Fruitsellers. L’amaca di Serra, piena di pere e mele

per Gian Franco Ferraris
Autore originale del testo: Alfredo Morganti,

di Alfredo Morganti – 20 aprile 2016

Oggi, nella sua ‘Amaca’, Michele Serra accusa Michele Prospero di mischiare le pere con le mele. Cosa gravissima, peraltro, perché ce la rimproveravano le maestre sin dalla scuola elementare. Prospero si era limitato a dire che i 16 milioni che sono andati a votare al referendum contro le indicazioni del governo erano ben più degli 11 milioni che pure aveva raccolto il PD alle europee 2014 (un secolo fa, visti i sondaggi attuali). Un conto facile facile, e più che altro una legittima considerazione politica quella di Prospero: se a un referendum, dove di solito votano due gatti e mezzo, 16 milioni di persone si presentano a votare in massa per il ‘sì’, fregandosene dell’astensionismo attivo dei renziani e dei loro fiancheggiatori, questo va letto come un dato politico. Indubbiamente. Magari una specie di midterms. E così credo che abbiano fatto anche a Palazzo Chigi, mica sono scemi, al di là delle pose pubbliche del premier. Serra no, invece, Serra fa i suoi conticini e dice che pere e mele non si sommano.

Tant’è che si chiede se lui stesso sia una mela o una pera, visto che ha votato sia per il PD alle europee, sia a questo referendum. A questo dilemma, credo, debba rispondere da sé. Non lo chieda a noi. E ne tragga le conseguenze per il prossimo voto. Quello che dico io è che non c’è solo la matematica, se questo lo disturba, ma anche la fisica, per la quale d’altra parte c’è la statica ma c’è pure la dinamica. Non a caso si parla di ‘dinamiche’ elettorali, intendendo flussi, movimenti, correnti di voto, e finanche di ribaltamenti. Tali che (e oggi ancora di più, visto che il voto è mobilissimo e risente di ogni contingenza), i medesimi cittadini possono scegliere di mutare il loro orientamento nel tempo e votare in termini anche imprevedibili e sorprendenti. Così che possano essere pere (votando due anni prima il PD) ma poi ‘diventare’ (dinamicamente) mele, visto che accadono cose che possono ingenerare ripensamenti e indurre a riformulare i propri giudizi (peraltro, dopo i fasti del 40,8% nel 2014, oggi i sondaggi parlano di un 30% scarso al PD). Senza contare chi ritiene di essere pera e mela nello stesso tempo (appunto Serra, dicevamo, per sua stessa ammissione), ma questo è un loro problema.

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1 commento

Serena 21 Aprile 2016 - 20:10

Michele Serra ha confuso Maria Elena Boschi con Umberto Terracini

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