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di ALESSANDRO ROBECCHI – PIEDE LIBERO per pagina99, 2 dicembre 2014
Ci sono vari modi di passare alla storia. Quello dei vertici Decca, la famosa casa discografica – gennaio 1962 – fu questo: “I gruppi chitarristici sono passati di moda, mister Epstein”. E si rifiutarono di firmare un contratto ai Beatles. Da mangiarsi le mani per un secolo. Chissà se conoscono questa storiella i tanti militanti del Movimento Cinque Stelle, o anche i loro rappresentanti e, tra i rappresentanti, magari, quelli che sbertucciarono Pierluigi Bersani in streaming trattandolo come un lavavetri al semaforo. Non si parla di politica, ovviamente, che fare la politica con i “come sarebbe potuta andare” è un esercizio stupido. No. Si parla di vedersi scorrere via le occasioni come sabbia dalle mani, di lungimiranza, di arroganza punita, di superbia, di impotenza nonostante la forza. Prevengo le obiezioni: Bersani non è Paul McCartney, il Pd non è (e non era) i Beatles, non si tratta di paragone, non è un parallelo e nemmeno un paragone omologo. Ma una cazzata, diciamolo, resta una cazzata.