Undici docenti del Liceo Artistico “Russoli” (che si affaccia sulla strada) hanno scritto una lettera per denunciare la “violenza inaudita” a cui hanno assistito.
“Siamo docenti del Liceo artistico Russoli di Pisa e oggi siamo rimasti sconcertati da quanto accaduto in via San Frediano, di fronte alla nostra scuola”, si legge nella missiva. “Studenti per lo più minorenni sono stati manganellati senza motivo perché il corteo che chiedeva il cessate il fuoco in Palestina, assolutamente pacifico, chissà mai perché, non avrebbe dovuto sfilare in Piazza Cavalieri”.
“Gli agenti in assetto antisommossa avevano chiuso la strada e attendevano i ragazzi con scudi e manganelli, mentre dalla parte opposta le forze dell’ordine chiudevano la via all’altezza di Piazza Dante. In via Tavoleria un’altra squadra con scudi e manganelli”.
Giuseppe Conte : Ancora una volta manganellate contro chi protesta per il massacro in corso a Gaza. Questa volta a Pisa, ai danni di studenti, giovanissimi. Altri episodi ci sono stati a Firenze. Sono immagini preoccupanti, non degne del nostro Paese. Non può essere questa la risposta dello Stato al dissenso. (Video)
Gianni Cuperlo: La polizia che carica e picchia studenti che manifestano è un classico di regimi (o aspiranti tali) che male tollerano piazze, dissenso e la libertà di protestare. (video)
Botte e manganellate a Pisa e Firenze: l’accanimento della polizia contro gli studenti supera ogni limite
Manganello facile. Sembra d’essere tornati ai tempi del III Celere e di Scelba o dei morti di Reggio Emilia (cinque morti, cinque lavoratori tutti iscritti al Pci, assassinati dalla polizia il 7 luglio 1960), degli interminabili cortei del nostro breve Sessantotto o ai giorni, meno remoti, della macelleria messicana (così ne parlò un funzionario di polizia) durante e dopo il G8, anno 2001, Berlusconi al governo, Fini vicepresidente.
Allora si manifestava per il lavoro e a farne le spese erano le teste di operai e contadini. A Genova l’orizzonte dei contestatori, no global o semplicemente democratici cui stavano a cuore le povertà, lo sfruttamento, le ingiustizie sociali, l’orizzonte era universale. Le cosiddette forze dell’ordine istruite a mantenere il massimo disordine colpirono a caso, nei giardinetti, nelle strade e persino nelle scuole, giovani e vecchi, persino le mamme con i bambini.
A Pisa e Firenze i ragazzi chiedevano la fine della strage di Gaza
Oggi, come l’altro ieri, come settimane fa, il bersaglio prediletto sono diventati gli studenti, la cui colpa maggiore è chiedere la pace, chiedere la fine della strage di Gaza e pure della guerra in Ucraina, chiedere l’impegno del governo perché ci si tolga da questo infernale carosello.
Non che ci sia dimenticati degli operai, ma la deindustrializzazione li ha messi un po’ alle corde. Una minoranza in balia del padrone straniero, cinese o fondo americano, che delocalizza a piacimento e chiude quando vuol chiudere. Qualche volta scendono in piazza o presidiano la loro fabbrica e si beccano la loro dose di botte. Il copione ormai è sempre lo stesso.
Gli studenti persistono, resistono, non si arrendono e ieri hanno organizzato le loro proteste, urlando pace pace e sventolando bandiere palestinesi, che sono evidentemente come il fumo negli occhi per qualche capoccia della pubblica sicurezza, ligio alle raccomandazioni dell’ex prefetto e ora ministro degli Interni, Matteo Piantedosi, quello di Cutro (settantatrè annegati), specialista in decreti sicurezza per limitare le operazioni di salvataggio delle ong.
La questione immigrazione è ben complicata. Gli immigrati sono una grana non da poco per il ministro, con l’Europa che gli critica ogni mossa, anche se la Meloni gli ha mostrato la strada: trasferirli tutti, a spese nostre, in Albania. Più semplice invece risolvere la questione, quando a protestare sono gli studenti, quando si tratta solo di impedire o fermare cortei di decine o centinaia di ragazze e ragazzi, che sfilano disarmati, che non celano nelle loro fila agguerriti (?) terroristi di Hamas, che si limitano a gridare qualche slogan e a sventolare bandiere, della Palestina però… Può bastare il manganello. Come era avvenuto a Bologna e a Napoli e come è avvenuto appunto ieri a Firenze e a Pisa. Stesse dinamiche: le sfilate e poi appunto le cariche, per impedire l’accesso alle vie del centro verso piazza dei Cavalieri a Pisa, la piazza dell’università presidiata da ogni lato, o la camminata verso il consolato americano (come nel caso di Firenze).
La violenza delle forze dell’ordine esibita in modo sfrontato
Dai filmati, diffusi dall’Ansa, si intuisce la violenza della polizia, si vede una ragazza che si tampona la ferita alla testa (finirà all’ospedale), si vedono ragazzi gettati a terra e bloccati, si vede e si ascolta la testimonianza di una studentessa, che commuove per il coraggio e la tenacia e pure per la dolcezza delle sue espressioni: Siamo partiti da piazza Dante dove ci eravamo radunati per fare una passeggiata in giro per la città ma dopo poche decine di metri abbiamo trovato lo sbarramento di polizia che ha poi caricato una dimostrazione pacifica, che voleva solo testimoniare la nostra solidarietà con il popolo palestinese. Una “passeggiata, appunto, contro la quale Piantedosi ha schierato gli agenti in tenuta antisommossa.
In un caso e nell’altro, tanta determinazione poliziesca, oltre a provocare un po’ di contusioni e di ferite, ha offeso la nostra Costituzione e un principio cardine della democrazia, la libertà di esprimere le proprie convinzioni. Piantedosi dovrebbe saperlo. Se non lo sa glielo ha ricordato persino il sindaco di centrodestra di Pisa, Michele Conti: “Ho telefonato a questore e prefetto per chiedere conto di quanto avvenuto. A entrambi ho ribadito che chiunque deve essere libero di manifestare il proprio pensiero, sempre. Voglio anche ricordare a tutti che la convivenza pacifica è assicurata in primo luogo dal rispetto delle regole e chi non le rispetta va sanzionato… Mai in alcun modo si può usare la violenza per reprimere una manifestazione di ragazzi e ragazze delle scuole superiori. Così come non si può usare la violenza per imporre una propria idea…”.
Sindaci (anche di destra” e rettori contro questo impazzimento violento
Allo stesso modo si è espresso il rettore dell’università di Pisa, Riccardo Zucchi: “Preoccupazione e sconcerto per gli scontri avvenuti questa mattina nel centro della città, che hanno causato a quanto pare il ferimento di studenti universitari e di studenti delle scuole superiori…”. Il rettore auspica che le autorità competenti intervengano per garantire la corretta e pacifica dialettica democratica, tutelando la sicurezza della popolazione e della comunità studentesca e conferma “la sua posizione caratterizzata dalla massima apertura al dialogo pacifico fra tutte le posizioni e dal ripudio della violenza in tutte le sue forme”.
Dario Nardella, sindaco di Firenze ha dettato, sui social: “Le sequenze delle cariche della polizia sugli studenti di Pisa e Firenze sono inquietanti. Usare la violenza contro chi manifesta pacificamente il proprio dissenso politico non è accettabile”.
Anche Elly Schlein ha dettato: “Basta manganellate sugli studenti. Le immagini di Pisa sono inaccettabili: studenti e studentesse intrappolati in un vicolo e caricati a manganellate dalla polizia. Presentiamo subito un’interrogazione parlamentare al ministro Piantedosi, affinché chiarisca. C’è un clima di repressione che abbiamo già contestato mercoledì scorso al ministro in Parlamento”.
Segue Marco Furfaro, segreteria Pd: “Botte e manganellate. La risposta del governo a chi manifesta la propria libertà di pensiero è sempre la solita. Studenti e studentesse, minorenni, caricati a freddo e manganellati, poi trattenuti e bloccati a terra con le mani dietro la schiena. Censurano, reprimono con la forza chi non la pensa come loro”.
La prova dell’esito dello scontro tra manganellate e condanne potremmo valutarla presto, sabato 24 febbraio, perché alle quattordici e trenta, a Milano, da piazzale Loreto, partirà un corteo che reclamerà ancora pace e vorrà esprimere solidarietà al popolo palestinese e saranno molte le bandiere della Palestina. Il corteo non si concluderà in piazza del Duomo, vietata, e neppure in piazza della Scala, vietata. Ci saranno sindacati di base, Arci, Anpi, studenti e studentesse, associazioni di palestinesi. Manifestazione nazionale. I partiti se ne tengono alla larga, mentre sarebbe opportuno che partecipassero con forza, perché non si tratta più di enunciare un’opinione ma della possibilità di sostenerla. Partecipare insomma in nome della Costituzione e magari il Pd farebbe bene a battere un colpo senza pararsi dietro una interrogazione parlamentare, contro una certa vocazione fascista alla censura, al divieto, alle bastonate (manca l’olio di ricino) e in difesa del diritto universale di dire quello che si pensa e del diritto dei palestinesi di esistere. Di esistere anche dopo trentamila morti.
Intanto la risposta di Pisa alle violenze dalla polizia è stata immediata e imponente. Questa sera 23 febbraio è in corso una grande e pacifica manifestazione in piazza Cavalieri.
Estratto del Fatto Quotidiano :
La polizia carica gli studenti durante i cortei pro-Palestina a e Pisa: 11 feriti.
Gli scudi che spingono, le manganellate che partono a casaccio sugli studenti pacifici, senza aste né caschi, senza nulla. Dura tutto meno di due minuti, mentre perfino dagli edifici accanto qualcuno si affaccia per urlare di fermarsi. Una carica disordinata contro gli studenti pro-Palestina a protezione della piazza dei Cavalieri dove c’è la sede centrale dell’ateneo di Pisa, che sarebbe tra l’altro la loro casa, diventa presto un caso politico destinato a entrare il Parlamento. Perché ancora una volta negli ultimi tempi – solo venerdì è accaduto anche a Firenze e Catania – un corteo finisce con un blocco, questa volta per giunta in una via stretta, e i tonfa che partono contro i manifestanti, in buona parte minorenni.
Feriti e polemiche sul questore (che era al G8 di Genova)
Si contano alla fine diversi feriti (in 11 sono rimasti feriti, tra cui due minori e uno con una sospetta frattura) e uno sciame di polemiche che travolge il questore e piomba sul tavolo del ministro dell’Interno Matteo Piantedosi, chiamato in causa della opposizione per la gestione dell’ordine pubblico. Ed è difficile contenere l’onda d’urto, perché la condanna esonda dal gioco politico e diventa trasversale. Si dicono indignati i rettori delle tre università di Pisa ed è critico anche il sindaco Michele Conti, un leghista. Tant’è che al questore Sebastiano Salvo – vicequestore a Genova in occasione del G8 del 2001 – non resta che provare a rattoppare (“il corteo non era autorizzato”) e allo stesso tempo assicurare che si rifletterà sulla gestione della giornata. Una “riflessione” e una “verifica sugli aspetti organizzativi ed operativi” coinvolgerà anche il Dipartimento della pubblica sicurezza.
Pd e M5s chiamano in causa Piantedosi
La grancassa è però già partita ed è inarrestabile. Per il leader del M5s Giuseppe Conte si tratta di “immagini preoccupanti”. La segretaria del Pd Elly Schlein intravede un “clima di repressione”. Il Pd si è schierato in blocco chiedendo un intervento del ministro dell’Interno Matteo Piantedosi: “Le cariche di Pisa contro gli studenti sono inaccettabili. Una violenza spropositata contro chi stava manifestando. Ennesimo episodio di manganellate contro chi scende in piazza. Così la destra pensa di gestire l’ordine pubblico? Esigiamo risposte immediate”. Il deputato dem Arturo Scotto ha annunciato un’interrogazione al ministro dell’Interno: “Siamo davanti a una pratica repressiva che è ormai sistematica”, ha detto. I dem si muovono anche al Senato, dove Ylenia Zambito.ha anticipato che chiederà chiarimenti al capo del Viminale perché “non si può reprimere una manifestazione pacifica con questi metodi violenti”.
Anche il vicecapogruppo di Alleanza Verdi Sinistra alla Camera, Marco Grimaldi, ha chiesto un intervento del Viminale: “Chi ha ordinato queste cariche? A che scopo? Piantedosi pensa di dire qualcosa?”, si chiede il deputato parlando di “violenze ingiustificate”. Antonio Caso, capogruppo M5s in commissione Cultura, sottolinea come tutto sia “avvenuto in una via stretta e pericolosa, al solo scopo di impedire al corteo pro Palestina di accedere” alla piazza. “È arrivato il momento di dire basta”, aggiunge. La questura ha risposto sostenendo che il corteo “non era autorizzato” e il questore ha spiegato che la carica è stata determinata “da un momento di tensione scaturito da un contatto fisico tra alcuni manifestanti e i poliziotti”, due dei quali sono rimasti contusi. Secondo quanto si apprende dalla questura, sarà comunque fatta una riflessione per capire se tutto è stato fatto per il meglio.
Il sindaco leghista: “Questore e prefetto chiariscano”
Si dice “profondamente amareggiato” anche il sindaco di centrodestra Michele Conti spiegando di aver “telefonato a questore e prefetto per chiedere conto di quanto avvenuto” perché “mai in alcun modo si può usare la violenza per reprimere una manifestazione di ragazzi e ragazze delle scuole superiori”. L’Università di Pisa ha invece espresso “profonda preoccupazione e sconcerto” per gli scontri e chiesto “chiarimenti sull’accaduto e sull’operato delle forze dell’ordine”, auspicando che “tutte le autorità competenti intervengano per garantire la corretta e pacifica dialettica democratica, tutelando la sicurezza della popolazione e della comunità studentesca”, dice il rettore Riccardo Zucchi.