di Andrea Sassano – 27 marzo 2017
“SEGUI IL TUO CORSO E LASCIA DIR LE GENTI”
In questo giorni Sinistra Italiana a Genova è stata oggetto di una pesante campagna finalizzata a screditarla, accusandola di voler far perdere il Centro Sinistra a tutti i costi e di spalancare le porte al Centro Destra. In tale campagna si distinguono i dirigenti del PD, qualche compagno ex SEL ma soprattutto il Professor Coletti che scrive pezzi infuocati e zeppi di ira verso la presunta irresponsabilità di SI su un importante quotidiano divenuto negli anni l’organo ufficiale del PD renziano. Care compagne e compagni sopportiamo con pazienza tutto ciò, anche perché questo clima non cambierà in breve tempo, anzi verrà alimentato almeno fino alle elezioni comunali.
Proviamo quindi a spiegare con calma e pacatezza le nostre posizioni, che, se ci si applica, non sono difficili da capire. La questione è molto semplice: SI ritiene che l’esperienza politica conosciuta come centro sinistra sia ormai impraticabile e tramontata, e non per un dato ideologico o perché il PD è brutto, cattivo e puzza (del resto in politica è bene non avere un naso non troppo sensibile), ma perché le politiche da esso praticate si sono rivelate spesso politiche antipopolari e regressive sul piano economico come su quello dei diritti e della democrazia. Quindi SI non intende proseguire lungo questa strada.
Le ragioni di tale scelta sono essenzialmente tre.
1. E’ difficile far rinascere una alleanza con chi, il PD, quella alleanza ha ucciso, attraverso politiche sbagliate ed inique, innanzitutto verso il mondo del lavoro, e con la tanto sbandierata “vocazione maggioritaria”. Che cosa è quest’ultima se non l’idea di un partito che non vuole tra i piedi alleati “riottosi e litigiosi”? Questa è stata la politica del PD in questi anni. Oppure dobbiamo rassegnarci al fatto che la politica delle alleanze va bene solo quando il PD ha paura di perdere? Ma in questo modo si costruisce una cattiva politica, priva di un credibile disegno riformatore e preoccupata solo di conservare spazi di potere. I compagni di Art. 1 dovrebbero tenere presente tutto ciò, anche perché i primi risultati dei congressi fanno intravedere un netto successo di Renzi. Non laceriamo con sterili polemiche i rapporti politici a sinistra del PD, anche perché presto potremmo trovarci in uno scenario ulteriormente diverso.
2. E’ sbagliato disperdere e annegare nella ricerca di una intesa con il PD i risultati del referendum del 4 dicembre. C’è troppa fretta di archiviare quel voto, anche da parte di associazioni che pure hanno avuto un ruolo importante in quel risultato. Se hanno ancora valore le analisi fatte nei giorni successivi a quel voto, quell’esito rappresenta, volenti o nolenti, uno spartiacque. Fare finta che non ci sia stato è un enorme errore politico.
3. Infine c’è il giudizio che si dà sulla fase che la città sta vivendo. Leggo che qualche esponente di Rete a Sinistra sostiene che Genova è di fronte ad un bivio tra declino e rinascita. Ciò significa che la differenza tra di noi è già nel modo con cui guardiamo e giudichiamo le cose della città. Non siamo a un crocicchio. Genova ha da tempo imboccato la strada del declino. Ce lo dicono i dati occupazionali, le tendenze economiche, i dati demografici, la composizione e l’immobilismo dei suo i gruppi dirigenti,ecc. Tra questo declino e gli assetti politici che hanno governato la città negli ultimi lustri c’è un rapporto assai stretto. Spiace dirlo, ma occorre prendere atto che la capacità di buon governo e di guidare complessi processi di trasformazione della città da parte del centro sinistra si è esaurita. Il declino della città si intreccia con quello del centro sinistra e con quello del PD quale soggetto dominante (ma non egemone) di quello schieramento.
Ai nostri critici diciamo: così è (se vi pare). Con coerenza muoviamoci lungo questa strada disposti a sperimentare e a trovare nuovi sentieri e nuove vie. Scriveva Dante: “vien dietro di me e lascia dir le genti”. Saggio insegnamento.