I due Mattei a caccia del consenso, costi quel che costi

per mafalda conti
Autore originale del testo: Alfredo Morganti
I due Mattei a caccia del consenso, costi quel che costi
La possibilità di rivedere l’orario entro maggio del coprifuoco, dopo una valutazione tecnica sui dati del contagio, era già contenuta del DPCM di aprile che la Lega non votò, nonostante se lo fosse anticipatamente intestato (e così fece anche la stampa). In un certo senso, questa sul coprifuoco non è stata una sua decisione, nonostante oggi il partito salviniano canti vittoria. Così come cantano vittoria i giornali di destra, dicendo che il governo starebbe cedendo alle pressioni di Salvini (e della Meloni). Strano modo di ragionare. Non votano orgogliosamente il vecchio provvedimento che potrebbe (potrebbe) cambiare (in futuro) il coprifuoco, ma poi ne presentano i contenuti come una scelta odierna, una loro vittoria attuale, una specie di sfondamento del fronte a cui avrebbero partecipato vittoriosamente. Ma perché vi siete astenuti allora? Mah.
Una illogicità (a esser buoni) che fa il paio con quella della Boschi. Per la quale la “guerra a Salvini” sarebbe controproducente per il Paese. La guerra a Salvini? Che cosa vuol dire, che opporsi a un avversario politico (di destra) e alle sue manovre sarebbe sbagliato? Che bisognerebbe andarci a braccetto? Forse persino lo auspica? Oppure, più semplicemente, dice che bisognerebbe riaprire tutto, cancellando il coprifuoco da subito e senza tentennamenti? E che sarebbe sbagliato non riaprire solo per fare la “guerra” a Salvini? Ecco. Volevate una prova che i due Mattei, in fondo, marciano compatti, molto attenti al loro consenso nel Paese e poco, pochissimo vigili sul suo stato di salute? Si può essere più opportunisti e complici di così? A caccia di facile consenso come sparvieri? In modo, obiettivamente, così subdolo?
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