Gli avvelenatori di pozzi e le vittorie che diventano sconfitte

per Gian Franco Ferraris
Autore originale del testo: Alfredo Morganti

di Alfredo Morganti – 4 aprile 2018

Appare evidente che la politica non è più educata al governo e alle responsabilità. Eppure in questi 25 anni si è parlato solo di primato dell’esecutivo, di governabilità, di vincitore sin dalla domenica sera del voto. Sembrava un coro di responsabili governisti, sembrava una classe dirigente lanciata consapevolmente verso Palazzo Chigi, pronta a mostrare il proprio acume al Paese. E invece era solo una cagnara di cercatori di consenso. Roba da campagna elettorale. Oggi tutti giurano che prima o poi Lega e 5stelle si accorderanno. Se sarà, io dico, sarà solo perché saranno stati stretti in un angolo. Ce li avrà messi Mattarella o chi altri. Non per scelta consapevole, non per effettiva responsabilità. Alcuni si sono tirati via a priori, come il PD, altri vorrebbero sguisciare via come anguille. Il sogno di tutti è quello di nuove elezioni. Con la specifica che i piddini vorrebbero prima che Lega e 5stelle si scrociassero al governo, per poi andare alle urne con il claim : “Ve lo avevamo detto”.

Il clima politico è ormai quello di una campagna elettorale permanente. Dopo aver raccontato a tutti che chi governa è un boia a prescindere, adesso tutti temono di finire sulla graticola. A meno che non si abbia una maggioranza bulgara dalla propria parte, che solo una legge maggioritaria con premio anticostituzionale potrebbe garantire. Come se ‘governo’ significasse solo ‘comando’ incontrastato e dominio assoluto sul Parlamento. L’idolatria dei numeri spinge a credere che una maggioranza forzosa in aula, priva di alcun riferimento reale alla forza politica concreta nel Paese, sia indice di governabilità, e non invece l’ennesima forzatura antirappresentativa foriera di altre nefandezze. Hanno talmente eroso e svuotato la potenza della rappresentanza, e cantato i peana dell’esecutivo forte e maggioritario, che adesso siedono su un tronco cavo destinato a spezzarsi. Sono i principali mandanti del loro suicidio politico.

Io credo che pensino tutti in nuove elezioni. E, non potendo godere di finte maggioranze bulgare prodotte dalla truffa di qualche ‘premio’, sperino si riproduca all’infinito questa situazione di sbriciolamento e di impasse, tanto è forte il terrore di governare senza rete e ‘perdere’ il consenso dopo aver ‘vinto’ le elezioni. Vien quasi da dire che ‘vincere’ e ‘perdere’ sia divenute la stessa cosa e preludano allo stesso esito, come forme svuotate e interscambiabili. In fondo, hanno talmente avvelenato i pozzi della politica, della rappresentanza, della responsabilità, e rotto i ponti della mediazione, che adesso non hanno più scampo, né scelta. Tolta la rappresentanza, tolta la responsabilità, tolta la mediazione e negata una realistica politica delle alleanze parlamentari (il cosiddetto ‘inciucio’), resta ben poco per fare politica in senso grande. Al più comunicazione, sceneggiate elettorali, muscoli gonfiati dal doping della retorica mediale e uomini soli al comando di nulla. Meno male che c’è il Rosatellum, meno male ci sono i 2/3 di proporzionale. Costretti a causa della legge elettorale a inventarsi mediatori, i vari Renzi, Salvini, Berlusconi, Di Maio e compagnia cantante stanno scoprendo solo ora cosa sia la politica, quale siano le sue regole, dopo tanti anni di calcio-spettacolo e di chiacchiere mediali spacciate per governo. Nati pesci nella palude del maggioritario, si ritrovano a dover camminare adesso che il terreno del proporzionale è riemerso quasi per intero dalle torbide acque di questi decenni.

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