Gentiloni non è il clone di Renzi ma il frutto di una manovra postDC

per Gian Franco Ferraris
Autore originale del testo: Gian Franco Ferraris

di Gian Franco Ferraris, 11 dicembre 2016

Gentiloni non ha il curriculum dell’uomo di Renzi, è un politico di lungo corso e seppur nel suo passato è stato rosso, verde e bianco, a differenza dello statista di Rignano, non ha mai tradito l’amicizia. Ha aderito alla falange renziana quando si è candidato alle primarie per fare il sindaco di Roma (raccolse un modesto 15%) vinte da Marino, ma è diventato Ministro degli esteri per imposizione di Napolitano dopo le dimissioni di Francesca Mogherini.

Penso che la scelta sia caduta su di lui perchè Renzi non voleva Franceschini (ricordate il suo comportamento con Enrico Letta) che ha l’Opa sui gruppi parlamentari, o Del Rio. E quindi Gentiloni è il frutto del dis/accordo tra le componenti che controllano il maggior numero dei deputati PD. Franceschini è peraltro consapevole di non poter rompere in questo periodo con Renzi…. se si va al voto in primavera senza Renzi questo Pd faticherebbe a superare il 10%.

Ma le strade sono destinate a dividersi. Renzi vagheggia la rivincita elettorale dopo la Waterloo del referendum, la resa dei conti contro tutti. Mattarella, Franceschini, Gentiloni sperano nel governo dei due tempi: il primo che riscrive la legge elettorale e il secondo in primavera con la crisi economica ancora più acuta, scandali vari nelle banche italiane e lo spauracchio della vittoria di Grillo alle urne. In primavera – surgelato Renzi, si potrebbe aprire il varco per far durare la legislatura sino alla scadenza ‘naturale’ del 2018.
Che cosa manca? Tra le forze politiche in campo manca completamente l’opzione di sinistra – Ahimè!

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