Gianni Cuperlo e il film Il portiere di notte

per Gabriella
Autore originale del testo: Gianni Cuperlo
Fonte: facebook

Anche questo intervento di Gianni Cuperlo merita attenzione. Penso che insistere continuamente sul ruolo del parlamento nello scrivere le leggi risponda all’obiettivo di ricordare, in questo periodo di svuotamento delle istituzioni e di fragilità della democrazia, che l’italia è ancora una Repubblica parlamentare. Io penso, tuttavia, che questa strategia sia sbagliata: le proposte di legge di Renzi (italicum, riforma del senato, job act, sblocca italia) sono leggi truffa e come tali non sono migliorabili. Che fare?  Ho colto lo spunto dell’intervento di Cuperlo e ho ripreso alcuni brani di riflessioni di alcuni commentatori politici, che qui ringrazio, sono riflessioni utili a cercare le soluzioni possibili.

Michele Prospero: … Que­sto espli­cito piano di sem­pli­fi­ca­zione a sfondo cesaristico-mediatico è for­te­mente regres­sivo, incom­pa­ti­bile con la cul­tura della sini­stra e andrebbe per­ciò osta­co­lato, in ogni modo effi­cace. La vit­to­ria di Renzi non coin­cide con il suc­cesso della sini­stra. Certo, la situa­zione è per la mino­ranza assai para­dos­sale, per­ché la obbliga a distri­carsi tra un male mag­giore e un male minore. Se vince Renzi, fini­sce la poli­tica e viene san­cita l’eutanasia di ogni aspi­ra­zione alla rina­scita di una qual­che demo­cra­zia dei par­titi. Se perde, non dopo una bat­ta­glia tra­spa­rente ma per­ché tra­mor­tito dalla forza delle cose, dalle sue mace­rie verrà tra­volta anche la sini­stra interna, rovi­nata dal suo vano atten­di­smo. E’ infatti un’illusione aspet­tare obbe­dienti, e solo con qual­che riserva, dalle retro­vie che il folle piano vada a sbat­tere e imma­gi­nare di ripren­dere a cam­mi­nare a testa alta subito dopo il fra­gore rovi­noso da tutti avvertito.

Alfredo Morganti: … Dobbiamo puntare, viceversa, a una sorta di ‘vocazione maggioritaria’ della sinistra politica e sociale. La leadership di Landini non emerge perché si sia ‘scisso’ da qualcosa. Lui sta solo riconquistando il terreno concesso agli avversari, metro dopo metro, corpo dopo corpo, casamatta dopo casamatta. I sondaggi verranno dopo, ché in fondo risentono del clima politico. È la riconquista del nostro popolo che viene prima, la riconquista del nostro terreno di iniziativa, di una cultura politica della sinistra, e c’è una rete da ritessere, e uno spazio da riplasmare, e un campo da allargare non da restringere con iniziative minoritarie, di corto respiro. Non c’è un ristretto cortile di casa da difendere, ma un intero campo di forze da ribaltare. Piano, certo. Con intelligenza, pazienza, avvedutezza ma con grande determinazione e il coraggio d’altri tempi.

Giovanni La Torre: … In tutto questo Renzi sta somigliando sempre più a personaggi come D’Alema e Tremonti, cioè persone che si autoattribuiscono doti che assolutamente non possiedono, e in forza di questa convinzione non si avvedono delle difficoltà e le sparano sempre più grosse, con il risultato di passare prima come figure autorevoli e poi come patetiche macchiette.
Certo c’è sempre il problema di chi possa organizzare l’alternativa, e questo vuoto potrebbe prolungare la sopravvivenza del Nostro.

Penso che comprendere i processi politici che stiamo vivendo sia il primo passo per battere la politica come gestione del potere e trovare le soluzioni migliori. Personalmente condivido le opinioni di Morganti e Prospero ma penso anche che occorre una riflessione approfondita che coinvlga tutte le persone di buona volontà, approfondita e senza barriere mentali. Ad essere sincero, mi ha anche colpito la previsione di Giovanni La Torre, a parte il paragone “scandaloso” con D’Alema e Tremonti, a me pare che Renzi sia una marionetta incapace di governare: il jobs act, l’italicum, la riforma del senato sono proposte antidemocratiche ma anche anacronistiche, di fatto un nuovo feudalesimo, la manovra economica poi è dannosa per gli italiani e campata in aria nei numeri; la sua forza proviene unicamente dalle Tv e dal fatto che i suoi avversari lo prendano seriamente in considerazione e da quando l’ho letto mi viene alla mente il film controverso e affascinante “Il portiere di notte”, con Gianni Cuperlo nella parte della bellissima e sfortunata Charlotte Rampling. (g.f.)

di Gianni Cuperlo – 3 novembre 2014

Repetita…..

Dal 1993 al 2013 gli investimenti diretti dall’estero in Italia sono ammontati a 290 miliardi di dollari. In Spagna sono stati 567. In Germania 799. In Francia 823.

Dal 2008 a oggi abbiamo perduto all’incirca 900.000 posti di lavoro. Si è trattato di licenziamenti collettivi che hanno attivato, in massima parte, gli ammortizzatori previsti (cassa integrazione, ordinaria straordinaria e in deroga, mobilità, prepensionamenti).

Decine di migliaia di imprese di piccole, e a volte medie, dimensioni hanno abbassato la saracinesca.

Abbiamo perduto il 25 per cento della produzione industriale, percentuale salita al 40 in un settore carico di tradizione come quello dell’auto.

Abbiamo la più alta evasione fiscale del continente, i tempi della giustizia più lunghi, una corruzione insediata sino al cuore dei centri decisionali.

Nessuno, davvero nessuno, neppure tra i sostenitori più decisi della legge delega sulla riforma del mercato del lavoro si è spinto sostenere che una parte di questi problemi derivi dai ritardi (oggettivi) del sindacato o dalla ossessiva applicazione delle norme in materia di licenziamenti individuali.

Pare, dalle anticipazioni di ieri, che il segretario del Pd abbia ripetuto che sulla delega Poletti non c’è margine per discutere. Il testo rimane quello uscito dal Senato e su quello, ragionevolmente, il governo porrà la fiducia.

I giornali di stamane raccontano una storia in parte diversa. Vi sarebbe la disponibilità a correggere la delega in alcuni aspetti recependo la richiesta di definire le fattispecie di licenziamento disciplinare per le quali mantenere la possibilità del ricorso al giudice, e dunque alla reintegra.

Ho già scritto qui sopra, ma lo riscrivo, che sulla reintegra per motivi discriminatori interviene la nostra Costituzione oppure l’articolo 30 della Carta europea dei diritti della persona. Per quanto riguarda i licenziamenti disciplinari, i giuslavoristi spiegano l’impossibilità di definire tutte le fattispecie possibili. Già oggi, peraltro, con la riforma del 2012 il giudice può valutare non sufficienti le motivazioni del licenziamento disciplinare e comunque ordinare l’indennizzo al posto della reintegra.

Rimane il nodo del licenziamento soggettivo per motivazioni economiche “manifestamente infondate”. La mia opinione è che negare, in via di principio, la possibilità da parte del lavoratore di un ricorso al giudice in casi di quel genere significa aprire la strada a un utilizzo di quella fattispecie di licenziamento come “scudo” per l’eventuale allontanamento di lavoratori sgraditi (che ne so, perché iscritti a un sindacato o per altro).

Credo sia giusto lavorare in Parlamento per modificare quella e altre norme della delega (demansionamento, utilizzo dei voucher, controllo a distanza, e naturalmente prevedere le risorse necessarie a estendere le tutele previste oggi solo per una parte dei lavoratori ragionando sulle forme di un sussidio universale di sostegno al reddito per chi un lavoro lo cerca).

Rappresentare questa discussione come il confronto a distanza tra un governo proiettato nel futuro e libero dagli impacci di vecchi riflessi para sindacali e una opposizione interna al principale partito di governo asserragliata nel fortino delle sue vecchie convenzioni, a me pare una caricatura.

Trovo gravi le parole di un leader che quasi sfida un pezzo del suo partito ad andarsene altrove. Può darsi sia nel suo interesse liberarsi di chi continua a esprimere un’opinione diversa e a battersi per cercare di affermarla. Ma se guidi un campo e cerchi di dividerlo anziché unirlo, perdi la bussola e indebolisci il Paese.

Sono andato alla manifestazione di piazza S. Giovanni. Ho ascoltato quelle voci e parlato con tanti che avevano scelto con qualche sacrificio di arrivare lì. Ho scritto il giorno successivo che in questa partita la coerenza di ciascuno diventa un valore in sé. Coerenza non significa negare le ragioni della mediazione o del compromesso, ma quelle ragioni non possono spingersi a rimuovere il principio che si sceglie di tutelare.

Se siete d’accordo proverò a tenervi aggiornati sul confronto in Parlamento. Attualmente la delega è in commissione Lavoro e non sono ancora scaduti i termini per la presentazione degli emendamenti.

Buona giornata

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2 commenti

Maria Voglino 4 Novembre 2014 - 16:24

Le riforme di Renzi sono solo armi di distrazione di massa e Cuperlo e c. Fanno il suo gioco: sia dando l’immagine di mettere un freno a Renzi senza avere la forza di affrontarlo con chiarezza, sia giustificandosi con la disciplina di partito: una ditta che é fasulla, una chiesa senza religione. Così facendo non si costruisce una proposta di sinistra prigioniera della sinistra pd e della vocazione minoritaria dei partitini della sinistra radicale.

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Carlo 27 Novembre 2014 - 20:52

Sig.Cuperlo ,
in polemica con Orfini lei ha dichiarato di difendere le sue idee . Ma le sue idee le abbiamo già sentite alle ultime primarie e, come lei sa, non ci sono piaciute . Non sarebbe più intelligente prenderne atto ?
Noi non la paghiamo per sentirla ripetere le sue idee , ma per dare esecuzione alle linee del Segretario che abbiamo eletto. Sta succedendo invece il contrrario che farebbe fallire qualsasi Ditta . Sta succedendo che alcuni di voi “executives” passate il tempo per trovare aggettivi ( che chiamate idee ) per opporvi alle poltiche della ditta stessa . Condizione certa per il fallimento della stessa.
Carlo Grassi A
PS , al Dams non le hanno insegnato che le “idee” non necessitano mai di aggettivi ? Se vuol parlare di idee limiti almeno l’uso di aggettivi.

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