di Luigi Altea – 14 aprile 2016
Giorgio Napolitano è come l’herpes zoster: quando si ritrae lo fa solo per darci l’illusione della sua definitiva scomparsa. Per riapparire poi, all’improvviso, più insolente e virulento di prima.
Quando i conservanti e i ritardanti avranno terminato di produrre i loro effetti, l’epitaffio riassuntivo della sua vita, fastidiosamente lunga, reciterà più o meno così: contrastò tenacemente l’azione di Enrico Berlinguer e sostenne fino alla fine Matteo Renzi.
Quando Napolitano si oppose a Berlinguer, soprattutto sulla “questione morale”, una ragione, per quanto deprecabile, poteva essere “immaginata”. Erano, infatti, i tempi in cui Berlusconi finanziava Il Moderno, la rivista della corrente “migliorista”, che tanto lavoro procurò al pool di Mani Pulite.
Oggi, chi può, invece, anche solo ipotizzare quali siano le ragioni di tanto ostentato fervore dell’ex presidente, nei confronti dei pensieri, delle opere e delle omissioni di Matteo Renzi?
L’intervista rilasciata oggi da Napolitano a La Repubblica è a dir poco penosa.
Un ex presidente che definisce “pretestuoso” un Referendum promosso da nove Regioni italiane, e che mira alla “custodia e alla conservazione del creato”, secondo il più religioso e al contempo il più laico dei comandamenti, rattrista per la pena che provoca.
Un pensionato di lusso, grazie ai “contributi” delle sue infinite elezioni alle alte cariche dello Stato, che spende il suo residuale prestigio in favore della non partecipazione, dell’astensione al voto, della diserzione delle urne, fa venire il voltastomaco…
Un aspirante “Padre della Patria” che si contrappone volgarmente all’attuale Presidente della Repubblica, al Presidente della Consulta, e ai Presidenti della Camera e del Senato, lascia sgomenti…
No, Giorgio Napolitano non sarà mai considerato un Padre.
Al più sarà ricordato come un papà.
Un papà dell’epoca dei papà Boschi, dei papà Renzi, dei papà Lotti.
2 commenti
ottima e circostanziata riflessione sulla miseria interiore di un potente
..ottimo articolo….