Una telefonata per Fred

per Gian Franco Ferraris

 di Mariano Fasciolo

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– Allora, me lo vuoi dare un piccolo aiuto, Amanda cara? –
– Le conosci le regole, GiovannadiEboli, non insistere… –
Le voci petulanti inondano la stanza semibuia, l’uomo sta seduto in poltrona con lo sguardo fisso oltre il televisore, un bicchiere in mano, il telecomando nell’altra.
– Mi spiace Giovanna, riprova un’altra volta. D’accordo? –
– Sì, certo, volevo farti i complimenti per la tua bella trasmissione… però è difficile, Amanda!-
– Infatti, siamo a duecentododicimila euro, mica niente! Ma tu non ci tradirai, vero? Continua a seguirci nel Grande Gioco del Quarantacinque giri di Amanda Star! Ciao GiovannadiEboli, a presto, cara. –
– Ciao, ciao a tutti. –
– Su con la vita, amicacara, un bell’applauso e un forte abbraccio da tutti noi! E ora…SpazioSponsor! –
Nello schermo compare una bella ragazza alta, elegante  appoggiata alla mensola di un caminetto quasi spento, che lei osserva malinconicamente.
Due mani maschili si materializzano nel buio e circondano con delicatezza le spalle nude e infreddolite con una lucente pelliccia argentata, mentre una voce fuori campo, anch’essa maschile, dice con trasporto :
– Non aspettare che sia lei a chiedertelo! Dalle il calore che si merita…con una Pelliccia Giorgelli i vostri incontri saranno ancora più belli! –
Zoommata rapida su uno chalet di montagna circondato di neve, dissolvenza, fine.
– A chi toccherà adesso essere baciato dalla fortuna? Dove squillerà il telefono? Perché la vostra Amanda viene a cercarvi direttamente a casa vostra, senza fatica, e se voi saprete rispondere vi guadagnerete la bellezza di duecentodo…no, ora sono duecentotredicimila euro! –
L’indice saltella sulla tastiera del telefono fino a comporre la sequenza di numeri, quindi si ferma accanto alle altre dita, che tradiscono un certo nervosismo tormentando il filo attorcigliato.
Come la risata di un bambino che risuona nella navata di una chiesa durante un funerale,  lo squillo invade la stanza silenziosa,  poi un secondo, un terzo…
L’uomo posa il telecomando ed afferra il ricevitore :
– Pronto…- dice una voce incolore.
– Pronto! Sono io, Amanda Star! Sei capitato nel Grande Gioco a casa, amicocaro! –
– Ti stavo aspettando. –
– Ah, allora ci seguivi in TV. Bene, da dove chiami e qual è il tuo nome, affezionatissimo telespettatore? –
– Mi chiamo Carlo e dove sto dovresti saperlo visto che mi hai telefonato. –
– Ma Carlocaro…caro Carlo io lo chiedevo per i nostri amici che ci seguono così numerosi! Ti sento un po’ freddo, distante, qualche problema? –
– No, nessun problema, chiamo da Roma e mi scuso con te e con i tanti amici. –
– Occhei, no problem! Da Roma, hai detto? Allora siamo vicini e chissà che questa vicinanza non sia di buon auspicio. Dunque, tu sai in che modo si svolge il Gioco? Ti facciamo ascoltare un vecchio quarantacinque giri ad una velocità molto superiore e devi indovinare non il titolo, bensì l’interprete della canzone e, se risponderai in modo esatto ti farò altre due domandine, dopodiché se sarai stato abile ti aggiudicherai l’intero gruzzolo, duecentotredicimila euro, pensa! D’accordo, Carlocarissimo? –
– Va bene. –
– Sento che il nostro amico è concentrato a dovere e allora, Regìa, vai con la musica! –
Segue un sibilo leggermente gutturale, infarcito di suoni cacofonici che durano pochi secondi, poi il silenzio.
– Ti senti di rispondere, CarlodiRoma? –
– Sì. –
– Dicci il nome, un nome solo ma quello giusto, mi raccomando! –
– Fred Buscaglione. –
– Incredibile! Pazzesco!! Ma come hai fatto? E’ vero, è proprio lui, il grande, mitico Fred! E il disco viaggiava a centocinquanta giri al minuto! Incredibile…- ripeteva, realmente stupita Amanda Star.

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– Vedi, Amanda, – interviene Carlo – io sentivo che mi avresti chiamato, non so come spiegare…Quand’ero molto piccolo avevo un mangiadischi con un unico disco, quello che tu ora hai in mano e mi divertivo a farlo girare più che potevo e poi, imitando Buscaglione, mi buttavo per terra, ucciso dai colpi di fucile sparati dalla ragazza della canzone. Era divertente. –
– Ma pensa! Si spiega tutto. Quindi immagino che per te, grande ammiratore dell’uomo dal whisky facile, sia uno scherzo dire il nome di quella ragazza ed il colore della stupenda decappottabile americana anni ’50 con la quale purtroppo si schiantò contro un camion al sorgere dell’alba, proprio qui a Roma? –
– Non ti ho detto tutto, Amanda. Ho un segreto. –
– Ancora? – domanda, leggermente seccata, la giovane presentatrice.
– Ho il cancro. –
Seguono attimi lunghissimi di imbarazzato silenzio, durante i quali la regìa fa ampi gesti di tagliare la conversazione.
– Capisco – prosegue nel frattempo l’uomo – che ciò possa abbassare di molto l’indice di ascolto…E’ buffo come un gioco di bambino possa far guadagnare più soldi che il lavoro di una vita intera, si gioca da piccoli con la morte e ci si gioca da grandi, si fanno quiz su personaggi che a loro volta hanno giocato e perso. E’ tutto un Grande Gioco di Morte. –
Dicendo questo egli posa il bicchiere e prende in mano una locandina ingiallita, dove si distingue il viso di un uomo dal sorriso contagioso, i baffetti alla Clark Gable e un rivolo di sudore misto a brillantina che cola sulla fronte.
Improvvisamente nello studio televisivo si percepisce una strana euforia, i centralini si intasano e tutti vogliono ascoltare quell’uomo con il suo carico di dolore.
Amanda Star si scuote con cautela – Senti, Carlo, siamo tutti con te, arriviamo alla fine del gioco, vuoi? Dimmi il nome della ragazza, ti prego, servirà a placare il nostro senso di colpa. –
– Ma che importanza può avere se si chiama Teresa o Giulia o… –
– L’ hai detto? L’ hai detto! E’ Teresa! E vai!! –
Ormai la ragazza è partita per la sua crociata.
– Guarda, Carlo, per il colore dell’auto pensa a quelle riviste un po’ pettegole, che tipo di cronaca fanno? –
– Rosa, vuoi dire? –
– Sìì! Bravo!!  Sì, bravo. Niente applausi, ci lasciamo così, che la tua piccola vittoria di oggi ti aiuti a conseguire quella ben più importante di domani. Ciao. –
– Ciao, Amanda…e grazie. –
Carlo riappende il ricevitore e guardando quella vecchia foto sorride anche lui –  Scusami Fred, se ho mentito. Sto bene, a parte la solitudine non ho niente,  non ho un cazzo di niente, sai? Solo che non mi ricordavo il colore della tua Thunderbird, capisci? Così si mente. Tutti mentono. Per potere, per paura o per soldi. Ma anche per amore. Mentire ad una donna è un gioco che alla fine ha solo una vincitrice, come è successo a te tante volte sulla scena. Ma se è lei a mentire noi ce ne accorgeremo sempre tardi. E afferrato il bicchiere si avvicina al televisore – Premiato per tutte le stronzate fatte, viste e sentite! Alla mia salute, amen. –
-…per cui sono, siamo contenti di aver aiutato qualcuno che soffre, – la brava presentatrice ha ripreso il controllo della situazione – è stato un momento di televisione vera, ve lo dice la vostra Amanda Star!!… SpazioSponsor! –

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