Che fortuna che non siamo ancora falliti!

per Vecchia Talpa
Autore originale del testo: Vecchia Talpa
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di Vecchia Talpa  2 marzo 2016

Fuochi pirotecnici da parte del capo del governo e stoccate al veleno contro i gufi e i talk che vedono sempre nero una situazione che invece è tutta rosea. L’Italia cambia verso e la politica del governo è quella giusta. E giù i dati sfornati dall’ISTAT.

Ora sarà che siamo gufi e persino comunisti , ma i dati occorre saperli leggere e non prenderli in maniera asettica, ma contestualizzarli. Intanto diciamo che il contesto generale e non la politica del governo che ha consentito che i dati non precipitassero.
Siamo nel 2015 in presenza di un QE (Quantitative Easing di Draghi) straordinario, ossia immissione massiccia di danaro fresco da parte della BCE, siamo in presenza di una svalutazione dell’Euro rispetto al dollaro e di un prezzo del petrolio mai stato cosi basso da almeno una cinquantina d’anni toccando quote addirittura di 27 dollari al barile. USA e paesi emergenti tiravano la ripresa.
Questo ha consentito a tutti i paesi dell’Europa ad una tiepida crescita, e in questa l’Italia è stato fanalino di coda. I risultati raggiunti dall’Italia è stata peggiore di tutti gli altri. Persino la Grecia, la cenenrentola europea ha fatto meglio di noi, come la Spagna e il Portogallo. Questo si “merito” della politica del governo.
Ma analizziamo i dati sciorinati da Renzi raffrontandoli con quelli che lo stesso Governo aveva previsto e rivisto al ribasso a settembre del 2015.
Il dato tendenziale della crescita del nostro prodotto interno lordo, certifica sempre l’Istat, si è raffreddata di trimestre in trimestre: +0,4% il primo, +0,3% il secondo, +0,2% il terzo. Ossia in sintonia con il raffreddamento delle condizioni internazionali favorevoli alla crescita.
Sotto le attese anche i consumi finali nazionali (+0,5 invece di +0,6 %) e gli investimenti fissi, che nelle stime dell’esecutivo dovevano crescere dell’1,2%, e invece hanno messo a segno un ben più modesto 0,8%.
E non parliamo delle importazioni, che sarebbero dovute aumentare del 5,3% e invece si sono fermate a +4,3%. E nel 2015 il debito pubblicoitaliano è al 132,6% del Pil, il massimo dal 1995, da quando cioè sono state ricostruite le serie storiche.

E vogliamo parlare dell’avanzo primario (rapporto entrate ed uscite dello Stato al netto degli interessi sul debito) non va bene: nel 2015 è all’1,5%, il valore più basso dal 2011.
E parliamo della pressione fiscale.
A diminuire, infatti, sono soprattutto le imposte dirette, che calano dello 0,5%.Ma analizzando nel dettaglio sono dovute principalmente e soprattutto al taglio della componente lavoro dell’Irap, rivolta soprattutto alle grandi imprese, sgravi ed agevolazioni tutta verso imprese e imprenditoria. E’ come il pollo di Trilussa. due polli all’impresa e un quarto ai lavoratori Alla fine scarso un pollo a testa.Insomma il discorso autoreferenziale del Presidente del Consiglio fa venire in mente la storiella di quel contadino che durante la seconda guerra mondiale attraversando una stradina viene investito da una mina. Il cavallo a terra agonizzante, il cane senza una zampa che guaisce in una pozza di sangue. Passa un panzer tedesco, scende un ufficiale delle SS. Estrae la sua Luger  e la punta sul cavallo. “Io non potere vedere soffrire” e gli spara un colpo in testa. Poi si avvicina al cane punta la pistola e “Io non potere vedere soffrire ” e stessa sorte. Il contadino, senza un braccio, con la testa sanguinante, senza una gamba, tutto imbrattato di sangue, saltellando si allontana urlando “che culo non mi son fatto nulla, che culo”.

Che culo, urla Renzi, siamo i peggiori in Europa, abbiamo sbagliato tutte le revisioni siamo in profonda recessione, e per fortuna che non siamo falliti, che culo!

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