inghiottisce chi capita, chi non serve più.

Il pacchettino che non vuole essere né carne né pesce, né giornalismo né intrattenimento, che poi deturpa gli spiriti che hanno poco tempo per informarsi, e pure male. Si prende per buono, tanto mal che vada ci facciamo due risate. Appunto, ridi, ridi che non passa.

Siamo nel vortice dell’ego, del solo individuo anti-collettivo; basta riempire quella pancia: che siano false informazioni oppure risate facili, sconci ritocchi di silicone o patatine fritte poco importa. L’importante è riempire.

Ci divertiremo a vedere quanti falsi profeti dovranno trovarsi un lavoro, anche sotto pagato, e quanti, sfruttati, rapiti in una mesta infelicità troverebbero la loro giusta e soddisfacente collocazione.

P.S. Ora che il patetico assalto ai forni (due soli) forse è finito, non fare il “bischero” e liberaci dal male pericoloso di Pontida. Non per scomodare il segretario di un partito della vituperata Prima Repubblica, ma “la politica si fa con qualche sentimento e nessun risentimento”. Ecco, Martina almeno pensaci, se ci riesci.

Leonardo Masone

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