Proverò a dirvi quel che penso e, per una volta, quel che provo.
Non che tra le due cose corra di prassi un abisso, è solo che non sempre il sentimento ha da comprimere la razionalità. A volte, invece, serve farlo.
Allora, perché il Pd si incaponisce a sostenere il reincarico a Conte e non prende atto come in passato che tutti sono utili e nessuno indispensabile?
Perché Conte è la persona che ha garantito la tenuta del governo negli ultimi quindici mesi e rappresenta tuttora il punto di equilibrio necessario a proseguire l’azione avviata di contrasto alla pandemia e gestione dell’emergenza economica e sociale.
Ma Renzi ha i numeri per far partire un altro governo e da tempo chiede la testa di Conte? Voi del Pd pure di preservare il premier che c’è siete disposti a far fallire la verifica affidata al presidente della Camera?
Quel che vuole Renzi lo ha mostrato nelle scelte. Ha aperto una crisi e adesso si siede al tavolo per formare un eventuale governo con la stessa maggioranza di prima. Il che porta a pensare che si potesse procedere ai correttivi necessari senza precipitare il paese dove sta ora. Non vuole Conte a Palazzo Chigi? Ce ne faremo una ragione.
Le altre tre forze che danno vita alla maggioranza la pensano diversamente e se la ratio esiste dovrà prenderne atto.
Poi discutiamo il merito: programma, priorità, patto di legislatura, squadra.
Se si vuole arrivare a capo di questa situazione grave e assurda lo si può fare.
Non ci si riesce.
Allora basta tentennare.
Si dia vita a un governo elettorale per gestire le incombenze su cui esiste un accordo largo (a cominciare dal piano vaccinale) e si vada a votare al massimo a fine primavera.
Le elezioni non sono un attentato alla democrazia.
Le elezioni sono l’essenza della democrazia.
E un partito che porta quel termine nel nome non può mai averne paura.