Fonte: http://www.domenicomassano.it/
Url fonte: http://www.domenicomassano.it/2021/01/gazzetta-dentro-2020-uno-spiraglio-tra.html
Nel corso del 2020 sul periodico astigiano “Gazzetta d’Asti”, si è potuto leggere settimanalmente un articolo un po’ particolare, contrassegnato da un piccolo logo con, su uno sfondo grigio di sbarre, la scritta “Gazzetta Dentro”, seguita dalle parole “Riflessioni dal carcere di Quarto”. Un titoletto che si è dimostrato capace di inserirsi nelle pagine del giornale con discrezione, ma con una costanza tale da meritarsi qualche parola di approfondimento in più, accompagnata da alcuni stralci di articoli scritti dalle persone detenute.
La “Gazzetta Dentro” è la pubblicazione mensile realizzata all’interno della Casa di Reclusione di Asti grazie all’associazione di volontariato Effatà. Da alcuni anni collaboro nel coordinamento di questo progetto editoriale che si propone di essere un’opportunità per dar voce alle persone ristrette e a chi opera nel e per il carcere, coerentemente con quanto previsto dall’art. 27 della Costituzione. Un’esperienza che si basa sul lavoro di una Redazione cui partecipano redattori interni ed esterni, e la cui valenza comunicativa si spera possa contribuire a creare un ponte fra carcere e società, due luoghi che, pur trovandosi nello stesso territorio, sembrano lontanissimi e sconosciuti.
Il 2020 è stato un anno particolarmente difficile per il diffondersi della pandemia Covid-19, un’emergenza assolutamente inaspettata e inedita: “(Certe cose) le avevamo viste soltanto nei film di fantascienza e, se erano fatti bene, eravamo tutti curiosi di scoprire come andava a finire. … oggi la cruda realtà, ci sta facendo vedere che gli eroi veri sono sul campo e affrontano in prima persona un nemico che ti colpisce a tradimento, senza effetti speciali. … Restare chiusi e privi della propria libertà, per chi si è macchiato di un qualsiasi reato, sappiamo cosa vuol dire. Perdere quel diritto senza aver commesso crimini, dev’essere ancora più dura” (Gennaro, “Certe cose”).
In questa situazione, nonostante da più parti si continuasse a ripetere che “siamo tutti sulla stessa barca”, le criticità e le disuguaglianze sociali non solo si sono palesate con maggiore evidenza ma, in alcuni casi, si sono acuite: “Ogni qual volta si è colpiti da un disastro, di qualunque genere, a sentirne maggiormente l’effetto sono le fasce più deboli, … tra le categorie più esposte ci sono anche i detenuti. Nelle strutture carcerarie tutto è amplificato e, ovviamente, non fa eccezione questa situazione che preoccupa e agita i reclusi sia per se stessi sia per i propri affetti. … Oltre alla quarantena decisa nelle aule di tribunale si è in quarantena per il fatto che i volontari non possono entrare e tutte le attività, giustamente, sono state sospese, come anche i colloqui con i propri cari. Unica nota positiva è che sono state aumentate le telefonate (e introdotte le videochiamate), così da permettere a chi è recluso di sincerarsi spesso dello stato di salute dei propri cari e viceversa” (Amedeo, “Al capolinea”).
Tuttavia, nonostante le difficoltà, le chiusure e le restrizioni per la pandemia Covid-19, il percorso della “Gazzetta Dentro” è proseguito con nuove modalità (on line, telefoniche, …), dimostrando grandi capacità di resilienza e testimoniando un importante investimento umano. Il dialogo e il confronto costante, seppur mediati e a distanza, hanno continuato ad essere la strada, per quanto faticosa, da percorrere: “Interloquire all’interno del gruppo di lavoro non sempre è facile, sia per le diverse opinioni, sia per il diverso peso che ciascuno attribuisce al progetto. … Discutere sempre e comunque su tematiche riguardanti l’andamento del gruppo, anche con enfasi, al fine di trovare la “quadra” è ciò che più giova. Opinare per limare le sfaccettature delle problematiche e privilegiare l’interesse del gruppo, per creare equilibri, è sicuramente un elemento positivo” (Salvatore, “Lavorare in gruppo”).
Poggiando su questi presupposti l’impegno comune di persone ristrette, volontari e operatori dell’area trattamentale, ha permesso di riorganizzarsi, adattandosi alla situazione di emergenza sanitaria per mantenere vivo questo piccolo, ma significativo, canale di comunicazione e … di speranza.
La speranza, un sentimento che permette di volgere uno sguardo al futuro e che, anche nelle situazioni più difficili, può trovare alimento anche in un giornalino interno ad un carcere: “Mi sento libero quando vado a lavorare, come volontario, nella redazione della ‘Gazzetta Dentro’. Qui, trovo uno spazio tutto per me. Apro la porta, e trovo persone con le quali dialogo, esprimendo i miei pensieri, confrontandomi liberamente. La libertà di uscire dalla mia cella e andare in un luogo come la redazione mi fa sentire responsabile e mi fa crescere. … io credo, che ognuno di noi non debba mai perdere la liberta del pensiero, di scrivere, di comunicare, e di coltivare sentimenti di amicizia e affetto. Tutto ciò non può solo che darci la forza e il coraggio, per sopportare questa carcerazione. La nostra speranza non deve finire mai d’esistere” (Guido, “Liberi di volare”).
La speranza come riflesso non di una vita passata ma di un futuro da immaginare: “Non avrei mai immaginato di dover riflettere davanti a uno specchio, anch’esso invecchiato, che ha perso la sua parte argentata, per lasciare spazio a una superfice scura da dove non è più possibile specchiarsi, uno specchio arrivato ormai alla fine della propria esistenza, ma che conserva un angolo da cui sembra voler attrarre immensa luce. Così come questo specchio, anch’io ho conservato un angolo nel mio cuore. Un angolo di grandi aspettative, un angolo di rivendicazioni, uno spiraglio oltre il quale posso vedere un mondo che non ho mai visto, fatto di speranze, di buone intenzioni e buone azioni” (Gerardo, “Lo specchio”).
Forse, seppur sommessamente e con inevitabili criticità e ambiguità, anche il percorso condiviso con la “Gazzetta Dentro” nel 2020 ha rappresentato un piccolo spiraglio da cui provare a guardare in modo diverso alla società di cui tutti siamo parte ed un tentativo di arginare il rischio di una (ulteriore?) riduzione del carcere a “luogo di reclusione senza speranza” (Michele, “Il carcere”). E’ stato un percorso fatto di parole e riflessioni che hanno continuato a varcare la soglia del carcere per contribuire a costruire ponti, a tessere tenui fili relazionali e comunicativi tra persone e realtà differenti e, spesso, lontane ma appartenenti a un’unica comunità di vita.
Un percorso che cercheremo di proseguire anche in questo nuovo anno, nella speranza di tener viva quella ineludibile “dialettica tra noi e gli altri [in cui] si gioca la complessa dinamica che lega identità e convivenza”.
Domenico Massano
N. B.: a questo link è possibile visionare gli articoli 2020 tratti dalla Gazzetta Dentro (scritti dalle persone detenute che fanno parte della Redazione), che sono stati pubblicati sulla Gazzetta d’Asti: https://drive.google.com/file/d/14eNQboIckmLzmNPdWMtIzSGiiR-hpqMl/view?usp=sharing