Fonte: facebook
di Fausto Anderlini – 10 agosto 2014
Continuo a pensare che il confusionismo faccia premio sull’autoritarismo. Quantomeno vedremo alla fine a cosa sarà servito lo smembramento costituzionale perseguito dalla ditta Renzi&Berlusconi e associati. Se l’esito sarà quello di mettere il governo del paese sotto la tutela diretta della troika, ad esempio, la confusione avrà fornito il più utile dei contributi. Per quanto non manchino le macchiette che si atteggiano a uomini della provvidenza, come lo stenterello toscano coi suoi accoliti, un disegno autoritario volto a innescare un regime cesaristico su scala nazionale non lo vedo alle porte.
Questo disegno anti-europeo era certo inscritto con una certa organicità nella destra berlusconiana, ma dal momento che ciò che di essa residua si è con-fuso con il PdR il confusionismo e’diventato l’aspetto prevalente. Del resto il pensiero istituzionale dello stesso Pds-Ds, nelle sue varie evoluzioni, sino alle metamorfosi prodiano-veltroniane del Pd è sempre stato claudicante, ondivago e ricettivo rispetto alle mode più svariate: maggioritarsimo anglosassone, federalismo pan-regionalista, cancellierato, municipalismo, persino presidenzialismo. Già alla bicamerale D’Alema era disposto a qualsiasi concessione pur di arrivare in porto con qualcosa (proprio come Renzi adesso), ma non riuscì perchè Berlusconi tutto voleva fuorchè condividere il potere costituente, tantomeno da posizioni di debolezza. Se per tutta la fase berlusconiana gli eredi del Pci e della sinistra cattolica ulivizzata si sono schierati a difesa della Costituzione, tanto da configurarsi, in certi momenti, come sorta di agglomerato residuale di partiti identitari a base costituzionale, è stato in causa di due sole ragioni ‘esterne’: la smania monopolistica e autenticamente cesaristico-autoritaria di Berlusconi e del blocco post-costituente a suo sostegno e il sopravvivere di una certa resistenza sociale (vedasi la battaglia della Cgil sull’art. 18, quando Cofferati schierò i tre milioni al Circo Massimo e costrinse il gruppo dirigente Ds ad andargli dietro obtorto collo). Esaurita questa fase necessariamente oppositiva l’indole eclettica e confusionaria ha ripreso sguaiatamente il sopravvento, potendo confidare su un Berlusconi scaduto nel frattempo dall’ambizione del padre a quella, a lui più consona, del padrino.Il bipolarismo all’italiana è stato una creazione di Berlusconi.
Il risultato momentaneo ma perdurato per circa un ventennio di transizione bloccata, ha costituito una anomalia assoluta rispetto ai postulati della scuola westminsteriana: due blocchi socio-politici contrapposti ed alieni alla legittimazione incrociata, quello populista neo-autoritario (prevalente), e quello ‘costituzionale’ (soccombente, ma in grado di opporre resistenza). Entrambi questi blocchi sono alla fine implosi e il risultato finale, come era da prevedersi una volta spedito a quel paese con l’attivo beneplacito dell’ultra-ottuagenario del Colle il timido tentativo restaurativo di Bersani, non è il passaggio alle limpide acque della cd. democrazia dell’alternanza governante, bensì il connubio consociativo, pragmatico, a-ideologico, perciò laicamente e laidamente (si sprecano i paragoni col Craxi) confusionario. Estrema ironia della storia, se si pensa che tutto era partito dall’insofferenza per il consociativismo inscritto nella costituzione e nel quarantennio più o meno glorioso della prima Repubblica…..’