Ho partecipato per caso a un congresso di sezione del Pd

per Gian Franco Ferraris

Ho partecipato per caso a un congresso di sezione del Pd

Un caro giovane amico mi ha detto che avrebbe voluto votare Elly Schlein ma era in difficoltà a partecipare al congresso di sezione del Pd; aveva preso la tessera nella città di origine, piuttosto distante e aveva una giornata piena di impegni. Impietosito mi sono offerto di fargli da autista, conoscevo poco la città e mi ero illuso di fare una passeggiata invernale lungo il mare e una cenetta solitaria durante il congresso. Poi, per una serie di singolari circostanze, sono finito ad assistere alla riunione. La sezione del Pd è stata ereditata da una sede del PCI e dell’ARCI ormai desueta e poco utilizzata. Un bellissimo e nostalgico edificio che si raggiunge solo tramite una scala ripida e poco agevole; all’interno mi ha divertito trovare affissi ai muri vecchi manifesti e sui mobili suppellettili che ricordavano i Festival de l’Unità. I partecipanti al congresso erano quasi tutti miei coetanei provenienti dalla CGIL e/o dal Partito comunista, brave persone piuttosto sconsolate e che manifestavano sottovoce l’esigenza di un cambiamento profondo nel Partito Democratico a rischio altrimenti di fare la fine del partito socialista francese. E’ curioso il fatto che tutti gli “involontari intervistati” riponevano grandi apprezzamenti per Gianni Cuperlo, ma nessuno lo avrebbe votato perchè non avrebbe avuto la stoffa del leader o perchè avrebbero voluto che si ritagliasse il ruolo del consigliere del “principe”. Tutti ritenevano Matteo Renzi il responsabile principale del disastro seppure in molti riconoscevano di averlo votato con entusiasmo alle primarie del 2013.

Il congresso si svolge in modo serio e diligente vengono presentate le quattro mozioni: la prima quella di Gianni Cuperlo “Promessa democratica” che ho molto apprezzato, poi viene presentata la mozione di Stefano Bonaccini da un oratore di cui non ho condiviso nulla: inizia il discorso con l’esigenza di tornare al Pd originario, quello maggioritario di Veltroni, ma subito dopo evidenzia la capacità del Presidente della regione Emilia-Romagna di riuscire a fare vaste e vincenti alleanze elettorali. L’altro tema cruciale era quello del Pd degli amministratori di città e regioni, competenti e vincenti, su cui dovrebbe fare leva il Pd del futuro. Da anni penso che i comuni italiani (che hanno una lunghissima tradizione) non siano mai stati amministrati male come adesso e stanno vivendo una crisi di identità inedite per l’Italia. I sindaci, solo di Bologna, che ricordo e apprezzo sono stati Renato Zangheri e Renzo Imbeni, che furono eletti non con la legge attuale “dal popolo”, ma in secondo grado dai consiglieri comunali. Per non parlare delle regioni che sono solo un doppione dello stato centrale con conseguente enorme spreco di denaro pubblico e di complicazione burocratica con l’emanazione di leggi regionali per lo più illeggibili e contraddittorie. L’unica proposta sensata sarebbe quella di chiudere le regioni e tornare alle province con compiti di programmazione e supporto dei comuni (piccoli) in materia urbanistica e di cura e salvaguardia dell’ambiente. Ora a me pare che l’unica cosa che distingue gli enti locali dallo stato è quella che presidenti di regione e sindaci vengono eletti direttamente dal popolo mentre i parlamentari sono nominati dai partiti e questo contribuisce a una dicotomia che rende ancora più deboli le fragili istituzioni democratiche italiane. Poi sostenere che gli amministratori locali sono competenti perchè vincono è una ulteriore sciocchezza, uguale a dire che Attilio Fontana sarebbe un grande presidente della Lombardia perchè ha preso oltre il 50% dei voti (dei pochissimi votanti).

Poi hanno presentato la mozione di Paola De Micheli che ho ascoltato piuttosto distratto e infine la mozione di Elly Schlein che mi è parsa rivolta al mondo attuale; mi ha colpito favorevolmente il fatto di partire dall’esigenza di contrastare ogni forma di diseguaglianza (nodo cruciale di cui non c’era neanche l’ombra nel partito di Veltroni) e ho trovato piuttosto fumose altre parti del discorso.

Finita la presentazione per consentire (l’ora era tarda) di rientrare a chi aveva questa esigenza, sono state predisposte le votazioni con schede segrete e cabine elettorali e rinviato il dibattito al termine della votazione.

Durante il viaggio di ritorno abbiamo avuto il risultato che ha visto stravincere Elly Schlein, ero stanchissimo e divertito per questa serata che mai mi sarei aspettato. Purtroppo in questi giorni i miei sogni già tormentati dalle mie turbe esistenziali si sono ulteriormente incupiti da sensi di colpa per non andare a votare Elly Schlein alle primarie di domenica.

Ieri mi ha chiamato un esponente di Diem 25 per la disponibilità di pubblicare su Nuovatlantide un documento a sostegno di Elly Schlein e questa notte Il cineasta si è divertito a farmi vedere immagini oscene in cui mi recavo a votare e dovevo rendere conto a giudici del Pd impietosi e tetri.

Ps: Alle primarie non andrò a votare, mi ci recai l’ultima volta malvolentieri nel 2013 per votare Gianni Cuperlo e mi ripromisi che sarebbe stata l’ultima volta; la politica attiva l’avevo già da tempo abbandonata.

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