Fuori, fuori

per Gian Franco Ferraris
Autore originale del testo: Alfredo Morganti

di Alfredo Morganti – 22 novembre 2016

‘Il manifesto’ di domenica riferiva di un fatto accaduto a Matera, durante un comizio-spettacolo del premier. Pare che quest’ultimo abbia dovuto (per carità di patria) fermare i suoi che intendevano cacciare dalla sala un singolo e fisiologico contestatore. L’urlo che risuonava, ormai noto, una specie di grido di battaglia, era ‘fuori, fuori’. Si trattava di un pubblico ‘aizzato’ (così dice ‘il manifesto’) dall’oratore, dalla sua abilità di showman. Non ci sono più, ormai, questioni merito. I sondaggi dicono che bisogna battere sul tamburo con tutti gli argomenti possibili, sicuramente quelli più emotivi, per andare diritti alla pancia delle persone. È quella stessa pancia, esplodendo, a emettere l’urlo: ‘fuori, fuori’.

Pensateci, in fondo è tutto in linea, tutto coerente. Si sta tentando di approvare una riforma costituzionale plebiscitaria, a maggioranza, nata da una manovra spacca tutto. I sondaggi disegnano un Paese abissalmente diviso. Un Paese che non sa più condividere, che è spinto a non condividere più nulla, un Paese che si aspetta una specie di rappresaglia politica nel caso vincesse il Sì. Una strategia che spezza e divide quello che non andrebbe diviso, ossia la coesione di un popolo nel contesto di una democrazia parlamentare. Per di più, si parla alla pancia del Paese, anzi peggio; inculcando l’idea che gli altri non siano avversari politici (di cui la democrazia è stracolma) ma gentaglia, traditori, usurpatori che rivorrebbero indietro le poltrone dopo aver affondato la penisola. Un’accozzaglia appunto.

Ecco, se il clima è questo, se la spinta ideologica del renzismo e del Sì ha queste caratteristiche, il grido ‘fuori, fuori’ ne è degna appendice finale, quasi una sintesi estrema e radicale. La politica diventa ‘vincere’, ma soprattutto ‘guai ai vinti’. Se non la pensate come noi, via di qui, all’inferno. Siete marmaglia, avete la lingua biforcuta, pensate doppio, volete far tornare indietro il Paese, ci volete impedire di fare il bene dell’Italia. Fuori, fuori. Avete idee diverse dalle nostre. Fuori, fuori. Siete la zavorra di questo Paese. Fuori, fuori. Noi siamo l’innovazione, voi la palude, voi i gufi, voi i rosiconi, voi quelli che si vogliono riprendere tutto. Fuori, fuori. Noi siamo il nuovo, mentre voi siete il vecchio che deve essere rottamato e dimenticato per sempre. Fuori, fuori.

Ecco. Votando ‘No’ questo scempio non avrà luogo. E sarà per il bene di tutti. E ci sarà tempo per risanare le ferite.

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