I nomi in ballo sono tre: Draghi, Casini e Giuliano Amato. Draghi per salire al Quirinale spera nel caos tra i partiti. Nel circo di Renzi dicono: “Casini sta scegliendo la cravatta”

per Gian Franco Ferraris
Autore originale del testo: WANDA MARRA
Fonte: Il Fatto Quotidiano

A Palazzo Chigi non ci pensano proprio a commentare ufficialmente il ritiro di Silvio Berlusconi e tanto meno le parole che dicono che Mario Draghi deve rimanere premier.

Eppure, la partita va avanti, i giochi sono considerati ancora da fare. Anzi, il mancato endorsement di Berlusconi sembra paradossalmente avvicinare l’ipotesi dell’elezione del premier al Colle: perché deve essere il candidato di tutti, non di uno solo. E anche se ieri sera non sembrava affatto esserlo, potrebbe diventarlo. Si aspetta la quarta chiama, si ipotizza una contrapposizione tra centrodestra e centrosinistra, che alla fine non troveranno una figura unitaria. Cosa che dovrebbe spingere Draghi al Quirinale. I giochi veri si fanno in questi giorni. E chi il premier al Colle proprio non lo vuole giocherà tutte le sue carte. “Casini sta scegliendo la cravatta”. A caldo, dopo la nota di Forza Italia, nell’inner circle di Matteo Renzi, il commento era questo. Quel che è certo è che ormai Enrico Letta, che continua a portare avanti l’ipotesi Draghi, non esclude una sorta di “ballottaggio” tra i due. Magari alla quarta chiama.

Decisivi, almeno potenzialmente, gli incontri del leader del Pd di oggi: vedrà Matteo Renzi, e poi, insieme, Giuseppe Conte e Roberto Speranza. L’incontro con Matteo Salvini, previsto per stamattina, probabilmente slitterà. La posizione che andrà ripetendo a tutti è sempre la stessa: no ai candidati di centrodestra (tanto più dopo la sua “deflagrazione” di ieri), sì a una figura autorevole, scelta in modo condiviso. I nomi in ballo sono tre: Draghi, Casini e Giuliano Amato. Se nell’incontro con Renzi di venerdì il nome di Casini era esplicitamente sul tavolo, potrebbe tornare su quello dell’incontro con il leader della Lega. Perché al Nazareno ce l’hanno chiaro da giorni che se il centrodestra dovesse fare il nome di Casini o di Amato, il Pd lo voterebbe in blocco. E molto più volentieri di quanto direbbe di sì al premier. Proprio con il dottor Sottile il segretario del Pd ha parlato al telefono giusto un paio di giorni fa. Segnali.

Non è escluso che nel dialogo con Salvini possano uscire altre ipotesi. In alcune delle interlocuzioni di questi giorni, il segretario dem avrebbe proposto al leader leghista anche Paolo Gentiloni, prospettandogli persino uno scambio (Giancarlo Giorgetti come Commissario Ue agli Affari economici). Al netto di questo, il nome di Gentiloni evoca uno scenario di cui si parla molto nei palazzi: su di lui potrebbe convergere proprio Berlusconi, per vendetta contro gli alleati che non lo hanno sostenuto a sufficienza. Eppure, il segretario dem con Salvini tratterà anche sul governo, cercando di portarlo sul nome del premier come candidato al Quirinale. Magari per Palazzo Chigi metterà in campo anche lo stesso Casini. Perché poi che Draghi resti al governo se sarà proprio quest’ultimo ad andare al Quirinale è tutto da vedere. Letta con Conte e Speranza, poi, oggi insisterà sulla necessità di mantenere una linea condivisa. E si deciderà su come comportarsi alle prime votazioni. Il segretario è fiducioso sul fatto che Giuseppe Conte manterrà una strategia unitaria, anche se il leader M5S ieri ha ribadito che Draghi deve rimanere a Palazzo Chigi.

Oggi pomeriggio ci sarà anche l’assemblea con i grandi elettori dem: non è escluso che le posizioni divergenti nel partito, rispetto alla linea che vuole Draghi al Quirinale, vengano fuori. Letta dovrà cercare di evitare che si materializzino, invece, nel segreto dell’urna.

Babelezon bookstore leggi che ti passa

Articoli correlati

Lascia un commento

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.