Autore originale del testo: Alfredo Morganti
I poveri e i migranti continuano a morire anche quando siamo in vacanza.
Pensate a questa madre, disperata perché non ha nulla da offrire a sua figlia, nemmeno un po’ di acqua. E pensate a questa figlia, che ha riposto tutta la sua speranza nella madre e che, ciò nonostante, le forze l’abbandonano e si sente morire, perché la mamma non può fare altro per lei che morirle a fianco. Proteggendola nell’unico modo possibile: mano nella mano, cercando di spirare per ultima, assistendola con lo sguardo sinché la bimba è ancora in vita.
Pensate a questo, ma fatelo con un’intensità, una forza, una cura che mettete in altro, talvolta molto più futile di questa tragedia. Pensateci dalla vostre vacanze, dal vostro shopping, dalla vostra palestra, dalla vostra vanità personale, dal mondo in cui siamo incastrati, commerciando con cose senza valore concreto ancorché brutte e indesiderabili.
Poi pensate al governo (a questo, ma anche ad altri), che trasforma il PNRR in munizioni, che invia armi tanto per dire “io c’ero, e al tavolo della ricostruzione non dimenticatevi di me”, e che contratta con il governo tunisino per bloccare i profughi subsahariani al confine, fronteggiandoli con l’esercito e le armi spianate.
Pensate a queste donne e a questi uomini deboli, provati, disperati ma anche speranzosi, a cui, dopo migliaia di chilometri percorsi nel deserto, si sbarra ogni via di salvezza e li si respinge, provocandoli a un nuova traversata, ma stavolta al contrario.
Pensate alla vostra vita, e poi pensate alla vita degli altri. Dei tanti altri che la sorte, il caso, la sfortuna, ha fatto nascere dove la vita non è vita.
Cambieremmo il mondo all’istante, se solo pensassimo al male di cui il mondo è saturo, mentre noi, gli spettatori di questo scempio, voltiamo il capo, oppure diciamo: “aiutiamoli a casa loro”. Sì, a morire.