Autore originale del testo: Giulia Urso
Fonte: TRE RIGHE le notizie e i protagonisti
Fonte: TRE RIGHE le notizie e i protagonisti
di Giulia Urso – 6 novembre 2017
Uno scoglio e il mare
Tutto si è fluidificato sino a diventare informe. Non possiamo continuare a smarrirci nell’informe, nella perdita delle linee, nell’appiattirci nell’oscuro dell’orizzonte, nella disperazione di chi non ha vie di uscita, nell’azzeramento del linguaggio. Uscire da questo magma è trovare orientamento e parole e immagini e voce e anima.
Il capitalismo sta giungendo ad uno snodo epocale e per superarlo c’è bisogno di azioni sociali ampie e coordinate.
Si può immaginare una alternativa a questo modello?
Come possiamo performare il nuovo modello di società.
Qual’ è la nostra idea di futuro.
Che società e che felicità possiamo costruire?
Per esempio io vorrei vivere in una società in cui sia dato per scontato che non debba esistere la violenza sulle donne. Vorrei vivere in una società talmente avanti nella consapevolezza di se stessa, che non prende neanche in considerazione l’idea di stupro e non ha necessità di organizzarci intorno dei bei dibattiti. Vorrei vivere in una società in cui il concetto di razzismo, fascismo, integralismo sia lontano dalla mia cultura e non riferimento quotidiano dei nostri discorsi.
Vorrei vivere in una società dove l’armonia non è prodotta da divieti e permessi ma bene comune accettato e metabolizzato.
So bene, anche, che i diritti non vanno mai dati per scontati e vanno sempre riconquistati. Sempre.
Mi chiamo Camila Canicoba, rappresento il dipartimento di Lima e le mie misure sonoduemila e duecento caso di femminicidio registrati negli ultimi nove anni nel mio Paese
Mi chiamo Melody Calderon rappresento La Libertad – le mie misure sono l’81% di cadi di violenza a bambine con meno di cinque anni che vengono commessi da persone vicine alle famiglie.
Mi chiamo Samantha Batellanos, rappresento Lima – le mie misure sono: una bambina muore ogni dieci minuti a causa dello sfruttamento sessuale.
Questi alcuni dei dati snocciolati lo scorso 29 ottobre dalle candidate aspiranti a diventare miss Perù ( un concorso di bellezza femminile!! ) e che hanno lanciato l’ hashtag #MisMedidaSon.
Il mondo si sta attrezzando ed è evidente che c’è, ineluttabile, la necessità di creare una alternativa reale allo sfarinamento di un modello su cui per secoli sono state costruite le nostre certezze, la nostra quotidianità, la nostra vita.
Comprendere i bisogni espressi da un nuovo contesto antropologico e sociale significa affrontare e prendere decisioni difficili. Il nostro agire politico oggi avviene in una zona franca, una terra di nessuno dove chi grida più forte ottiene consenso. La nuova sinistra alla ricerca di una nuova identità ha il dovere di ribaltare questa terra di nessuno e farne un luogo di ascolto. L’ascolto deve però generare risposte, interfacciarmi con il desiderio di senso, e soprattutto bisogna trovare il modo per riuscire a far ascoltare le risposte.
La politica di sinistra, la nostra politica oggi ha proprio questa missione : estendere le sue capacità percettive al diverso, entrare in un campo percettivo ” altro” rispetto al sentire comune. Se si accoglie ciò che è “altro” ( anche se il percorso è doloroso) si dice si alla vita e la vita, accettata così, è vita piena di senso; non solo vita, ma esistenza.
E questo, forse, permettetemi, può essere uno specifico dello sguardo femminile.
Per una strana e particolare congiuntura di vari fattori sono sempre più convinta che possano e debbano essere le donne, oggi, lo scoglio che arginano quel fluido mare della bellissima immagine che abbiamo preso in prestito da una canzone di Lucio Battisti.
Chi più delle donne ha la potenzialità di un’estensione della propria sensibilità e può dire si alla vita?
L’incontro/dibattito a via Zanardelli di martedì 7 novembre parte da questa consapevolezza per cominciare a trovare risposte all’alternativa reale che il mondo sta domandando.
E lo faremo con gioiosa presunzione
Giulia Urso