Autore originale del testo: Alfredo Morganti
I due pesi e le due misure del “rischio calcolato” di Draghi
Draghi lo ha definito “rischio calcolato”. Non vuol dire che sia certo del buon esito della scelta. Al contrario. Vuol dire che il rischio c’è. Serio. “Calcolato” significa, solo, che si attendono benefici più alti dei costi, che comunque ci saranno. Pesanti. E che significheranno ancora contagi, sofferenze delle strutture sanitarie, altri decessi. La curva dei morti decrescerà con maggiore lentezza (se decrescerà) di quanto non sarebbe stato se le riaperture fossero avvenute con “numeri” migliori degli attuali, sia in termini di contagi sia di vaccinazioni. È dunque la riapertura anticipata, in soldoni, varrà numericamente più “effetti collaterali” e letali, diciamo così, di quanti ce ne saremmo aspettati da un uso generalizzato di Astrazeneca.
L’opinione pubblica, sospinta in ciò da campagne stampa senza ritegno, ha tolto ogni fiducia al vaccino ma reclama, in quanto facente parte di certe “categorie” economiche oppure della schiera di italiani edonisti reaganiani, una riapertura anzitempo delle attività più a rischio. Due pesi e due misure. O meglio, i pesi economici hanno senz’altro “pesato” di più di quelli sanitari e curativi. Più sinteticamente: la gente ha paura dei vaccini, perché teme di morire ben al di là delle cifre effettive di rischio – ma non ha paura delle riaperture, degli assembramenti, dei movimenti e movide che ne verranno, che (in modo “calcolato”!) produrranno invece e senz’altro un rallentamento nella discesa della curva se non addirituttura una sua risalita, come dicono autorevoli epidemiologi in queste ore.
Ciò nonostante, Salvini non sbandieri vittoria. Lui e Giorgetti avrebbero voluto il liberi tutti, la ripertura anche al chiuso, la cancellazione del coprifuoco, che invece non ci sono stati. Nel governo c’è chi ha resistito a questa impostazione, costringendo Draghi alla mediazione. Non date retta ai giornali, quindi, che lasciano immaginare una vittoria leghista nel braccio di ferro interno all’esecutivo. La destra (compresa Arabia Viva) avrebbero voluto molto di più, ma hanno dovuto acconsentire invece al prolungamento dello stato di emergenza, senza che nessuno abbia protestato per questo (dopo aver accusato Conte di dittatura sanitaria per lo stesso fatto). Per quanto la riapertura sia un dramma e una sciocchezza, lo stato dei fatti dice che sarebbe persino potuto andare peggio di come è andata.