Gianni Cuperlo: Legame e dicotomie tra la politica e la realtà

per Gian Franco Ferraris
Autore originale del testo: Gianni Cuperlo
C’è una cosa che la politica, la buona politica, dovrebbe sempre fare. Non dico sia facile, no, ma sarebbe una fatica premiata se fossimo tutti, ciascuno per la sua parte, in grado di saldare strettamente i temi del confronto alle loro conseguenze sulla vita delle persone.
Che poi detta così è una formula vaga, lo capisco, e forse un esempio aiuta a spiegarlo meglio.
Ho un amico, una persona bella e che mi è cara. Vive al Sud con la sua splendida famiglia. Lavora, conduce una vita piena e attiva, indossa una protesi che gli viene garantita (cioè pagata) dall’Asp (in quanto invalido civile), la protesi è tecnicamente fornita dall’Inail e prodotta dal centro di Vigorso di Budrio, provincia di Bologna, tra i migliori del nostro paese nella costruzione e assemblaggio di questo tipo di presidi ortopedici.
Ora, e qui cito il mio amico, “le Asp pagano le forniture sulla base di prezzi stabiliti in un nomenclatore che attribuisce un codice e un prezzo a ogni singolo componente protesico. Questo nomenclatore è abbastanza datato, non viene aggiornato dagli anni ’90, per cui, oggi, per costruire la protesi servono dei componenti che non sono inseriti nel nomenclatore e le Asp non pagano.”
E così prosegue: “L’Inail non ha trovato di meglio che scaricare per intero il costo dei componenti non inseriti nel nomenclatore sugli assistiti, con costi ragguardevoli. A titolo di esempio ti giro la mail dell’Inail con il preventivo della mia nuova protesi. A pagina tre trovi “dispositivi non inclusi” con un costo di €875,68 a mio carico, come di ogni assistito.”
E di seguito, perché si capisca bene, “Attenzione quei dispositivi non sono l’ultimo ritrovato della tecnologia ma “il modello base”, cioè senza quello la protesi non la costruiscono perché non funzionerebbe più con il modello precedente, così mi ha appena detto il capo officina Inail. In altri termini io non posso scegliere tra un modello vecchio e uno nuovo, se voglio la protesi nuova devo spendere quella cifra”.
Ora, due riflessioni.
La prima è capire i motivi del ritardo nel produrre l’aggiornamento sui preventivi che la tecnologia per fortuna è in grado di produrre. Non sono un tecnico, tanto meno un esperto, ma posso anche supporre che si tratti di tabelle di costo non banali per il bilancio pubblico.
Ma qui entra in gioco l’altra riflessione.
Da mesi si discute se accedere o meno ai fondi del Mes, si parla di condizionalità (che paiono non esserci) e si dibatte sui rischi dello stigma perché i mercati potrebbero a quel punto far salire lo spread eccetera eccetera.
Ma se i famosi 37 miliardi si debbono investire in spese dirette e indirette per la sanità, non sarebbe saggio mettere in fila le tante cose giuste (giuste nel senso dell’equità e del rispetto della dignità delle persone) che con quei fondi si potrebbero realizzare colmando ritardi di anni anziché astrarre il confronto da una sfera concreta che impatta la vita dei singoli?
Ecco, è questo che intendo col legame citato sopra tra la politica e la realtà. Non ignorare gli ostacoli, ma provare a superarli.
Buona giornata e un abbraccio
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