Fonte: politicaPrima
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di Giovanni Caianiello – 8 marzo 2016
Si fanno eleggere parlamentari, nei consigli regionali, come sindaci o consiglieri.
Persone come Di Battista, che lavorava come cooperante in Guatemala, occupandosi di educazione e progetti produttivi nelle comunità indigene, di microcredito e istruzione in Congo-Kinshasa e per i diritti all’alimentazione per l’UNESCO, che girava il mondo, tra Argentina, Cile, Bolivia, Perù,Ecuador, Colombia, Guatemala, Cuba.
Come Luigi Di Maio, giovane imprenditore e titolare di una azienda di famiglia, Michele Giarrusso, avvocato di successo, e Manlio Di Stefano che lavorava come ingegnere per Accenture Technology Solutions e così tantissimi altri impegnati a costruirsi un futuro. Decidono di mollare tutto per svolgere due mandati da politici per poi ritornare a casa a fare, se gli va bene, quello che facevano prima. Proprio non li capisco.
Un successo clamoroso alle politiche del 2013. Subito alla prova, e di fatto, rifiutati da Bersani che avrebbe voluto i loro voti per il “suo governo”. Relegati all’opposizione perché rivoluzionari contrari al Palazzo. Protestano, vanno sui tetti e diventano il bersaglio preferito della Boldrini di SEL, alleata di governo, con loro fa il tiro al piccione e li sospende dal parlamento. Derisi perché sono i nuovi arrivati, i rompiscatole, decidono di non andare in TV perché faziosa come quasi tutti i giornali. Restituiscono parte dell’indennità e rifiutano i finanziamenti pubblici.
Fanno le campagne elettorali con cifre ridicole raccogliendo fondi tra gli attivisti. Una cosa mai vista prima. Odiati dalle lobby, dalle banche e dalla finanza, diventano gli antipatici, perché non amano il canguro che in Australia è un grazioso animale, e sono a favore della vivisezione delle leggi presentate dal PD e FI.
Certo, la scatoletta non era così facile da aprire, come pensavano, specie se i deputati e senatori vivono nel palazzo e la chiavetta ce l’ha qualcun altro. Le loro vite vengono costantemente passate ai raggi X, e come se non bastasse, sotto i riflettori finiscono anche i loro familiari. Fascisti. E in assenza di notizie se ne creano ad arte, nascono così scoop che a macchia d’olio girano sui TG e giornali che li propagandano con grande enfasi.
Vengono dipinti come pedine nelle mani di Casaleggio, Grillo ormai è a riposo. Le loro mail spiate dalla società che tutto può e che lucra alle loro spalle. Insomma, la Casaleggio Associati e il blog di Beppe Grillo che tengono testa all’impero mediatico del centro destra e alla RAI governativa. Incredibile. Basta, però, dare uno sguardo ai bilanci pubblici delle aziende per percepire immediatamente l’entità degli “affari”. Nel 2014 i ricavi della galassia Casaleggio, compreso il Blog di Grillo, sono stati 1,5 milioni con una perdita di 152mila euro (C. Brusini Il Fatto Quotidiano 29 agosto 2015).
Per fare un esempio, il gruppo Fininvest della famiglia Berlusconiha un fatturato di quasi 5 miliardi di euro e circa 20 mila dipendenti. Come dire un rapporto di 1 a 333.
Le frecce di paglia colpiscono il bersaglio, si infrangono per la loro inconsistenza, ma comunque raggiungono lo scopo. La notizia fa scalpore e mai, invece, la smentita.
La loro onestà è messa in dubbio, hanno perfino un sindaco “abusivo”, a Bagheria, capace di costruire la sua casa nientemeno prima che nascesse. Mentre a Quarto hanno fatto patti con la Camorra, incredibile. E infatti tutti ricordano le parole provocatorie di Grillo sulla mafia…
Ma la “politica”, partitica, è questa. Beppe Grillo, da anni faceva spettacoli e parlava di futuro, di tecnologia e finanza, in netta contrapposizione all’operato dei governi e politici. Molti applaudivano ma nessuno sembrava volersi interessare sul serio ai suoi argomenti. L’unica strada per farli valere era la via politica.
L’idea, alla fine gliela suggerì Piero Fassino, che infastidito dalle sue contestazioni, dalla richiesta di prendere la tessera del PD e di candidarsi alle primarie come “alternativa al nulla”, gli rispose scocciato: “Non possiamo dargli la tessera, se vuole fondare un partito lo faccia e vediamo quanti voti prende”. Il risultato lo sappiamo.
In tutto questo, cosa fanno i 5 Stelle? Si saranno stancati di vedersi bocciare puntualmente ogni iniziativa di legge, emendamenti, ipotesi di regolamentazione, persino quando dichiarano di votare a favore? La casta è casta e il palazzo è palazzo, difficile da demolire dopo decenni di scientifico consolidamento e sostanziale accordo tra chi ha in mano il potere.
Qual è, quindi, la loro tattica? Aspettare che i giaguari, i canguri ed i loro addestratori vengano tutti condotti nella riserva reale di (Poggio), in quella di Regina (Coeli), o altre destinazioni protette? Mentre fuori le pecore al pascolo, abbandonate e disorientate cercano nuovi pastori. Beh… se è questo il piano, considerata l’attenzione e l’impegno giornaliero dei magistrati, bisognerebbe dire che allora sono a buon punto. Come dire, se non puoi batterli… lascia che si estinguano da soli.