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di CLAUDIO BAZZOCCHI 03 maggio 2015
Ognuno può portare il garofano. Questo non è in discussione. Così come qualsiasi partito può distribuire i garofani il Primo maggio. Nemmeno questo è in discussione e mi batterò perché sia possibile sempre e comunque.
Detto questo, è evidente che se il Partito Democratico – e soprattutto i suoi esponenti della sinistra interna che hanno votato il Jobs Act e l’ultima fiducia al governo – distribuiscono i garofani, si presenta un problema di moralità (oltre che di decenza) politica.
Qual è il problema morale? Il problema sta nel fatto che ormai tutto equivale a tutto, che nel cosiddetto partito della nazione si può essere liberisti e socialisti allo stesso tempo, di sinistra e di destra a pochi giorni di distanza, portare il garofano all’occhiello e votare per il ritorno a un mercato del lavoro ottocentesco. E l’immoralità sta in quella che più volte ho definito l’immensa forza corruttiva di questa indistinzione, che colpisce e colpirà soprattutto i più giovani, che non sapranno più prendere una parte, che non sapranno più interpretare e criticare il mondo, metterlo a distanza per capirlo e poi cambiarlo, perché oggi il mondo si presenta opaco, senza più differenze, gerarchie o forze nascoste da far venire alla luce. Tutto sembra dispiegarsi sul palcoscenico, senza che vi sia bisogno di sapere cosa si agiti dietro.
Cresceranno così giovani senza sapere critico e senza capacità di elaborazione culturale del mondo.
Continuate a distribuire i garofani, io farò di tutto affinché possiate continuare a farlo, ma non potrò perdonarvi per questa sostanza virale corruttiva che state inoculando nel paese e soprattutto nei più giovani.