Fonte: Uomini&Business
Riportiamo un breve testo di Giovanni Malagodi, segretario del Partito Liberale in cui avvertiva sul rischio dell’istituzione delle Regioni, se fosse stato ascoltato oggi non ci troveremmo di fronte all’incontenibile proliferare della spesa pubblica italiana.
di GIOVANNI MALAGODI
Veniamo alle regioni. Il collega Bozzi ha chiarito l’altra sera le nostre obiezioni di fondo, di carattere giuridico, amministrativo, finanziario, nei riguardi delle regioni. […] Oggi le quattro regioni a statuto speciale spendono 135 miliardi, cioè il doppio di quello che spendevano cinque anni fa; e cinque anni fa spendevano tre volte tanto quello che spendevano all’inizio.
La regione siciliana, per esempio, rende straordinariamente ai membri dei consigli di amministrazione dei 265 enti autonomi, che sono stati creati per poter fare tutto quello che si vuole al di fuori di qualsiasi controllo. […]
Le regioni significano un’immensa spesa! E credo veramente che ci vogliamo prendere in giro fra noi se immaginiamo che, mentre il Comune di Roma spende 70 miliardi e quello di Milano più di 100 miliardi all’anno, per le regioni, tutte insieme, possiamo cavarcela con la modica spesa di 57 miliardi all’anno. […]
Avremo una doppia burocrazia. […] Anche quando si sono fatte le regioni a statuto speciale si è detto che si doveva riempire i ruoli con funzionari dello Stato, con personale già in servizio; al contrario, si sono aggiunti nuovi uffici statali per esercitare quegli scarsi controlli, che, nonostante tutto, la Costituzione permette ancora di esercitare.
Ed è inutile che si venga a dire: ma noi faremo degli organi di semplice decentramento. Voi farete invece quello che è scritto nella Costituzione; anzi, se voi manifestate una intenzione, è proprio quella di andare ancora più in là della Costituzione […].
Sono cose che costeranno nuove tasse e nuovi debiti, che sono economicamente dannose e socialmente inutili; sono cose che servono soltanto per iniziare la liquidazione dell’economia di mercato […].