Franco Cardini: “Meloni si è messa nelle condizioni di non poter mollare Biden. Per la longevità del suo governo è fondamentale l’ombrello protettivo americano.”

per Gian Franco Ferraris
Autore originale del testo: Lorenzo Giarelli
Fonte: Minima Cardiniana

“Meloni si è messa nelle condizioni di non poter mollare Biden”. Lo storico Franco Cardini ha le radici nella destra storica del Movimento Sociale. Ricorda che molti, dentro al partito, storcevano il naso di fronte all’atlantismo della Democrazia cristiana. Ma oggi la premier italiana, presidente dei Conservatori europei e già sostenitrice di Donald Trump, deve “tifare” Democratici in vista delle elezioni americane di fine anno: “Più che Biden, Meloni ha a cuore il segretario di Stato Blinken e la diplomazia, vero ombrello del suo governo”.

Franco Cardini, siamo al paradosso di una conservatrice costretta a tifare Democratici, per non rimangiarsi un anno e mezzo di politica estera?
Il paradosso è tale fino a un certo punto. Per onestà, devo dire che il Msi ha spesso mantenuto un doppio binario: a livello di militanti e di base popolare la grande maggioranza non era certo composta da ferventi atlantisti, pur nelle convinzioni anti-comuniste; ma poi il partito ha più volte sostenuto la linea della Dc in politica estera. Io ero tra i più scettici, al punto che a 25 anni lasciai la direzione giovanile proprio perché non gradivo questo doppio binario. Tutto ciò per dire che Meloni è in buona compagnia, in quanto ad atlantismo.

Non la sorprende?
Diciamo la verità: lo fa anche per legittima difesa. Io ero tra quelli che, sbagliando, dopo la vittoria delle elezioni era pronto a giurare che non avrebbe resistito a lungo. Per la longevità del suo governo è fondamentale l’ombrello protettivo americano.

Forza Biden, quindi?
Più che in Biden, credo Meloni confidi nel segretario di Stato Antony Blinken e nell’apparato diplomatico Usa. Ricordo che Blinken è stato tra i primi a benedire Meloni.

Cosa accadrebbe se vincesse Trump?
Meloni ha già vissuto alcuni spostamenti, per esempio rispetto a Putin, per il quale aveva espresso stima. Nel 2016 sostenne Trump perché in quel momento rappresentava la mitologia anti-establishment. La premier ha una proficua frequentazione con Biden, non mancano attestati di stima reciproci, per cui una vittoria di Trump potrebbe essere un rischio per lei.

In che senso?
Prima di tutto perché nel suo partito credo che in molti sostengano Trump più di quanto non possa fare lei, dunque qualcuno potrebbe metterla in imbarazzo. E poi, in teoria, Meloni dovrebbe rimangiarsi parte della politica estera sostenuta fino a questo momento, anche se vorrei invitare alla prudenza: Trump è in campagna elettorale e fa dichiarazioni roboanti sull’Ucraina e sul futuro della Nato, ma poi bisognerebbe vedere cosa sarebbe in grado di fare una volta eletto alla Casa Bianca. Di certo è difficile immaginare una presidente italiana mettersi contro il presidente degli Usa, a meno che non siano gli Stati Uniti a mollare l’Europa per qualche motivo.

Dunque, suo malgrado, Meloni dovrebbe comunque “seguire” la linea di Trump. Meglio evitare rischi, allora.
Con Biden Meloni sa cosa aspettarsi. Trump è difficile da inquadrare anche all’interno del conservatorismo americano, è un “cavallo pazzo”. Se Biden perdesse, Meloni però dovrebbe giustificare il fatto di essere rimasta con lui fino alla fine. Per quanto detto sopra, credo che con qualche imbarazzo troverebbe comunque il modo di barcamenarsi.
(il Fatto Quotidiano, 7 marzo 2024)

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